Amarcord: Euro 2000, lo sfrontato esordio della Slovenia

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Dalla disgregazione della Jugoslavia sono nate diverse nazioni, così come il calcio ha visto sbocciare diverse nazionali che, seppur con alti e bassi, si sono imposte a livello internazionale, basti pensare alla Croazia che ha raggiunto il terzo ed il secondo posto ai mondiali nel 1998 e nel 2018. Anche la Slovenia ha provato a farsi largo nel grande calcio, riuscendo ad esordire agli Europei del 2000 quando mise paura a due delle grandi favorite per la vittoria finale.

La nazionale slovena esordisce come squadra autonoma e paese indipendente il 19 giugno 1991 in amichevole contro la Croazia, poi debutta nelle qualificazioni ad Euro ’96 pareggiando a Maribor contro l’Italia di Sacchi, vice campione del mondo in carica. Gli sloveni non sembrano particolarmente attrezzati per competere con le altre e la nazionale slava finisce col chiudere i gironi di qualificazione ad europei e mondiali sempre nelle ultime file. Il tutto fino ai gruppi che portano ad Euro 2000, quando in panchina c’è Srecko Katanec, sloveno doc, ex jolly della Sampdoria scudettata del 1991. Katanec motiva la squadra e ne esalta i calciatori di maggior qualità, primo fra tutti Zlatko Zahovic che è il trequartista ed il gioiello della formazione che gioca in maglia biancoverde. Qualificarsi agli europei non sembra facile per la Slovenia, ma il commissario tecnico non ci sta ad arrendersi prima ancora di aver combattuto e senza nemmeno averci provato. Inoltre il girone di qualificazione non appare insormontabile: assieme alla squadra di Katanec, nel raggruppamento 2 ci sono anche Norvegia, Grecia, Lettonia, Albania e Georgia, la prima di ogni girone va direttamente ad Euro 2000, le seconde si affrontano negli spareggi.

La Slovenia parte col 2-2 in casa della Grecia e sin da subito si capisce che fra la formazione di Katanec e gli ellenici si aprirà un duello per la seconda posizione, visto che la prima pare a chiaro predominio della Norvegia che vince quasi tutte le partite. La regolarità degli sloveni ha la meglio e la sconfitta casalinga contro la Grecia ad ottobre del 1999 non intacca quel secondo posto che significa spareggio contro l’Ucraina. Il traguardo raggiunto è già una grande soddisfazione per la Slovenia che ora prova a giocarsi la qualificazione fino alla fine. L’andata dello spareggio si gioca a Lubiana il 13 novembre 1999: l’Ucraina è favorita, ha in squadra uno come Shevchenko che è già un fuoriclasse a livello internazionale e molta più esperienza. Proprio l’attaccante del Milan porta in vantaggio i suoi al 33′, ma l’intraprendenza e il carattere degli sloveni aiuta nel secondo tempo la squadra di Katanec a capovolgere l’esito dell’incontro, pareggiato prima da Zahovic e deciso nel finale da un gol di Acimovic. Il 2-1 permette alla Slovenia di presentarsi a Kiev il 17 novembre con due risultati su tre a proprio favore. La gara è un’autentica corrida, l’Ucraina attacca, la Slovenia prova a resistere, poi al 68′ ai padroni di casa viene assegnato un rigore che Rebrov trasforma; sembra finita, ma dieci minuti dopo la caparbietà degli sloveni viene premiata dal pareggio del centrocampista Pavlin che regala loro l’inattesa qualificazione.

La Slovenia è qualificata agli Europei, a Lubiana e dintorni è festa grande, Katanec è il nuovo eroe nazionale, l’approdo ad Euro 2000 un traguardo insperato a soli 9 anni dall’indipendenza del paese. Elettrizzati più che mai, gli sloveni assistono al sorteggio dei gironi della fase finale degli Europei che si disputeranno in Belgio ed Olanda a giugno del 2000; la Slovenia, inserita in ultima fascia, viene selezionata nel raggruppamento C assieme alla Norvegia (che ritrova così dopo le qualificazioni) e a due delle grandi favorite dell’intera manifestazione, ovvero Spagna e Jugoslavia. Soprattutto la sfida ai serbi (ancora denominati come jugoslavi) esalta l’immaginario collettivo degli sloveni, perché la partita si preannuncia come un caldissimo e sentitissimo derby dei Balcani dai contorni che vanno anche oltre la sfera sportiva. In patria, comunque, nessuno chiede particolari traguardi alla nazionale di Katanec, se non quello di non sfigurare, anzi, semmai i tifosi (ma anche la federazione) vorrebbero vedere una squadra sbarazzina, sprezzante, capace di rendere la vita difficile a tutti.

L’esordio della Slovenia agli Europei è proprio il derby con la Jugoslavia del 13 giugno 2000 a Charleroi, in Belgio. I tifosi sloveni sono tanti e fanno pure un gran chiasso, assiepati nella curva che volgarmente si potrebbe definire curva nord. La Jugoslavia è favoritissima, più esperta, più smaliziata, in panchina c’è Vujadin Boskov e chissà il magone nel cuore dei tifosi della Sampdoria (nel frattempo finita già da un anno in serie B) nel vedere il vecchio Boskov e l’amato Katanec l’uno contro l’altro. L’avvio della Slovenia è da brividi, Zahovic è una spina nel fianco della difesa jugoslava ed il numero 10 si incarica di realizzare al 23′ la rete che porta avanti i suoi. Lo spicchio di stadio riservato agli sloveni esplode, ma la squadra in maglia biancoverde è ancora più determinata, ad inizio ripresa la Jugoslavia sbanda ancora e fra il 53′ ed il 57′ sembra capitolare del tutto: prima Pavlin sigla il 2-0, poi ancora Zahovic, a conclusione di una perfetta azione di contropiede, mette a segno addirittura il 3-0. Gli jugoslavi sono attoniti, gli sloveni quasi non ci credono, mentre Boskov in panchina è una statua di sale, quasi come Katanec che non si fida né del suo vecchio maestro e nemmeno degli jugoslavi, forse l’emblema calcistico della discontinuità, anche nell’arco della stessa partita.

E infatti, detto fatto: passano dieci minuti e la Jugoslavia accorcia le distanze col bomber Savo Milosevic, poi, appena 4 minuti più tardi, il laterale mancino Drulovic mette a segno pure il 2-3. Ora l’inerzia della partita è completamente cambiata, ora sono i tifosi della squadra in maglia blu a spingere e a cantare, ora Boskov si dimena in panchina come se avesse quarant’anni. Al 73′, dopo altri tre minuti, Milosevic completa la rimonta col gol del pareggio che alla fine lascia rammarico più negli jugoslavi che negli sloveni che hanno lasciato una grande impressione negli occhi di chi ha visto la partita. Nell’altra gara, intanto, a sorpresa la Norvegia aveva battuto per 1-0 la Spagna che dunque nella seconda partita contro la Slovenia dovrà vincere ad ogni costo per non ritrovarsi già fuori da Euro 2000. E’ il 18 giugno quando ad Amsterdam scendono in campo Spagna e Slovenia: gli iberici hanno le facce tese, ma è in questi momenti che si vedono i campioni e Raùl è uno di questi. Una rete dell’attaccante del Real Madrid, infatti, porta avanti gli spagnoli dopo 4 minuti, ma la Slovenia lotta e combatte con la leggerezza di chi non ha niente da perdere, sfiora più volte il pareggio e poi lo ottiene al 59′ con Zahovic. Peccato, però, che appena 60 secondi più tardi la Spagna torni in vantaggio con Etxeberrìa dopo una travolgente azione di Gaizka Mendieta. Il risultato non cambierà più, la Jugoslavia batte intanto 1-0 la Norvegia e alla vigilia dell’ultimo turno la classifica vede al comando proprio la nazionale di Boskov con 4 punti, Norvegia e Spagna 3, Slovenia 1.

Nell’ultima gara la Slovenia deve vincere e poi concentrarsi su cosa accade fra Jugoslavia e Spagna in un calcolo assai complicato da effettuare prima dell’inizio delle due partite, previste in contemporanea nel tardo pomeriggio del 21 giugno 2000. Gli sloveni giocano ancora in Olanda, ad Arnhem, e la gara contro la Norvegia è decisiva per entrambe, consapevoli che pareggiare non servirebbe né all’una e né all’altra. Il pubblico si attende una sfida spettacolare, invece uscirà una gara noiosa e nella quale a prevalere è la paura di perdere più che il coraggio di vincere. Poche le azioni da gol, ancor meno le emozioni, tutto il contrario di quanto invece avviene a Bruges dove la Spagna al 90′ è sotto 3-2 e nei minuti di recupero realizza due gol che le permettono di vincere 4-3. Slovenia-Norvegia, al contrario, finisce a reti inviolate e la classifica finale del girone recita: Spagna 6, Jugoslavia e Norvegia 4 (slavi qualificati per miglior differenza reti), Slovenia 2. La compagine di Katanec torna a casa dopo il primo turno, ma lo fa a testa altissima e contro quei pronostici che la volevano eliminata senza punti e catalogata come squadra materasso o poco più.

La Slovenia esce da Euro 2000 con la certezza di essere formazione organizzata ed a tale riprova giungerà anche la qualificazione ai successivi mondiali asiatici del 2002. Gli uomini di Katanec hanno sorpreso soprattutto per la sfrontatezza mostrata all’esordio in una grande manifestazione, nonché per aver spaventato due corazzate come Jugoslavia e Spagna che hanno dovuto sudare sette camicie per non vedersi sopraffare dagli indomiti sloveni. Una parentesi breve ma intensa, l’unica partecipazione dei biancoverdi alla fase finale degli Europei, ma non per questo da dimenticare, anzi, con ogni probabilità Euro 2000 resta nella Slovenia del calcio il ricordo migliore del paese intero.

di Marco Milan

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