#RaccontoDaCasa: la Pandemia attraverso lo sguardo di Bambini e Ragazzi
Un lungo viaggio nel mezzo della tragedia non ancora conclusa dell’emergenza Covid-19 ma dalla quale l’umanità deve e sta trovando le forze necessarie ad uscire partendo dall’invito del Capo dello Stato, Sergio Mattarella a non lasciare soli bambini e ragazzi a confronto con la pandemia: questo è il fulcro dell’iniziativa #RaccontoDaCasa che si è tenuta a Grottaferrata.
La città ha scelto come momento di raccordo, tra memoria e speranza, i giorni di fine novembre che il calendario delle ricorrenze civili dedica ai diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, il 20 novembre, e alla natura con la Giornata Nazionale dell’Albero, il 21 Novembre.
Il Comune di Grottaferrata ha messo al centro i più piccoli, bambini e adolescenti, presentando nella mattinata di oggi con una suggestiva mostra virtuale nella quale sono state esposte alcune delle opere presentate dai giovanissimi studenti grottaferratesi nel progetto #RaccontoDaCasa.
L’evento è stato moderato dalla dottoressa Patrizia Pisano, responsabile dell’area socio-educativa del Comune di Grottaferrata e promotrice del progetto insieme alle scuole insieme all’assessora alle Politiche sociali, Tiziana Salmaso.
Ad aprire il seminario l’intervento del sindaco Luciano Andreotti che ha sottolineato la necessità di capire in profondità il momento che l’umanità sta attraversando.
“Giornate come quella per i Diritti dell’Infanzia così come la festa dell’Albero servono come moniti. Dobbiamo ascoltare i giovani, capirli di fronte al cambiamento epocale che stiamo vivendo. Alla perdita di speranza dobbiamo rispondere con la resilienza e l’ascolto per trovare nuovi strumenti che rispondano al rischio di isolamento ai quali può portare la tecnologia. Utilizzare dunque queste ricorrenze come campanelli d’allarme per rimettere al centro temi come ambiente, diritto alla salute, solidarietà”.
Quindi in riferimento al progetto #RaccontoDaCasa il sindaco ha aggiunto: ”I ragazzi hanno manifestato angoscia. Un grido che dobbiamo capire e accogliere per dare le giuste risposte, non dimenticando che la società proprio dopo le pandemie ha vissuto le trasformazioni più grandi, cambiando anche i volti alle città, prendendo coscienza delle necessità di spazi aperti come i giardini e i parchi”.
L’assessora Salmaso ha quindi aperto il suo intervento su come “il tema del benessere dell’infanzia e dell’adolescenza assuma sempre più un ruolo centrale. La chiusura della scuola ha creato un particolare malessere. La nostra richiesta in tal senso – ha detto poi introducendo la visione della commovente performance-mostra virtuale visitabile sul sito www.artseps.com – è stata quella di rappresentare proprio questi stati d’animo. Sono arrivati molti lavori emozionanti ai quali abbiamo dato voce. Questa raccolta non è solo un catalogo ma lo strumento che la comunità adulta ha per decodificare quello che sta accadendo”.
“I temi individuati – ha concluso Salmaso – sono la sofferenza al tempo del Covid, il tempo sospeso e ritrovato e la resilienza. I ragazzi hanno usato tutti i mezzi espressivi: disegni, poesie e video che troveranno spazio e il giusto ascolto”
A seguire si sono succeduti gli interventi più tecnici con i loro punti di vista specifici.
La dottoressa Anna Rita Verardo, psicologa e psicoterapeuta Emdr, associazione che a Grottaferrata ha già operato, nella scuola San Nilo, interventi assieme a docenti e genitori su come sostenere i ragazzi. E esattamente dal tema del superamento del trauma è partita la dottoressa Verardo.
“Quello che serve al cervello dei ragazzi per funzionare bene è una grande sicurezza”. Le preoccupazioni degli adulti, l’impossibilità di celebrare i riti del commiato dai cari che ci hanno lasciato, la didattica a distanza e l’incidenza di questi fattori dal punto di vista psicologico e dell’apprendimento hanno costituito l’avvio dell’intervento.
La fotografia di un tunnel in fondo al quale però può esserci la luce attraverso: “l’ascolto, la vicinanza emotiva e la comprensione dei nostri ragazzi. Attenti a capire là dove c’è del reale disagio, utilizzare il buon senso e la fiducia nella capacità umane di essere resilienti”.
I dirigenti scolastici da parte loro hanno raccontato l’immersione nella quale quotidianamente vivono. Dalla dirigente dell’Istituto Comprensivo “Giovanni Falcone”, professoressa Francesca Nardi che ha riflettuto sulla necessità di “riappropriarci dei diritti del corpo. Questa negazione ha portato delle ripercussioni che sono state riprodotte anche nei lavori dei nostri alunni.
La rappresentazione dei luoghi, degli spazi, del corpo è stata centrale”. L’invito è stato dunque quello ad “andare anche oltre la resilienza. Dare spazio alla libertà come è stato fatto nel progetto #RaccontoDaCasa che ha trasformato l’esperienza del vuoto in flusso creativo”.
La professoressa Antonella Arnaboldi, dirigente scolastica dell’Istituto San Nilo, ha lodato “l’iniziativa (#RaccontoDaCasa n.r.R) encomiabile dell’Amministrazione sempre sensibile sulla Giornata dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza che a scuola di fatto si celebra ogni giorno. Non solo nel terzo mondo ma anche alle nostre latitudini i diritti dell’infanzia non sono sempre rispettati. Il diritto ad avere una casa, una famiglia che si occupi di loro, un’istruzione e anche il diritto di giocare, di praticare uno sport e sopra tutti gli altri il diritto all’uguaglianza di cui tutti i bambini e adolescenti dovrebbero beneficiare. La scuola deve lavorare a fondo su questi temi, creando reti, alleanze sul territorio per l’abbattimento delle barriere. Durante i periodi di chiusura ci siamo accorti come proprio i ragazzi più in difficoltà vivano la scuola come unico momento di normalità. Per questo speriamo davvero che tutte le scuole possano riaprire presto e tornare ad essere quella fonte di sollievo e affetto che va anche oltre gli insegnamenti”.
In linea anche il presidente del liceo Touscek, professor Paolo D’Anna che ricordando il grande apporto all’inclusione scolastica dato dalla legge firmata dalla ministra Franca Falcucci “grazie alla quale dagli anni Settanta in Italia abbiamo accolto davvero tutti i ragazzi nelle nostre scuole”, si è riagganciato al tema della necessaria speranza verso la rinascita, citando il romanzo di Giuseppe Pontiggia Nati due volte.
“Mi sono chiesto all’inizio di questa catastrofe: in cosa possiamo sperare e ho scelto di intraprendere anche nei rapporti umani, con i docenti e con gli studenti, una linea di mansuetudine, mediazione, pensiero lungo basato sulla scrittura, come delle lettere dal fronte, che spero abbia favorito relazioni più costruttive, pur restando il vuoto”.
Mentre per riaccendere la luce il professor D’Anna si è aggrappato alle parole degli scrittori, certi che anche dalle peggiori tragedie si possa rinascere.