Amarcord: Andrea Tentoni, il contropiedista rigido

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Ci sono calciatori che non ecciteranno mai la fantasia dei tifosi a prima vista. Vuoi per caratteristiche fisiche, vuoi per una tecnica non sopraffina, fatto sta che non ci si innamora di tutti al primo sguardo. A volte serve tempo, serve che l’altro si impegni di più per mostrare le proprie qualità, ma quando ci riesce entra nel cuore come un treno ad alta velocità. Per maggiori informazioni chiedere ad Andrea Tentoni, centravanti noto per i suoi gol agli appassionati di calcio dei primi anni novanta.

La carriera di Andrea Tentoni, nato a Rimini il 18 maggio 1969, è stata tutta una rincorsa, una continua dimostrazione di essere migliore di quanto i suoi piedi mostrassero. Alto 1 metro e 90 centimetri, di costituzione magra, Tentoni ha due possibilità per giocare a calcio ad alti livelli: fare lo stopper o il centravanti. Le qualità tecniche non sono eccelse, ma il ragazzo decide ugualmente di provarci, scopre di avere una progressione palla al piede non indifferente e capisce che il ruolo di attaccante centrale con propensione al contropiede è ciò che fa per lui. Agli allenatori piace perchè è un gran lavoratore, in allenamento sgobba più degli altri, più dei compagni di maggior talento, è attento ai movimenti, alla tattica, cerca di capire come non finire in fuorigioco, poi impara a buttarla dentro con una certa continuità, anche se gli esordi da professionista non attirano certo le attenzioni degli esperti: zero gol a Rimini, zero gol ad Ancona fra il 1987 ed il 1990.

La carriera di Tentoni vede la luce nella stagione 1990-91 a Latina in serie C2 quando mette a segno 9 reti in 34 partite che gli valgono l’ingaggio della Vis Pesaro (vicino casa, in fondo) per l’annata successiva quando i biancorossi marchigiani, anche grazie agli 11 gol di Tentoni, centrano secondo posto e promozione in C1. A Pesaro sono tutti concordi nel giudizio sul centravanti: non è bello da vedere, ma quando c’è da buttarla dentro lo fa. In questa stagione, poi, viene notato da Luigi Simoni, tecnico della Carrarese, che ai suoi collaboratori dice: “Nella mia prossima squadra voglio questo attaccante”. Nell’estate del 1992 Simoni è ingaggiato dalla Cremonese, appena retrocessa dalla serie A e con tutta l’intenzione di centrare l’immediata promozione. E il nuovo allenatore grigiorosso non fa in tempo ad essere presentato dal presidente Luzzara che fa subito il nome di Tentoni: “Presidente, dobbiamo acquistare un attaccante, si chiama Andrea Tentoni e gioca nella Vis Pesaro”. Luzzara inizialmente è scettico, così come scettici sono i tifosi della Cremonese: hanno dubbi su Simoni che non allena in serie B da diversi anni ed ancora maggiori perplessità le nutrono nei confronti di Tentoni che, sì, ha ben figurato negli ultimi due anni in C2, ma che non appare adatto ad una compagine che vuole lottare per tornare in serie A.

Ma Simoni sa il fatto suo, alle critiche e ai dubbi risponde così: “Dateci tempo e vi ripagheremo”. Per Andrea Tentoni il doppio salto di categoria potrebbe farsi sentire, ma l’attaccante riminese è tranquillo, lavora sodo ed è convinto che con gli stessi movimenti, lo stesso impegno e la stessa grinta mostrati in C2 possa far gol anche in serie B. Tuttavia, l’esordio della nuova Cremonese nel campionato di serie B 1992-93 è da dimenticare: i lombardi escono con le ossa rotte dal confronto di Cesena, al cospetto di un’altra pretendente al salto di categoria; i romagnoli vincono 4-1 e il gol della bandiera cremonese lo realizza proprio Tentoni nel finale di gara dopo essere entrato dalla panchina. I mugugni della tifoseria aumentano, la squadra ha giocato male e non ha convinto, ma Simoni continua a predicare calma e i fatti gli danno ragione: dopo il ko di Cesena, infatti, i grigiorossi infilano ben 8 vittorie consecutive e Tentoni inizia a far gol con continuità, mettendosi in luce come uno dei migliori attaccanti del torneo.

La Cremonese viaggia a ritmi particolarmente sostenuti, Simoni è ormai entrato nel cuore dei tifosi, così come Tentoni che, pur con le sue caratteristiche sgraziate, la butta dentro quando serve, molto più di quanto anche i più ottimisti si aspettassero. A marzo, con la squadra in piena lotta promozione, va in scena anche il Torneo Anglo Italiano, una manifestazione fra squadre italiane ed inglesi, e che la Cremonese vincerà battendo a Wembley in finale il Derby County per 3-1 con sigillo finale proprio di Tentoni. Sarà questo il primo atto della straordinaria epopea della Cremonese di Simoni e, in fondo, anche di Tentoni. I lombardi centreranno la promozione in serie A giungendo secondi in classifica con 51 punti e la punta romagnola realizzerà 16 reti, un bottino inaspettato ad inizio stagione. La squadra di Simoni è nuovamente in serie A, ma stavolta per restarci più di un anno, il presidente Luzzara promette che non sarà più un saliscendi fra A e B come accaduto a metà anni ottanta o dopo le promozioni nel 1989 e nel 1991.

Tentoni passa così in due anni dalla C2 alla serie A ed attorno a lui ricominciano i dubbi: va bene, ha fatto tanti gol in B, ma la serie A è tutt’altra cosa, alla Cremonese serve un attaccante di maggior spessore. Soliti dubbi anche su Simoni, all’esordio in massima serie, ma anche stavolta il tecnico bolognese è sicuro di fugare ogni perplessità. I grigiorossi vengono inseriti nell’ultima fila dell’ipotetica griglia di partenza del campionato, il calendario li pone immediatamente di fronte alla Juventus nell’esordio del 29 agosto 1993, vinto 1-0 dai bianconeri di Trapattoni. Ma già alla seconda giornata, la Cremonese dimostra che i giudizi affrettati spesso hanno le gambe corte come le bugie: allo stadio Zini, infatti, il Napoli finisce ko sotto i colpi di Andrea Tentoni che con una doppietta regola i partenopei e manda in estasi il pubblico grigiorosso; per lui sono i primi gol in serie A, a 24 anni e con un bagaglio tecnico limitato, ma con grinta, senso del gol ed intelligenza tattica da vendere. Tentoni si dimostra bomber freddo davanti alla porta e soprattutto un contropiedista coi fiocchi, quando parte palla al piede dalla linea di metà campo è quasi impossibile fermarlo.

Il 3 ottobre la Cremonese sbanca l’Olimpico di Roma vincendo 2-1 contro la Roma di Boskov e la rete della vittoria la mette a segno proprio Tentoni che poi si ripete due settimane più tardi nel 3-1 rifilato dai lombardi al Cagliari e nella vittoria in rimonta contro il fanalino di coda Lecce. La giornata più esaltante del girone d’andata dei grigiorossi è però quella del 5 dicembre 1993 quando allo Zini va in scena il primo storico derby del Po in serie A contro gli odiati rivali del Piacenza; Tentoni sblocca la partita dopo 18 minuti, quindi mette a segno anche la rete del 3-0 nella ripresa. Alla fine la Cremonese vincerà 4-0, mandando in estati il pubblico, ormai innamorato di un allenatore e di un centravanti che sono riusciti a far inghiottire le perplessità anche ai più scettici. Tentoni è in uno stato di grazia eccezionale ed una settimana dopo riacciufferà il Torino sul pareggio proprio al 90′. Un leggero calo nel girone di ritorno metterà a rischio la salvezza dei lombardi, ma la pazzesca rimonta di Udine del 24 aprile 1994 (da 0-3 a 3-3 con doppietta di Tentoni in rete al minuto 80 e al minuto 84) darà la certezza della permanenza in A alla squadra di Simoni, salva con 32 punti, il decimo posto in classifica e le 11 reti di Andrea Tentoni, niente male per un esordiente. Un unico rammarico, la varicella che lo ferma proprio quando sembrava che Arrigo Sacchi volesse convocarlo in Nazionale.

Nell’estate del 1994 la Cremonese prende in prestito dalla Sampdoria il giovane attaccante Enrico Chiesa e a Tentoni viene chiesto di sacrificarsi coi suoi movimenti per favorire gli inserimenti e la velocità del nuovo arrivato. L’umiltà e il senso del lavoro del bomber riminese lo portano ad agire senza battere ciglio: gli 11 gol dell’anno precedente non gli hanno montato la testa, anzi, Tentoni è convinto che solamente sacrificandosi ancora potrà dare continuità alla brillante annata 1993-94. La Cremonese fa ancora parlare di sè, batte alla quarta giornata il Milan di Capello, reduce da tre scudetti di fila, e non appare mai realmente coinvolta nella lotta per non retrocedere, dimostrandosi una realtà ormai collaudata della serie A. Tentoni realizza comunque 7 reti, la metà di Chiesa che chiuderà il suo sfavillante campionato a quota 14 grazie a qualche calcio di rigore e ai varchi aperti dal compagno di reparto, bravo in ogni caso a ritagliarsi il suo spazio e a trovare i suoi momenti di gloria come la doppietta al Genoa o il bellissimo gol nel 3-0 dello Zini al Torino. La Cremonese chiude al 13.mo posto e sorprende ancora l’Italia, Cremona viene definita l’isola felice della serie A e stavolta anche Tentoni si ritrova con qualche ammiratore ai piedi.

La Cremonese rifiuta il corteggiamento della Fiorentina che cercava il centravanti riminese come bomber di scorta di Batistuta. Lo stesso Tentoni sceglie di rimanere a Cremona: meglio titolare qui che riserva altrove. Ma il campionato 1995-96 sarà un calvario per i grigiorossi, ormai giunti al capolinea del ciclo targato Simoni e Tentoni: sin da subito si capisce che stavolta salvarsi sarà durissima, la prima vittoria arriva solamente all’11.ma giornata (2-1 al Padova), mentre per Tentoni la prima gioia stagionale giunge addirittura due settimane più tardi nel clamoroso 7-1 inflitto al Bari. In mezzo pure un’autorete del centravanti che decide la sfida contro la Roma, segno che questo campionato per i lombardi appare disgraziato. Nell’ultimo turno del girone d’andata la Cremonese ferma in casa sullo 0-0 il Milan capolista, andando assai più dei rossoneri vicino alla vittoria; Tentoni spara addosso a Sebastiano Rossi la palla del vantaggio e in sala stampa si rammarica davanti ai microfoni, imprecando: “E’ un’annata questa, porca miseria…non ce ne va dritta una”. Ha ragione, la Cremonese non vince, non fa punti e ristagna per tutto l’anno nelle ultime quattro posizioni della classifica, Tentoni riesce comunque a mettere a segno 9 reti, fra cui una doppietta alla Lazio e una all’Inter, ma non basta, i lombardi retrocedono dopo tre stagioni, Simoni saluterà e andrà ad allenare il Napoli, mentre Tentoni sarà ingaggiato dal Piacenza rimanendo in serie A.

La scelta dell’attaccante fa arrabbiare qualche tifoso della Cremonese: Cremona e Piacenza sono distanti appena 40 km, divise non solo dal Po che segna e taglia anche Lombardia ed Emilia, ma anche da una rivalità calcistica non indifferente. Dopo 4 anni e 43 gol in grigiorosso, Tentoni si accasa proprio dal nemico, col Piacenza alla ricerca della seconda salvezza consecutiva. Ma dell’attaccante prolifico e combattivo nelle stagioni precedenti non sembra esserci più traccia: Tentoni appare abulico, inconcludente, macchinoso, quando si ritrova la palla in mezzo ai piedi cincischia, si fa quasi sempre anticipare dai difensori avversari e ben presto perde il posto da titolare a vantaggio di Pasquale Luiso, centravanti che invece di gol ne segna a raffica. L’astinenza di Luiso che per 4 mesi non segnerà neanche una rete, però, fa riproporre al tecnico Bortolo Mutti proprio Tentoni che continua nella sua involuzione. A fine stagione il Piacenza si salva dopo lo spareggio di Napoli vinto contro il Cagliari, ma l’apporto di Tentoni sarà quasi nullo: una rete appena (contro il Bologna) in 31 apparizioni e quell’appellativo di rigido che gli verrà affibbiato dalla tifoseria piacentina che inizia pure a prenderlo di mira per i suoi trascorsi cremonesi.

Andrea Tentoni diventa così il centravanti rigido, Piacenza lo ripudia e la stessa società lo epura cedendolo in serie B al Chievo. Ma l’ex bomber della Cremonese sembra aver perso lo smalto e l’istinto dei giorni migliori: a neanche trent’anni fatica a districarsi in serie B, il Chievo, che viaggia a metà classifica senza particolari patemi o ambizioni, gli concede poco spazio e l’attaccante gioca appena 11 gare senza mai andare in gol e viene ceduto, sempre in B, al Pescara dove i gettoni sono 3 e le reti ancora zero. La carriera di Tentoni ha ormai imboccato il viale del tramonto e si chiude a Rimini fra il 1999 e il 2000 quando il centravanti romagnolo torna a casa collezionando però solamente qualche apparizione che non lascia tracce particolari: nessun gol e nessuna nota interessante. Una carriera terminata ad appena 31 anni, un attaccante che nelle ultime tre stagioni non va mai in gol dopo le brillanti annate di Cremona, le uniche davvero importanti prima di un declino a tratti inspiegabile.

Andrea Tentoni ha all’attivo 64 reti fra serie A, B e C2, ma ne ha concentrate circa il 70% a Cremona in 4 anni di gloria e nei quali l’Italia ha scoperto un centravanti dinoccolato, forse non bello da vedere, forse non particolarmente talentuoso, ma efficace e concreto. Simoni lo aveva definito il più forte centravanti d’Italia se si gioca in contropiede: la verità fra tale affermazione e il rigido di Piacenza è con tutta probabilità nel mezzo; a Cremona è un idolo, per gli appassionati di calcio un mezzo rimpianto e la nostalgia di quelle cavalcate palla al piede, di quei gol fra palo e portiere, e di quelle esultanze antiche, pugni chiusi e salti in alto che ricordano tanto un calcio che non c’è più.

di Marco Milan

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