Impegno e disincanto contro l’omologazione culturale

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L’editore di Mediapolitika Vincenzo Arena alla presentazione del saggio di Annibale Gagliani su Pasolini, De André, Gaber e R. Gaetano

Ci vorrebbero dei nuovi Pier Paolo Pasolini, Fabrizio De André, Giorgio Gaber e Rino Gaetano per salvarci dall’appiattimento e dall’omologazione culturale imperante. O basterebbe farci ispirare da questi quattro antieroi che hanno dato voce, e fissato in parole (e musica), il dolore e i problemi che si autorigenerano all’infinito. Basterebbe, semplicemente, “iniettarli nelle vene di chi legge”.

A offrirci questa opportunità è il giornalista Annibale Gagliani, che con il saggio “Impegno e disincanto”, edito da I Quaderni del Bardo Edizioni, lega queste figure profetiche e le restituisce autenticamente al nostro tempo per salvare se stesso, la sua generazione, quella di suo padre, e tutte le persone fragili, emarginate, smarrite e culturalmente svuotate. Il suo è uno studio attento e di spessore che merita un posto nelle discussioni universitarie e (come è già in programma) nelle scuole e, non ultimo, dovrebbe essere oggetto di confronti nelle associazioni e in qualche altro ambiente di aggregazione sociale.

La tappa romana della presentazione di “Impegno e disincanto” si è svolta nella suggestiva libreria “Hora Felix” domenica 7 aprile. A dialogare con Gagliani l’autore teatrale David Gramiccioli, il cineasta Marco Mingolla e il nostro editore Vincenzo Arena.

“Costruiamo una comunità di impegno e disincanto” è la proposta lanciata da Arena, che ha raccontato come si sia appassionato al saggio di Gagliani fin da quando ha letto il suo titolo scegliendo tra i tanti che gli erano stati proposti per curarne la presentazione, nell’ambito di una rassegna letteraria pugliese, lo scorso agosto.

Si può combattere la dittatura dell’homo digitalis se alleniamo il nostro senso critico. Pier Paolo Pasolini, Fabrizio De André, Giorgio Gaber e Rino Gaetano prima del Duemila hanno scritto dell’omologazione culturale che viviamo, per questo – ha argomentato il nostro editore – sono fari che possono illuminare la nostra strada.

Ai quattro autori su cui si imbatte il saggio di Annibale, Arena ha suggerito di aggiungerne un quinto, sempre impegnato e disincantato: Ennio Flaiano, di cui ha citato “la libertà” che “va tenuta in continua riparazione”, va protetta dall’istinto umano, e tipicamente italiano, di vendersi senza dignità e per piccoli interessi personali. 

Incursioni musicali hanno ritmato la tavola rotonda grazie alla presenza eccezionale della Rino Gaetano Band, rappresentata da Alessandro Gaetano e da Ivan Almadori. Ha moderato l’incontro lo studioso di giornalismo e new media, Matteo Plin Ingrosso.

(di Grazia Pia Attolini)

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