Amarcord: la storia della Rondinella, la seconda squadra di Firenze

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Se qualcuno pensa che la definizione rondinella nel mondo del calcio faccia riferimento solamente al Brescia per il simbolo che la squadra lombarda rappresenta, è incappato nell’articolo giusto per cambiare idea. La Rondinella rimane per gli appassionati la seconda squadra di Firenze, la formazione che ha provato con pochi mezzi e tanta passione a far accorgere di sè il capoluogo toscano, riuscendoci in parte a cavallo degli anni ottanta.

A Firenze da sempre la Fiorentina è la squadra di calcio che monopolizza la città: le rivalità sono con la Juventus o con gli avversari regionali Pisa e Livorno e, negli anni duemila, anche col Siena, salito alla ribalta dopo decenni di anonimato. Nel 1946, però, un gruppo di sportivi del rione San Frediano decide di fondare una nuova società da contrapporre allo strapotere dei viola; l’idea nasce in un bar e la scelta del nome è già di per sè una storia tutta particolare perchè i fondatori non riescono a mettersi d’accordo. Durante una delle tante discussioni, lo sguardo di qualcuno si posa su alcune rondini di carta appese alle pareti del bar: da lì l’intuizione, la nuova squadra si chiamerà Rondinella. Autofinanziata e seguita da un ristretto gruppo di sostenitori, la Rondinella (che porta i colori della città, il bianco ed il rosso) si iscrive alla Seconda Categoria ed inizia un lungo peregrinare nelle serie dilettantistiche fino all’approdo in serie D e alla fusione con il piccolo sodalizio giovanile del Marzocco, dando così vita alla nuova denominazione di Rondinella Marzocco Firenze, definita anche R.M. Firenze (come ad esempio era riportato nelle figurine Panini), anche per far intuire subito il nome della città che col semplice Rondinella era poco evidente.

Nella stagione 1977-78, la Rondinella emerge nel campionato di serie D ed arriva prima alla pari col Viareggio. Ci vuole lo spareggio che termina in parità e le regole dell’epoca prevedono il lancio della monetina che premia i viareggini e condanna la Rondinella ad un rimpianto amarissimo e alla paura di non riuscire più a coronare quel sogno chiamato professionismo da contrapporre a quella Fiorentina così grande ed ingombrante in città. Niente di più sbagliato perchè la Rondinella Marzocco si riorganizza e ci riprova l’annata successivo, centrando una promozione storica e meritata, guadagnandosi quella serie C2 impensabile appena qualche anno prima. La formazione biancorossa è una società solida, organizzata ed ambiziosa, con poche risorse ma tanta passione; al debutto in terza serie, i toscani vincono 1-0 a Sansepolcro e si ripetono una settimana dopo in casa col Derthona, chiudendo addirittura il campionato al terzo posto, salvo poi essere declassati per 6 punti di penalizzazione rimediati a causa del calcio scommesse. Ma l’ottimo lavoro della Rondinella è ormai perfettamente avviato, tanto che nel 1982 arriva addirittura la promozione in C1, un risultato che a Firenze considerano quasi folle per un club minuscolo e che solamente da un paio d’anni ha trovato nel piccolo stadio Due Strade la propria tana casalinga dopo un lungo girovagare per i campetti della periferia fiorentina. Ora anche in città qualcuno si accorge dell’esistenza di un’altra squadra di calcio, ora i giornali locali dedicano anche alcuni piccoli spazi alla Rondinella che, tutto sommato, sta simpatica anche ai tifosi della Fiorentina, pure perchè le due compagini non hanno modo di sfidarsi nello stesso campionato.

Salvezza all’esordio, uno strabiliante settimo posto il secondo anno, due onorevoli piazzamenti a centro classifica sono i risultati dei primi 4 anni della Rondinella in C1 e sono risultati di tutto rispetto per una società pane e salame, come si usa dire quando si è di fronte ad una gestione semplice, genuina, fatta in casa. A Firenze c’è la Fiorentina che è il ristorante di prima fascia coi camerieri in camicia bianca e cravattino, mentre la Rondinella è la bettola, la trattoria dove c’è la tovaglia di carta e dove il cameriere è anche gestore e cuoco. Lo stadio Due Strade non è l’Artemio Franchi, non ci sono 40.000 appassionati a fare il tifo e a mettere paura agli avversari, c’è però cuore e sentimento, oltre alla consapevolezza di vivere un sogno che non si sa quanto durerà. Il campionato 1986-87 si rivela sciagurato per la compagine toscana, impelagata sin da subito in zona retrocessione ed incapace di uscirne nonostante il cambio di allenatore a metà stagione; la retrocessione si materializza per 3 punti che i biancorossi non riescono a recuperare alla Lucchese e la sensazione è che si stia pericolosamente cadendo verso il basso perchè la società appare impossibilitata e forse non pronta a risalire. La C2 viene mantenuta più o meno degnamente per due anni con un 12.mo e un 13.mo posto, poi nella stagione 1989-90 arriva il tracollo e la Rondinella precipita in serie D retrocedendo per un sol punto rispetto a Novara e Pontedera. Tentare una nuova scalata appare un’impresa, i fiorentini ci provano subito ma il terzo posto nell’Interregionale 1990-91 (l’attuale serie D) resterà per quasi un decennio il miglior risultato di una compagine che lentamente precipita nel dimenticatoio, arranca pure fra i dilettanti e finisce addirittura in Eccellenza nel 1997 fra debiti ed una pessima condizione finanziaria che obbliga il club ad una nuova fusione, stavolta con l’Impruneta Tavernuzze, accordo che consente al nuovo sodalizio di iscriversi alla serie D, denominata ora Campionato Nazionale Dilettanti.

La nuova società, che ha assunto i connotati della vecchia Rondinella, ha un sussulto tra la fine degli anni novanta e l’inizio dei duemila quando riesce a tornare in C2 al termine del campionato 1998-99 dopo un’estenuante battaglia con la Sangiovannese, vinta dai fiorentini per un punto. La nuova avventura tra i professionisti durerà tre anni: il primo vedrà i biancorossi salvarsi per il rotto della cuffia e dopo i playout vinti contro il Pontedera (1-0 a Firenze, 2-2 in trasferta), il secondo sarà ricco di soddisfazioni con un brillante ottavo posto, infine il terzo, stagione 2001-2002, finirà miseramente con un’ultima posizione determinata da appena 5 vittorie stagionali e ben 7 punti di ritardo dalla zona playout. Pavia-Rondinella 2-0 del 5 maggio 2002 è ad oggi l’ultima partita dei fiorentini in serie C, perchè dopo quel triennio di ritrovata gloria, la società toscana vivacchierà per un po’ in serie D (senza mai peraltro sfiorare il ritorno in terza serie), quindi sprofonderà nei campionati regionali, precipitando in Eccellenza ed in Promozione, e fallendo due volte (nel 2009 e nel 2012), vedendosi costretta a ripartire dalla Terza Categoria.

Altre realtà rionali negli anni hanno percorso la stessa strada della Rondinella: la Lodigiani a Roma ha sfiorato la serie B, il Chievo (impropriamente ed erroneamente catalogato come squadra della città di Verona di cui è una frazione) si è stabilizzato in serie A arrivando ad essere quasi più famoso del Verona con cui divide lo stadio e le simpatie cittadine. A Firenze, ancora oggi, c’è chi butta un occhio sui campetti di periferia e chiede: “Sapete mica che ha fatto la Rondinella?”. Se certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano, come da vendittiano ritornello, forse un giorno tornerà anche la Rondinella.

di Marco Milan

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