Amarcord: la curiosa avventura dei dilettanti della Panormus, la squadra che giocava di mercoledì

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Prendete una squadra di dilettanti che gioca a Palermo dove gli occhi sono tutti per la locale formazione rosanero, prendete il campionato di serie D all’inizio degli anni duemila in un calcio ultra miliardario e televisivo, metteteci pure il fatto che si parli di zona retrocessione della quinta serie del calcio italiano, a chi volete che interessi una storia così? E invece le vicende della Panormus, sconosciuta compagine palermitana, sono state tanto strane quanto avvincenti, una storia da romanzo che ha fotografato anche gli aspetti oscuri e la disorganizzazione della politica calcistica italiana, ritagliandosi uno spicchio di notorietà tutto particolare.

E’ caldo, troppo caldo in Sicilia a maggio del 2000 quando l’Italia del pallone è distratta dall’affascinante duello scudetto fra Lazio e Juventus, culminato col diluvio di Perugia ed il trionfo della Lazio di Eriksson, e dall’imminente inizio degli Europei in Olanda e Belgio; troppi impegni per gli sportivi italiani che nemmeno fanno caso alla festa di un piccolo rione palermitano che celebra lo storico approdo in serie D della Panormus, sodalizio della periferia di Palermo che dopo aver dedicato anni a curare il settore giovanile, sfornando talenti poi approdati in serie A (su tutti l’esempio di Emanuele Calaiò), ha deciso di provare, con quegli stessi talenti cresciuti in casa, a fare il grande salto, lasciandosi alle spalle i polverosi e stretti campetti regionali e provinciali per confrontarsi con la serie D, l’anticamera del professionismo. La scalata è dura, a Palermo lo sanno bene, ma la dirigenza della Panormus non ha paura ed è sicura di sè stessa e di un’organizzazione sportiva all’avanguardia. La Panormus vince il proprio girone di Eccellenza con 67 punti, 6 in più della Cephaledium seconda in classifica, 20 vittorie, 7 pareggi ed appena 3 sconfitte per la squadra giallorossa, trionfatrice di un campionato da record e per la prima volta ammessa alla serie D.

Festa e soddisfazione a Palermo dove la città butta un occhio a quella squadretta che ha permesso al capoluogo siciliano di festeggiare due promozioni in un colpo solo: quella del Palermo dalla serie C1 alla serie B dopo un’appassionante duello siculo col Messina e quella della Panormus, pronta a confrontarsi con piazze importanti e con formazioni nobili ma decadute. Ma la festa dura poco perchè un’inchiesta della giustizia sportiva declassa la società giallorossa a scontare 6 punti di penalizzazione nel campionato appena concluso, estromettendola di fatto dalla serie D e promuovendo al suo posto la seconda in classifica; i palermitani fanno ricorso, scoperchiando e facendo venire a galla tutte le lacune della politica calcistica che non riesce a far fronte alla situazione e cerca solamente di mettere qualche pezza qua e là: il primo ricorso lo vince la Panormus che viene riammessa alla serie D dalla Commissione Disciplinare, ma con i famosi 6 punti penalizzazione da scontare nel campionato successivo; tappando i buchi, si sa, il rischio è che l’acqua esca poi dall’altra parte e infatti ciò accade anche con la Panormus, riammessa in serie D dal T.A.R. senza penalizzazione, ma con la Federcalcio che si impunta e si appella al Consiglio di Giustizia Amministrativa, il tutto mentre, nel frattempo, i campionati sono già iniziati ed il girone I della serie D, quello a cui dovrebbe o avrebbe dovuto prendere parte la Panormus, vede le 18 squadre al completo con la Cephaledium piazzata al posto dei palermitani. Panormus che, nel frattempo, a malincuore ha iniziato la stagione nuovamente in Eccellenza, vincendo 5-2 la prima partita di campionato contro il Cinisi.

Luciano Nizzola, presidente della Federcalcio, è chiamato a trovare una soluzione per non protrarre ancora più a lungo una situazione grottesca. E la soluzione, un mese dopo l’inizio dei campionati di calcio in Italia, è il classico salvare capra e cavoli, la classica toppa all’italiana con regolamenti riscritti al momento aggirando le leggi evidentemente già strampalate. La Panormus viene ripescata in serie D in sovrannumero, creando stupore ma ovviamente gioia a Palermo dove nessuno credeva più in un epilogo fortunato; ma lo stupore è grande anche in tutta Italia dove questa curiosa storia inizia a prendere piede pure sui giornali nazionali, qualche giornalista iacominc a prendere taccuino e microfono, vola in Sicilia per capirci qualcosa in più. A rivoltarsi, poi, sono le altre 18 squadre del girone I della serie D che comprende formazioni siciliane, calabresi e lucane: le giornate di campionato disputate sono già 5, come farà la Panormus a mettersi in pari? Come si potrà rimpastare il calendario aggiungendo a torneo in corso una nuova squadra? La situazione è più ingarbugliata che mai, nel girone A dell’Eccellenza Siciliana è semplice annullare la partita fra Panormus e Cinisi, escludere i giallorossi dal campionato e proseguire la stagione con una squadra in meno, facendo riposare settimanalmente l’avversario di turno dei palermitani. In serie D, invece, è tutto assai più complicato, ma la decisione va presa in fretta e la decisione arriva in pochissimi giorni, se non la migliore, quantomeno l’unica possibile, quella che farà diventare la sconosciuta Panormus “la squadra del mercoledì”.

Altro che mercoledì da leoni, come annunciavano in quel periodo gli spot della Fininvest per annunciare le gare di Coppa dei Campioni delle squadre italiane, perchè le partite della Panormus diventano motivo di interesse per l’Italia della serie D: la formazione siciliana, per mettersi al passo col resto del gruppo, dovrà giocare tutti i mercoledì, affrontando di volta in volta a turno gli avversari, e sfruttando anche le domeniche di sosta del campionato, arrivando a metà gennaio in carreggiata con le giornate. La Panormus, già contenta di essere stata riammessa alla serie D, non può che accettare la bizzarra soluzione, prendendola con filosofia ma anche con stizza, perchè è evidente a tutti come la squadra palermitana parta in ritardo, con un organico preparato per l’Eccellenza e l’handicap psicologico di partire da zero punti in una classifica già vagamente delineata. Il presidente Auteri afferma: “Non possiamo far altro che adattarci, ci hanno gettato addosso fango con illazioni assurde, ci hanno fatto perdere l’inizio di stagione, costringendoci a partire rincorrendo gli altri che, oltretutto, ci guardano pure male perchè abbiamo ingarbugliato tutto il campionato. Noi due anni fa avevamo stilato un programma che ci potesse portare in C2 nel giro di quattro stagioni, adesso tutto si è complicato nonostante siamo in serie D”.

Il campionato parte male per la Panormus che dopo due partite esonera il tecnico Maurizio Miranda, ex calciatore del Messina in serie B, e chiama Santino Nuccio che riorganizza il gruppo, una rosa composta esclusivamente da calciatori palermitani con l’eccezione di un paio di ex professionisti. Vengono ribattezzati subito quelli del mercoledì, le partite della Panormus regalano fascino, ma è tutto complicato per i giallorossi che non riescono a prepararsi bene in una settimana sempre spezzata dalle partite e con poco pubblico al seguito perchè il mercoledì pomeriggio si lavora e i lavoratori difficilmente si prendono permessi per assistere alle gare della Panormus, limitandosi a gardare i risultati sul Televideo alla sera. L’unica nota positiva è che il tecnico giallorosso può viaggiare la domenica sui vari campi del girone per andare a visionare i prossimi avversari della sua squadra, sempre alla ricerca di punti e di mettersi in pari con un campionato che viaggia a ritmi normali e che è duro e complicato, perchè comprende formazioni che hanno vissuto anche la serie B, come ad esempio il Potenza e il Matera, e la serie C, come Vigor Lamezia e Ragusa.

La rimonta della Panormus si fermerà ad un soffio dalla salvezza: i giallorossi, partiti male ma bravi a rimontare nella seconda parte della stagione, retrocedono infatti con 42 punti, uno in meno della Sancataldese che si salva. Una beffa per la squadra palermitana che non riesce a guadagnarsi la permanenza in serie D nonostante 11 vittorie, una in più, ad esempio, del Corigliano Schiavonea che arriva settimo in classifica con 46 punti. Solo il Tezze, nel girone C, retrocede con 42 punti come la Panormus, mentre in altri gironi, le squadre scendono a quota 37 (Tolentino e Castelfiorentino) o a quota 38 (il Termoli). La delusione è forte per un sodalizio piccolo, ma ambizioso ed organizzato che mai riuscirà a tornare ai livelli di quell’anno 2000 che a Palermo ha conosciuto una realtà di provincia che ha provato il grande salto, scontrandosi con i tribunali prima e con un campionato bizzarro e rattoppato dopo. Non è servito a salvarsi, ma a far entrare la Panormus Calcio nell’olimpo di quelle storie che gli appassionati di sport amano leggere, ricordare e conservare.

di Marco Milan

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