Nord Corea, rubò manifesto regime. Morto studente USA rientrato dopo arresto

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Nord Corea. E’ morto dopo essere tornato negli Stati Uniti Otto Warmbier, il 22enne americano arrestato dal regime di Pyongyang nel 2016 per aver rubato un manifesto di propaganda del regime di Kim Yong-un. I genitori avevano denunciato lo stato di coma nel quale si trovava il figlio.

Dopo 17 mesi di prigionia in Corea del Nord, poche ore dopo il suo ritorno a casa, è’morto negli Stati Uniti Otto Warmbier, lo studente statunitense di 22 anni che Pyongyang deteneva nelle sue prigioni a seguito di una condanna di 15 anni ai lavori forzati per aver rubato un manifesto di propaganda del regime di Kim Yong-un dall’hotel nel quale risiedeva. Un atto considerato un crimine di Stato in Nord Corea.

La detenzione di 17 mesi aveva minato le sue condizioni di salute apparse subito molto gravi. Nelle foto che hanno immortalato il suo rientro, il giovane Otto veniva fatto scendere dall’aereo in barella e appariva intubato. Secondo quanto aveva riferito l’Associated Press, i medici che lo avevano visitato avevano riscontrato nel giovane gravi lesioni cerebrali: non parla, né compie movimenti o mostra comportamenti volontari: “Non mostra segni di comprensione della lingua, rispondendo ai comandi verbali, o consapevolezza dell’ambiente circostante“, ha spiegato il dottor Daniel Kanter, direttore medico dell’unità intensiva di neuroscienze dell’Università di Cincinnati, dove il giovane era ricoverato.

Secondo le autorità coreane, Warmbier era finito in coma dopo aver ingerito una pillola per favorire il sonno dopo un attacco di botulismo (una malattia che porta alla paralisi) anche se i medici americani hanno precisato che nel suo corpo non c’erano tracce di botulino. Fonti di Intelligence hanno invece detto al “New York Times” che il giovane sarebbe stato “brutalmente” e ripetutamente picchiato, tanto che si temeva che in realtà fosse morto.

Lo stato di coma durava da un anno, e in effetti la sua ultima apparizione pubblica risaliva al marzo 2016 durante il processo in cui ammise le sue responsabilità.

Nostro figlio è stato brutalizzato da un regime paria“, è la denuncia fatta dai genitori appena il figlio era ritornato in patria “Lo abbiamo saputo solo una settimana fa. Vogliamo che il mondo sappia come noi e nostro figlio siamo stati brutalizzati e terrorizzati dal regime paria di Pyongyang.

Il giovane si trovava in vacanza nella Corea del Nord, quando il 2 gennaio del 2016, dopo aver tentato di rubare un cartello di propaganda fuori da un hotel, era stato arrestato. In seguito ad un brevissimo processo tenutosi il 16 marzo dello stesso anno, il ragazzo era stato condannato a 15 anni di lavori forzati per “crimini contro lo stato”.

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