Giorno 1. Uno strano calore

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Qualche settimana fa, custodita in una bolla di pensieri, mi intrattenevo adagiatamente seduta al tavolino del bar, nei pressi del mercato della Tuscolana.

Masticavo senza contegno praline di cioccolata fondente.

Attendevo il solito ginseng amaro, quando ad un tratto, scorsi lui: un venditore di frutta e verdura che, con fare maldestro, mi porgeva un mazzo di carciofi.

Oggi sono in offerta. Mi si rivolse imbarazzato.

Caro ragazzo, hai sbagliato giorno, non è tempo per noi, ultimi romantici. E’ quello che avrei voluto dirgli. In realtà, rimasi zitta ed impietrita. Così timida e poco predisposta a ricevere attenzioni, mi appallottolai come un riccio impaurito e con fare altezzoso, bevvi fugacemente il mio ginseng senza proferire parola.

Eppure quel sorriso, a tratti malinconico mi aveva acceso qualcosa dentro. Ma senza preoccuparmene, come una vecchia inacidita lo lasciai lì da solo, con quel mazzo di carciofi avvolto nella carta di un giornale in bianco e nero.

Pensai che la città fosse tanto grande per me: quegli odori di spezie e quei colori vivi ed autentici di una metropoli in subbuglio. E poi quella musica classica, proveniente dalle case degli altri, vomitava scampoli di bellezza a ridosso della tangenziale. Il traffico asfissiante, la gente sommersa freneticamente dal tempo che scorreva, i miei scarponcini terribilmente consumati, uno zainetto, il mio taccuino e le immancabili praline di cioccolata.

Giunta a casa, ripensai alla mia giornata.

Non riuscii a distogliere il pensiero da quel ragazzo smilzo e terribilmente tenero.

Ripensai ai libri lasciati a metà, alla maledetta insonnia, al tempo beffardo, alla puzza di piscio delle zone industriali e agli occhi di quel ragazzo stravagante. Sorrisi. Ma poi me ne pentii.

Ma cosa poteva celarsi dietro quello strano calore che dalle cosce raggiungeva le pareti più sottili del cuore. Mi accorsi che la paura di rischiare, avrebbe tolto tutto il sapore alle cose inaspettatamente belle.

Eccomi a raccontare le sensazioni di una donna qualunque, attanagliata da un forte senso di inadeguatezza e da una perenne incapacità di fare e dire la cosa giusta.

Ah, se fossimo bravi ad applicare i consigli proferiti agli estranei anche alle nostre vite, sarebbe un mondo migliore.

Ora dormo.

Ps: domani ritornerò in quel bar.

(di Greta Marraffa)

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