Ingresso Turchia in Ue: il Parlamento europeo propone lo stop

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Turchia in UE? Il Parlamento europeo vota a favore dello stop. Erdogan lo considera un voto senza valore e minaccia la riapertura agli immigrati delle frontiere

Un altro stop per l’eventuale ingresso della Turchia nell’Unione Europea. Giovedì 24 novembre, infatti, una risoluzione del Parlamento Europeo ha decretato una sospensione dei negoziati per l’ingresso del Paese nell’UE. La risoluzione, però, non è vincolante: è il Consiglio europeo l’unico a poter decidere di sospendere le trattative, che vanno ormai avanti dal 2005.

Ma se prima il dubbio sull’eventuale entrata era basato su scrupoli “culturali”, in luce degli ultimi eventi l’opposizione è ancora più forte e motivata. Nel testo della risoluzione, infatti, si legge: “Le misure repressive adottate dal governo turco nel quadro dello stato di sono sproporzionate, attentano ai diritti e alle libertà fondamentali sanciti nella costituzione turca e minacciano i valori democratici dell’Unione europea”. Il documento è stato sostenuto da una coalizione formata da conservatori, socialisti, liberali, verdi, popolari e Gue-Ngl. L’approvazione è arrivata con 479 voti a favore, 37 contrari e 107 astensioni.

La Turchia non è sembrata colpita dal risultato della votazione. Recep Tayyip  Erdogan aveva già dichiarato alla gigilia della votazione che “Il voto non ha per noi alcun valore, qualunque sia il risultato” e aggiungendo che l’Europa è quindi dalla parte dei terroristi. È la stessa linea che si apprende dal comunicato di Omer Celik, ministero turco per gli Affari europei: “È facile parlare così in posti dove il terrorismo non è arrivato – ha poi aggiunto – . In un momento in cui la Turchia, che ha un confine di 1.295 chilometri con Siria e Iraq, è coinvolta in un’accresciuta lotta contro il terrorismo, in Europa ci sono dibattiti senza visione e imprudenti, invece di mostrare solidarietà”. Si tratta di una dichiarazione forte, che ribadisce l’importanza della Turchia come cancello tra Oriente e Occidente. Una dichiarazione che però lascia sempre un’ombra di dubbio, considerate le accuse mosse dai Curdi, impegnati nella battaglia contro l’Isis, secondo cui la Turchia chiuderebbe spesso e volentieri un occhio sui passaggi di frontiera di sostenitori dello Stato islamico.

Al momento però la maggior parte degli Stati membri e Federica Mogherini, Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, sono contrari alla sospensione delle trattative. Non si sa quanto questo pensiero sia stati influenzato dalla minaccia fatta da Erdogan. Il leader dell’Akp ha infatti dichiarato, rivolgendosi ai leader dei vari Paesi: “Se andate avanti, i cancelli della frontiera verranno aperti. Né io né il mio popolo subiremo gli effetti di queste minacce. Non avrebbe importanza se tutti voi approvaste il voto”.

Una dichiarazione che ha certamente avuto il suo peso: l’Unione Europea sa ce non può permettersi un’altra massiccia ondata di immigrazione.

(di Francesca Parlati)

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