Il coworking conquista l’Italia

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L’ultimo esempio arriva da Cremona, dove nel campus di fabricadigitale basta un’APP per aprire la porta e accendere le luci: gli spazi condivisi per i lavoratori crescono sempre di più e il Nord Italia, Milano in testa, fanno da pionieri al lavoro “smart”

Succede in tutto il mondo, ma in Italia è un fenomeno che sta prendendo piede velocemente ed in maniera molto diffusa: i luoghi del lavoro condiviso sono ormai più di 11mila in tutto il globo e in Italia, proprio in questi giorni, hanno superato i 300 spazi secondo quanto diffuso da Talent Garden, la più grande comunità fisica in Europa per talenti del digitale.

Secondo una ricerca di Forbes, il 40% della forza lavoro dei paesi occidentali diventerà freelance o lavorerà in proprio individualmente. Questo, insieme alle dinamiche aziendali che stanno evolvendo verso lo smart working,  sta totalmente modificando il come e il dove delle persone che lavorano.

“La sharing economy – come spiega l’amministratore delegato e co-fondatore di Talent Garden, Davide Dattoli – sta facendo evolvere il modo di lavorare, proprio a cominciare dagli spazi ed il coworking così da nicchia sta divenendo un nuovo modo di lavorare, rispondendo alla rivoluzione in atto nel mondo del lavoro”. “Il coworking – ha continuato Dattoli – non si sceglie tanto per i costi che vengono resi variabili, ma soprattutto per la possibilità di interagire e condividere le conoscenze con altre persone e di organizzare i tempi di lavoro secondo le proprie esigenze.”

I dati del coworking in Italia. In vetta alla classifica c’è il Nord, dove si trova il 65% dei coworking della Penisola, tra Lombardia (circa 90), Veneto (circa 30), Emilia-Romagna (circa 30) e Piemonte (circa 20). Milano domina con i suoi quasi 60 coworking. Resta indietro Roma (poco più di 20). In generale, una postazione di lavoro con tutti i servizi annessi allo spazio si può affittare da 25 euro al giorno a 250-300 euro al mese. Prevalgono gli uomini (circa il 65%), ma il numero di donne che inizia a cercare spazi di lavoro condivisi è in crescita. Spesso, chi usufruisce di questi spazi è freelance o lavora per piccole imprese, ma sono in crescita i numeri relativi alle le grandi imprese che entrano in questo mondo. Molte aziende italiane infatti sembrano aver capito le potenzialità degli spazi di coworking, tanto da mandarci i propri dipendenti, nella convinzione che la contaminazione li faccia crescere e li renda più produttivi.

Un esempio interessante arriva da Casalmaggiore (Cremona), dove è stato inaugurato l’Open Innovation Campus di fabbricadigitale, azienda IT specializzata in soluzioni software per il mondo cloud e multimediale, finalizzato alla creazione di una vera e propria Innovation Community. Si tratta di un luogo fisico, fra le province di Cremona, Mantova e Parma, e a pochi chilometri dalla provincia di Reggio Emilia, concepito non solo come spazio di co-working, ma anche di aggregazione, di incubatore di start up, di fab-lab che possa divenire un punto di riferimento per chi ha idee da sviluppare e un luogo di contaminazione al quale attingere. Nato dall’iniziativa di un’azienda privata, il Campus è organizzato in tre aree principali (lavoro, relax e laboratori). In 330 metri quadrati si mette a disposizione degli ospiti una stampante 3D e esista un’APP che permette l’accesso senza chiavi alla struttura. Con un semplice click sullo smartphone, la porta d’ingresso si apre e non solo. Sempre attraverso il telefonino si possono accendere e spengere le luci, scegliere il colore della luce della propria postazione di lavoro, visualizzare la mappa e il regolamento degli spazi interni e consultare eventi e news del blog.

(di Annalisa Spinelli)

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