Amarcord: gli storici due anni della Ternana in serie A

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ternana-serie-aL’Umbria e la serie A: probabilmente viene subito in mente il Perugia, i tanti anni in massima serie dei biancorossi, il secondo posto da imbattuti alle spalle del Milan nel 1979, l’era Gaucci con Castagner e Cosmi in panchina. Pochi sanno, però, che la prima squadra a rappresentare la piccola regione centroitalica in serie A è stata la Ternana ad inizio anni settanta. Un’avventura breve ma storica, un risultato forse ineguagliabile per quelle che da tutti sono considerate le fere, le belve.

Serie B 1971-72: la Ternana, guidata in panchina dal tecnico Corrado Viciani, si issa al comando del campionato all’ottava giornata senza più scendere e conquista la prima, storica ed impronosticabile promozione in serie A il 18 giugno 1972 battendo per 3-1 il Novara. Una festa indescrivibile in tutta Terni, una città piccola ma calorosa, molto attaccata alla squadra locale che scende in campo con la divisa a strisce verticali rossoverdi, una rarità nel calcio italiano. C’è il grande capitano Romano Marinai che ha guidato la compagine umbra dalla serie C fino alla A, c’è Piero Cucchi che una volta smesso di giocare diventerà un buon allenatore nonchè papà del compianto Enrico, calciatore di Inter, Fiorentina e Bari, morto a poco più di trent’anni per un male incurabile. Nell’estate del 1972 a Terni è come se fosse il carnevale di Rio: la città è imbandierata, i colori rossoverdi sono ovunque, la serie A è un traguardo ancora impossibile da credere, eppure è realtà e lo sa bene la dirigenza ternana che deve organizzare un campionato duro e mai affrontato prima, allestendo un organico dignitoso per sfidare il fior fiore del calcio italiano. Il presidente Giorgio Taddei non stravolge la squadra che ha vinto la serie B e si fida molto dell’allenatore, quel Viciani che ha un credo tattico completamente opposto a quello classico in vigore allora in Italia, ovvero lancio lungo e contropiede: Viciani fa del possesso palla e del pressing forsennato l’arma vincente della sua Ternana, fa ammattire gli avversari facendoli correre a vuoto mentre i rossoverdi hanno la palla e la fanno girare velocemente. Così vuole imporsi anche in serie A, convinto anche che il pubblico apprezzi quel gioco arioso e veloce che già fa parlare molto i giornali sportivi, curiosi di vedere all’opera quella squadra strana e così poco italiana, più vicina all’Ajax che sta rivoluzionando il calcio mondiale col calcio totale, che alla Juventus o all’Inter che dominano la serie A con il consueto catenaccio.

L’esordio della Ternana in serie A avviene domenica 24 settembre 1972 in casa del Napoli dove arriva un’onorevole sconfitta per 1-0, mentre il debutto casalingo allo stadio Liberati risale al 1 ottobre, una settimana più tardi: l’impianto di Terni sembra scoppiare per la passione dei tifosi, per la prima volta ad assistere ad una gara di massima serie e per di più contro una grande come il Milan che solo tre anni prima alzava al cielo la Coppa dei Campioni a Madrid contro l’Ajax. Ternana-Milan è una gara a senso unico e lo è a favore degli umbri che rimbambiscono la squadra rossonera con il famoso gioco corto e il possesso palla della formazione di Viciani a cui manca solo il gol nonostante i ripetuti tentantivi di Beatrice e compagni; finisce 0-0 e a fine partita Nereo Rocco, tecnico milanista, dirà: “Ci portiamo a casa un pareggio che è pure troppo per noi”, una dichiarazione forte che fa capire quanto la Ternana meritasse il successo. E’ mancato solo il gol, si diceva, diventerà una costante per una squadra tanto bella quanto inconcludente, che troverà la prima storica vittoria in serie A alla quarta giornata, il 24 ottobre, 2-0 in casa sul Bologna, seguita un mese dopo dal 2-1 al Verona nell’ottavo turno. I risultati sono balbettanti, ma la Ternana sembra in grado di lottare per la salvezza alla pari delle contendenti, poi però, dopo il successo sugli scaligeri arrivano quattro sconfitte in cinque partite che fanno passare agli umbri un Natale pessimo, prima del ritorno alla vittoria il 7 gennaio 1973, 2-0 al Vicenza. Anno nuovo, vita nuova? No, perchè quello sui veneti rimarrà l’ultimo successo di una stagione che pian piano diventa un calvario per la squadra di Viciani: i rossoverdi nel girone di ritorno non vincono mai, segnano solamente tre gol (due dei quali nella stessa partita persa in casa 3-2 contro la Juventus futura campione d’Italia) e pareggiano il più delle volte per 0-0. La squadra non gioca male, costruisce anche ma non finalizza mai; il solo bel gioco assemblato da Viciani non basta e la Ternana retrocede inesorabilmente classificandosi all’ultimo posto con soli 16 punti, frutto di 3 vittorie, 10 pareggi e ben 17 sconfitte, una media inglese di -23, meglio del Palermo penultimo ma non abbastanza per agganciare la zona salvezza. Penultimo attacco del campionato con 14 reti messe a segno, un dato su cui la proprietà umbra riflette, perchè capocannonieri della squadra sono in cinque, tutti a 2 marcature (Beatrice, Cardillo, Luchitta, Mastropasqua e Rosa), segnale che gran parte dei problemi la Ternana li ha avuti in fase realizzativa.

Il sogno a Terni sembra finito, in molti credono che l’illusione si sia già spenta, anche perchè Viciani capisce che il suo ciclo in Umbria è terminato e va ad allenare il Palermo, retrocesso in serie B proprio come la Ternana. Il presidente Taddei chiama così in panchina Enzo Riccomini, tecnico emergente, toscano che finora ha allenato solo nella sua regione guidando Empoli e Sestese, chiedendo al nuovo allenatore di costruire un rinnovato gruppo vincente e restituire enstusiasmo ad una piazza delusa dalla retrocessione e convinta di aver ormai esaurito il momento di gloria della sua storia. Ma con un campionato meno esaltante del primo, eppur ugualmente redditizio, Riccomini riporta immediatamente la Ternana in serie A grazie al terzo posto fra i cadetti nel torneo 1973-74, chiuso alle spalle di Ascoli e Varese, sufficiente per riconquistare in fretta la massima serie. Il nuovo tecnico assolve alla perfezione le richieste della presidenza: riporta la squadra in serie A e riporta pure la gente allo stadio, tornando a far innamorare Terni della Ternana con un esodo epocale a Firenze dove gli umbri sono costretti a giocare la gara interna contro il Como e dove arrivano oltre diecimila ternani a sostenere la compagine rossoverde. La Ternana è nuovmaente in serie A e stavolta il presidente Taddei non vuole farsi trovare impreparato come due anni prima: c’è da risolvere il problema in zona gol, evidenziato nella precedente esperienza in A, così accanto a Nicola Traini, bomber della serie B, arriva l’esperto centravanti Carlo Petrini, conoscitore della massima serie con campionati nel Milan, nel Torino e nel Varese, tornato alla ribalta delle cronache ad inizio degli anni duemila dopo i suoi famosi libri autobiografici in cui denunciava scandali di doping e partite truccate della sua epoca.

L’inizio del campionato 1974-75, il secondo in serie A, è da incubo per la Ternana che ottiene tre sconfitte nelle prime tre giornate: 0-1 al Liberati contro la Fiorentina, 1-2 a Cesena e 0-2 in casa contro il Cagliari. Il primo punto, un po’ a sorpresa, arriva nel quarto turno, 1-1 contro i campioni d’Italia in carica della Lazio con vantaggio umbro di Traini e pari laziale di Chinaglia solo su rigore e quasi al 90′. E’ la gara che fa sbloccare la Ternana che una settimana più tardi pareggia in casa del Torino e la giornata successiva conquista il primo successo stagionale battendo fra le mura amiche il Varese per 2-0 con reti di Garritano e Traini. Ma le cose non si mettono bene per gli umbri, ancora una volta anemici in fase realizzativa: a deludere è soprattutto Carlo Petrini che in Coppa Italia ha realizzato ben 5 reti fra cui un poker all’Alessandria, ma che riesce a segnare il suo primo gol in campionato solamente alla penultima giornata del girone d’andata nel 2-2 contro la Roma (sua futura squadra) e ripetendosi la domenica dopo siglando l’illusiorio vantaggio della Ternana sul campo del Milan che vincerà poi 3-1. All’inizio del girone di ritorno, però, qualcosa cambia e gli uomini di Riccomini battono al Liberati sia il Cesena (1-0) che il Torino (2-1 con gol di Traini a cinque minuti dal fischio finale), rimanendo vicini ad Ascoli, Sampdoria e Vicenza che si stanno giocando la permanenza in serie A e staccando il Varese ultimo e praticamente già condannato alla retrocessione. Dopo il pareggio casalingo per 0-0 contro l’Inter, la Ternana si appresta a giocare le ultime cinque partite di campionato con rinnovate ambizioni di salvezza, puntando il quart’ultimo posto occupato da una Sampdoria che non sembra irresistibile e che ha battuto gli umbri nello scontro diretto solo grazie ad un calcio di rigore; ma sarà un finale di stagione infernale per la squadra di Riccomini che all’improvviso si scioglie come se fosse fatta di ghiaccio e in concomitanza con l’arrivo della primavera: nelle cinque gare finali, infatti, la Ternana perde sempre, a cominciare dall’impietoso 7-1 subìto a Napoli, per proseguire col delittuoso ko ad Ascoli in casa di una diretta concorrente per la salvezza, infine con le pronosticabili sconfitte contro Juventus, Roma e Milan che sanciscono la nuova caduta in serie B dei rossoverdi, inchiodati al penultimo posto della classifica con 19 punti, 4 vittorie, 11 pareggi e 15 sconfitte, 19 reti all’attivo e 42 al passivo, -23 di media inglese, come due anni prima. La Ternana retrocede con più onore rispetto all’ultima volta, ma conferma di avere una rosa assemblata con poco criterio, soprattutto in attacco, dove il cannoniere principe è Traini (4 reti) e dove delude Petrini, autore di soli 3 gol nonostante l’esperienza.

Ternana-Milan 1-3 del 18 maggio 1975 è l’ultima partita ad oggi della Ternana in serie A, proprio contro i rossoneri con cui gli umbri avevano giocato la prima gara casalinga in massima serie destando pure parecchi consensi. La Ternana ha tentato subito una nuova risalita, fallita però a differenza della volta precedente, e andando poi incontro a tanti anni bui con difficili campionati di C2 e C1, il fallimento di inizio anni novanta e la lenta ripresa col ritorno in B nel ’98 e il sogno del ritorno in serie A cullato per buona parte del campionato 2003-2004 e svanito dopo un girone di ritorno al di sotto delle premesse. Due sole stagioni in serie A, il vanto di aver portato per primi l’Umbria fra i grandi: alla Ternana di inizio anni settanta, insomma, i tifosi saranno grati per sempre, una parentesi gloriosa e forse irripetibile per una città piccola, per una provincia appassionata e tutt’ora legatissima alla maglia rossoverde.

di Marco Milan

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