Trivelle: fallisce il referendum. Quorum non raggiunto

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Trivelle. Quorum non raggiunto al referendum, va a votare solo il 30% e vince inutilmente il sì. Renzi:”Inutile buttare via 300 milioni per questo referendum”.

Trivelle. Il referendum del 17 aprile non ha raggiunto il quorum: il risultato è stato ben lontano dal 50% più uno necessario. Secondo i dati diffusi dal Viminale, alle urne si è recato solo il 32,1% degli aventi diritto al voto. In questo scenari l’eccezione è stata la Basilicata, dove il quorum è stato raggiunto, in particolar modo nella provincia di Matera, con il 52,5% di elettori coinvolti. Deludenti le altre regioni che si affacciano sull’Adriatico, direttamente interessate dalla materia di voto: la Puglia, tra i maggiori sostenitori, non è andata oltre il 42%, Marche ed Emilia Romagna si sono fermate al 34% circa, il Friuli Venezia Giulia al 32,16%.

Rimane comunque dell’ottimismo da parte dei promotori del Sì al referendum: nonostante non sia stato raggiunto il quorum, tra i voti raccolti il Sì si presenta come vincitore, con l’86%. Michele Emiliano, governatore della Puglia, ha definito il referendum comunque un successo, con 14 milioni di votanti, sottolineando che sono “gli stessi voti che il Pd ha preso nel suo più grande risultato elettorale, che sono le europee di due anni fa – ha osservato – il governo dovrà tenerne conto”.

Il commento del governatore pugliese, arriva in risposta alla reazione del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Già prima del 17 aprile, il premier aveva manifestato il suo essere contrario al referendum e dopo i risultati, ha commentato dal suo studio a Palazzo Chigi: “E’ stato sconfitto non chi ha votato, ma chi ha proposto il referendum […]E’ stato inutile buttare via trecento milioni di euro per questo referendum, quando la prima cosa che viene chiesta alle Regioni è di abbattere le code per la sanità. Con quella cifra avremmo potuto acquistare 350 nuove carrozze per il trasporto pendolare”. Sulla sua decisione di astenersi dal voto, il sindaco d’Italia ha poi proseguito: “Ho sofferto la scelta di non andare a votare. Sto dove si rischia anche solo un posto di lavoro. Levo simbolicamente i calici con loro, con le undicimila persone che avrebbero rischiato il posto di lavoro, per i quali abbiamo lavorato e proposto l’astensione ai cittadini”.

Astensione proposta non sempre in maniera elegante, come per esempio lo sberleffo di Ernesto Carbone su Twitter: “Prima dicevano quorum. Poi il 40. Poi il 35. Adesso, per loro, l’importante è partecipare. #ciaone”. Pur trattandosi di un tweet rivolto principalmente a quei membri del PD a favore del referendum, la percezione a livello di opinione pubblica è stata forte. Nei sondaggi Ipsè per Agorà, infatti, nella settimana successiva al referendum il PD perde 1,3 punti percentuali e il premier viene ritenuto più debole rispetto al 17 aprile da ben il 45%.

di Francesca Parlati

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