Serie A, top e flop. La Roma padrona del derby, crolla il Napoli a picco le milanesi

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Foto_Serie-AConsueto appuntamento con i nostri top e flop dopo la 31esima giornata di campionato. Alle spalle la Serie A si mette il derby di Roma, un Napoli furente e un Milan sempre più in crisi.

 

TOP

JUVENTUS,  MAI COSI PRIMA:

Mentre la squadra di Allegri sabato sera, non senza poche difficoltà, batte di misura un Empoli coriaceo, nella giornata di ieri il Napoli stecca la trasferta di Udine consegnando con tutta probabilità il quinto scudetto consecutivo ai bianconeri. Una mentalità vincente, tra i confini nazionali, che non conosce sosta. La falsa partenza di inizio stagione aveva fatto pensare a un campionato diverso, forse più equilibrato e avvincente ma a sette giornate dalla fine del campionato il risultato finale sembra già scritto. Non si vincono tutti questi scudetti di fila senza programmazione e professionalità, senza dirigenti competenti e una squadra con valori superiori alla media. La bruciante eliminazione dalla Champions League ha, con tutta probabilità, aumentato la voglia di primeggiare in campionato. Mai così prima, proprio perché le avversarie sembrano perdere colpi e arrendersi pian piano all’evidenza di uno strapotere tecnico e mentale senza eguali.

SPALLETTI, UNA COERENZA VINCENTE:

L’allenatore della Roma è la vera arma in più di una squadra che ha cambiato marcia, risalendo a grandi passi una classifica che ora sorride ai giallorossi. La vittoria nel derby è l’ennesima ignizione di fiducia per una squadra scollata e insicura nell’ultima parte della gestione Garcia. Una coerenza vincente, perché il tecnico di Certaldo sin dal primo giorno ha imposto scelte forti e in alcuni casi scomode prendendosi le proprie responsabilità. L’esclusione della bandiera Francesco Totti ha creato non poco problemi all’ex Zenit che però ha tirato dritto per la propria strada portando normalità e consapevolezza nella testa dei suoi giocatori. Una mentalità vincente che ha permesso ai giallorossi di arrivare a soli 4 punti dal secondo posto valevole per la qualificazione diretta alla Champions League.

LE DUE CURVE ROMANE, UNA PROTESTA CIVILE CHE FA RIFLETTERE:

Un derby anomale giocato sul campo e non sugli spalti, entrambe le tifoserie organizzate di Lazio e Roma, infatti, hanno vissuto la stracittadina lontano dall’Olimpico nel segno di una protesta che ormai va avanti da inizio autunno. Una presa di posizione forte ma allo stesso tempo dolorosa che vede sacrificare, con tutta probabilità, la cosa più bella per un tifoso ovvero la sua presenza allo stadio. Non si entra nel merito della disputa e delle sue mille sfaccettature ma una cosa è certa: la scelta di organizzare, nonostante tutto, due punti di aggregazione ben distinti, uno per i tifosi della Roma e uno per quello della Lazio, e guardare il derby tutti assieme come si fosse in curva è simbolo di civiltà e maturità. Protesta giusta o sbagliata che sia, si deve dare atto e fare un plauso a  chi sacrificando la sua indole di tifoso mette in atto uno sciopero destinato a fare storia.

FLOP

LAZIO, UN DISASTRO ANNUNCIATO CON PIOLI CHE PAGA PER TUTTI:

Un disastro annunciato, figlio di una campagna acquisti estiva e invernale che grida vendetta, figlio del clima surreale che si vive dalle parti di Formello, figlio di una gestione senza amore che trova  puntualmente nel tecnico di turno un capro espiatorio perfetto. Un allenatore lasciato solo a gestire un gruppo scollato e senza mordente, una società incapace di dare nuovi stimoli a una squadra che tanto bene aveva fatto lo scorso campionato. Che qualcosa si era rotto lo si era capito ad inizio stagione, la doppia sconfitta in supercoppa e nei preliminari di Champions League hanno minato una situazione già esplosiva di suo. A pagare per tutti ad oggi è Stefano Pioli, il meno colpevole perché poi alla fine in campo ci vanno i giocatori e perché è la società che ha portato a Roma giocatori non all’altezza di vestire la maglia della Lazio. La squadra nella giornata di domani andrà in ritiro con il nuovo allenatore Simone Inzaghi, a fare cosa? Nessun obbiettivo è ormai alla portata, squadra e società avrebbero fatto meglio a farsi un esame di coscienza e a prendersi le proprie responsabilità.

MIHAJLOVIC-MILAN, UN FEELING MAI SBOCCIATO:

Ennesima battuta di arresto per il Milan, i rossoneri perdono per 2 a 1 a Bergamo e a Milanello scatta un ritiro lungo sette giorni. Mai così in bilico il tecnico serbo ma la società ha deciso di continuare con lui. Una squadra, quella rossonera, che per tutta la stagione ha inseguito e mai trovato la continuità necessaria per ambire a traguardi importanti, una società che non ha mai fatto trasparire piena fiducia nel tecnico, un ambiente ormai stanco e sfiduciato dopo i pochi risultati ottenuti negli ultimi anni. Ultimo e ormai decisivo obbiettivo stagionale rimane la finale di Coppa Italia contro la Juventus, una finale che permetterebbe ai rossoneri, in caso di vittoria, di conquistare un posto in Europa League. Un solo modo per salvare la stagione, un tecnico in bilico da inizio anno che probabilmente lascerà a fine stagione.

NAPOLI, LA PRESSIONE GIOCA BRUTTI SCHERZI:

Brutta battuta di arresto per il Napoli di Sarri in quel di Udine, i partenopei rimediano una sonora sconfitta figlia di un approccio sbagliato e un nervosismo eccessivo, a questi livelli la pressione gioca brutti scherzi e la frustrazione monta quando insegui un avversario come la Juventus che non sbaglia un colpo. E pensare che gli azzurri sembravano destinati a vincere quello scudetto che ora vedono sfumare, forse con questo si spiega il nervosismo di Gonzalo Higuain, l’argentino che ieri ha firmato il suo 30 esimo gol stagionale è stato espulso e data l’eccessiva reazione rischia almeno tre giornate di squalifica. I partenopei ora devono raccogliere le forze per difendere un secondo posto che non sarebbe comunque un fallimento viste le premesse di inizio stagione.

Serie A 31esima

Carpi – Sassuolo 1-3 (Sansone, Gagliolo, Defrel, Acerbi)
Juventus – Empoli 1-0 (Mandzukic)
Udinese – Napoli 3-1 (Fernadnes, Higuain, Fernandes, Thereau)
Lazio – Roma 1-4 (El Shaarawy, Dzeko, Parolo, Florenzi, Perotti)
Genoa – Frosinone 4-0 (Suso, Suso, Rigoni, Suso)
Fiorentina – Sampdoria 1-1 (Ilicic, Alvarez)
Chievo Verona – Palermo 3-1 (Cacciatore, Gilardino, Rigoni, Birsa)
Atalanta – Milan 2-1 (Luiz Adriano, Pinilla, Gomez)
Inter – Torino 1-1 (Icardi, Molinaro, Belotti)

di Claudio Serratore

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