Amministrative 2016: tutte le donne in campo

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Le amministrative 2016 sono alle porte e a Roma, Milano e Napoli i maggiori partiti schierano candidate quanto mai agguerrite e intenzionate a portare a casa la vittoria

Donna al volante pericolo costante! Così recita un vecchissimo detto, considerato dai maschilisti più incalliti come una delle pietre miliari nella lotta contro il “gentil sesso”. Tuttavia, nel 2016, anche i partiti italiani sembrano aver deciso di mandare in pensione ogni forma discriminazione di genere per imboccare la strada della vera parità, decidendo di candidare numerose esponenti femminili alle prossime elezioni amministrative. Finalmente, verrebbe da dire. Da Roma a Milano, passando per Napoli, sono molte le città che vedranno candidate del tanto bistrattato “sesso debole” affrontarsi, in una sfida all’ultimo comizio, per portare a casa la vittoria finale alle amministrative 2016.

Certo, non che questa sia la prima volta che politiche di rango si sfidano per conquistare lo scranno di sindaco in qualche città importante o la carica di presidente in qualche regione chiave, ma quest’anno, più che nelle altre tornate elettorali, sembra che la sfida sia diventata veramente una lotta fra titani, pronti a darsele di santa ragione e senza esclusione di colpi, durante tutta la campagna elettorale. Già in passato c’erano stati esempi eccellenti di donne arrivate a ricoprire cariche importanti all’interno dei principali enti locali italiani. Tuttavia, molte di loro sembravano richiamare quel clima da Prima Repubblica, a cui erano legate le loro storie personali e politiche. Al contrario, negli ultimi anni, le cose sono decisamente cambiate. L’ultimo caso significativo è senza dubbio quello della giovanissima renziana, Debora Serracchiani, eletta alla presidenza della Regione Friuli-Venezia Giulia, nel 2013.

Virginia Raggi, Candidata del M5S per il Campidoglio
Virginia Raggi, Candidata del M5S per il Campidoglio

E per le amministrative 2016, la tendenza sembra essere confermata, quanto meno in alcune delle principali città italiane. Partiamo da Roma, dove ci sono ben due candidate pronte a battersi fino all’ultimo per diventare le nuove inquiline del Campidoglio. Da una parte Virginia Raggi, avvocato romano, classe 1978, candidata del Movimento Cinque Stelle alle elezioni capitoline. Dall’altra, Giorgia Meloni che nonostante la giovane età è una delle veterane della politica italiana, avendo già ricoperto numerosi ruoli istituzionali (è stata vice-presidente della Camera dei Deputati e Ministro) ed essendo la presidente, nonché fondatrice, del partito Fratelli d’Italia. Il percorso che ha portato le due donne romane a candidarsi è stato sicuramente molto diverso. Virginia Raggi è stata scelta attraverso il sistema delle Comunarie, le consultazioni online tanto care al Movimento Cinque Stelle, che l’hanno vista prevalere con 1764 preferenze su un totale di poco meno di 4000 votanti. Per contro Giorgia Meloni, in dolce attesa e reduce dalle polemiche suscitate dall’annuncio della sua gravidanza durante il Family Day del 29 gennaio scorso, ha deciso di candidarsi per far fronte alla mancanza di empatia e di appeal di Guido Bertolaso, candidato scelto direttamente da Silvio Berlusconi per rappresentare il centro-destra a Roma.

Giorgia Meloni, candidata a Roma per Fratelli d'Italia
Giorgia Meloni, candidata a Roma per Fratelli d’Italia

La candidatura della Meloni, arrivata dopo giorni di continui tira e molla, voci di corridoio e smentite decisamente poco credibili, non ha fatto altro che surriscaldare il clima nel centro-destra, peraltro già rovente per la totale mancanza di coesione fra Lega e Forza Italia, in merito alla gestione della campagna elettorale per la capitale. In risposta all’inattesa candidatura della Meloni, Guido Bertolaso e Silvio Berlusconi hanno pensato bene di rispolverare uno dei più classici cliché maschilisti ovvero quello che sostiene la necessità, o forse dovremmo dire il dovere, delle mamme e delle donne incinte di dedicarsi solo ed esclusivamente alla prole. Le suffragette e le femministe della prima ora si saranno rivoltate nella tomba.

Patrizia Bedori
Patrizia Bedori, candidata a Milano per il Movimento  Stelle

Non è andata molto meglio a Patrizia Bedori, candidata di M5S a Milano. Anche all’ombra della Madonnina, la politica pare essere ancora un campo squisitamente maschile. Dopo quello che era sembrato un inizio trionfale, la Bedori è stata letteralmente scaricata dall’establishment pentastellata. Nonostante l’ormai ex candidata di M5S abbia dichiarato di non aver subito pressioni dal movimento, non è possibile negare che sia stato lo stesso Beppe Grillo a chiedere alla cittadina Bedori di fare un passo di lato. Troppo poco avvezza a gestire i media è stato detto, ma i malpensanti non hanno potuto non sottolineare le differenze fra lei, sciura milanese di professione casalinga, e la cittadina Raggi, bella, rampante e in carriera. I cattivi, poi, hanno detto che Grillo e Casaleggio abbiano riflettuto sul fatto che, anche per conquistare Palazzo Marino, un po’ di fotogenia fosse necessaria.

Valeria Valente è la candidata del PD a Napoli
Valeria Valente è la candidata del PD a Napoli

E poi c’è Napoli, dove impazza da giorni lo scandalo delle primarie del PD. La neo eletta candidata del Partito Democratico, Valeria Valente, è stata letteralmente travolta dalle polemiche relative ai brogli commessi durante il voto delle primarie. Se dovesse essere accettato uno dei numerosi ricorsi presentati dall’ex sindaco Bassolino, anch’egli candidato alle primarie, Valeria Valente vedrebbe rimessa in discussione la sua candidatura. In caso contrario, il rischio è che Antonio Bassolino si presenti da solo nella corsa per Palazzo San Giacomo, sottraendo voti al PD e facendo il gioco del sindaco uscente De Magistris.

Dunque si preannunciano tempi duri per le candidature in rosa alle prossime elezioni amministrative. A eccezione di Virginia Raggi, che al momento sembra godere del pieno appoggio del suo partito, le altre candidate in campo rischiano di passare l’intera campagna elettorale a fronteggiare gli attacchi interni e a dover giustificare la propria candidatura. Sempre che non “scelgano” di fare un passo di lato come è avvenuto a Milano. E mentre negli Stati Uniti, Hillary Clinton sembra essere sempre più vicina alla candidatura per la Casa Bianca e in Germania la cancelliera Merkel è alla fine del suo terzo mandato, in Italia si continua a polemizzare sulla maggior parte delle candidature rosa. Non proprio un grande segno di maturità per un Paese che si vanta di aver esportato il diritto, di essere stato la culla del Rinascimento e la patria dell’Umanesimo.

(di Christopher Rovetti)

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