Amarcord. La super salvezza del Venezia di Maniero e Recoba

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Spesso lo sport emette condanne prima ancora che escano le sentenze, prima che la colpevolezza degli imputati venga dimostrata e certificata. Sembra che si faccia a gara a chi giunge più in fretta alla conclusione, come se si dovesse trovare l’assassino in un libro giallo; ma non sempre è così, lo sport è bello perchè in grado di ribaltare situazioni e capovolgerle, per buona pace di chi aveva già stabilito la fine della storia. Ne sanno qualcosa a Venezia dove il campionato 1998-99 vive ancora oggi nei più fulgidi pensieri dei tifosi neroverdi.

Venezia 98-99La serie B 1997-98 fa registrare un dominio assoluto che è quello di Salernitana e Venezia, due formazioni che ritrovano la serie A dopo tantissimi anni di delusioni e tanta serie B e C; campani e veneti salgono nella massima serie assieme a Cagliari e Perugia, ridestando quegli stessi tifosi che per anni e anni avevano mandato giù bocconi amari. A Venezia i grandi artefici del successo sono il presidente Maurizio Zamparini, friulano di nascita ma ormai veneziano acquisito che in poco più di dieci anni ha riportato i lagunari dalla serie C alla serie A, e l’allenatore Walter Novellino, al battesimo in serie A e che a Venezia conquista la prima di una serie di promozioni che lo eleggeranno a stratega dei ritorni in A. Nell’estate del 1998 il Venezia si prepara alla serie A, un campionato duro, composto da formazioni esperte e smaliziate, peraltro, quello 1998-99, sarà forse il campionato più ricco di sempre con addirittura 6 squadre in grado sulla carta di potersi giocare lo scudetto: Juventus, Inter, Milan, Lazio, Roma e Parma, a cui si aggiungerà la Fiorentina che nel girone d’andata metterà tutti in riga salvo poi calare alla distanza. Il Venezia sa che l’obiettivo è conquistare la salvezza, ma sa anche che sarà impresa assai ardua perché pure nella zona bassa le squadre sono ben organizzate e spendono anche parecchio per rinforzarsi; anche Zamparini apre il protafoglio e preleva dal Milan il centravanti Filippo Maniero, attaccante che i gol li sa fare e che può portare a Venezia anche esperienza e personalità. Con la punta padovana sbarcano in Laguna pure lo sconosciuto attaccante nigeriano Zeigbo e il difensore brasiliano Bilica; in avanti, oltre a Maniero e Zeigbo, c’è anche Stefan Schwoch, all’esordio in serie A dopo tantissima gavetta e tantissimi gol nelle serie minori. Il 13 settembre 1998 parte il campionato e il Venezia perde subito a Bari, 1-0, anche se una settimana più tardi all’esordio casalingo in uno stadio Penzo pienissimo, i veneti strappano lo 0-0 al fortissimo Parma di Malesani, bloccato dall’arcigno muro eretto da Novellino. Le cose però si mettono male per il Venezia che non riesce a vincere e non riesce soprattutto a segnare, anche perché Maniero è infortunato, Schwoch non riceve palloni giocabili e Zeigbo diventa ben presto un oggetto misterioso; i veneti perdono 2-0 sia a Roma contro i giallorossi che in casa contro il Milan, poi di misura a Perugia e trovano il primo gol della stagione alla sesta giornata grazie ad un rigore trasformato da Schwoch nell’1-1 di Udine; la panchina di Novellino scricchiola, inoltre Zamparini è presidente focoso e con poca pazienza, cambia allenatore più o meno come la camicia, ma stavolta capisce che deve avere calma e raziocinio, che Novellino è un ottimo allenatore che conosce la squadra e che la Serie A ha bisogno di essere assorbita lentamente. Ma il Venezia non ingrana, continua a perdere e a non segnare, anche se alla nona giornata arriva il primo successo del campionato grazie ad un 2-0 sulla Lazio che rialza una formazione che sembrava con le gomme a terra. Alla dodicesima giornata, poi, il 6 dicembre 1998, il Venezia trova anche la prima vittoria in trasferta agguantando un fondamentale 1-0 a Cagliari grazie ad una goffa autorete del difensore cagliaritano Zanoncelli sul finire della partita; a fine gara Novellino dice: “Il Venezia si salverà sicuramente“. Una dichiarazione forte e coraggiosa, in molti ci ridono su perchè i veneti sono comunque sul fondo della classifica, segnano poco e raccolgono ancora meno. Il 1998 si chiude per il Venezia con due 0-0, il primo contro il Piacenza e il secondo a Vicenza, poi arriva Natale e, soprattutto, la riapertura del calciomercato: Zamparini fa la mossa azzardata, prova a salvare il salvabile, convinto che la sua squadra possa ancora raggiungere la salvezza nonostante la classifica pietosa e i pochi punti raggranellati nella prima parte di stagione.

Il presidente veneziano bussa alla porta dell’Inter e chiede il prestito di Alvaro Recoba, talentuoso attaccante uruguaiano, mancino, che a Milano sta trovando pochissimo spazio; Moratti accetta, così come Recoba che può mettersi in mostra in una piccola piazza come Venezia e riconquistare la maglia dell’Inter per il campionato successivo. Nel frattempo Schwoch viene ceduto al Napoli in Serie B, Zeigbo viene rispedito da dove era venuto e Maniero è finalmente guarito e pronto alla battaglia che dovrà vedere il Venezia rimontare posizioni su posizioni per raggiungere il quint’ultimo posto che significa salvezza. Dopo una sconfitta per 6-2 proprio a San Siro contro l’Inter, i veneti bloccano la Juventus sull’1-1, poi battono in casa per 2-1 il Bari in una gara che verrà ricordata per il presunto accordo di pareggio fra le due squadre, rovinato dal brasiliano Tuta che, in barba a tutto, segna di testa il gol vittoria per la sua squadra al 91′.

La vera svolta, però, è la gara di recupero contro l’Empoli ultimo in classifica in una sfida sospesa per nebbia e rigiocata in mezzo alla settimana: il Venezia va sotto per 2-0, l’Empoli sembra una squadra rivitalizzata e pronta a rientrare in corsa per la salvezza, la formazione di Novellino pare viceversa ripiombata nel vortice di inizio stagione. Invece i neroverdi si fanno forza e rimontano capovolgendo la gara e vincendo 3-2 grazie ad un gol di tacco di Maniero che il pubblico veneziano ha eletto come rete del secolo. Venezia-Empoli diventerà un po’ l’emblema di un campionato che i lagunari si divertono a capovolgere tornando in linea di galleggiamento dopo aver rischiato di affogare. Recoba sforna assist col suo sinistro e Maniero traduce tutto in gol, anche se lo stesso uruguaiano inizia a vedere discretamente la porta soprattutto su calcio piazzato. Una doppietta di Maniero avvicina il Venezia al clamoroso successo Parma, anche se la gara finirà 2-2 per un gol nel finale degli emiliani, ma è in casa che il Venezia costruisce la sua rimonta: al Penzo cade la Roma (3-1) ed escono battute anche Perugia, Udinese e soprattutto la Fiorentina che viene travolta 4-1 da una tripletta di un Recoba in formato mondiale.

La sconfitta in casa della Sampdoria, diretta concorrente per non retrocedere, non scalfisce le certezze della formazione di Novellino, anzi ne aumenta rabbia e voglia di rivalsa, permettendo al Venezia di battere prima il Cagliari in casa e poi di espugnare Piacenza in quella che sembra la botta decisiva in chiave salvezza; il ko casalingo contro il Vicenza, infatti, rimanda solamente la festa veneziana che si consuma fra la terz’ultima e la penultima giornata di campionato: prima arriva il 2-2 in casa del già retrocesso Empoli, poi il 3-1 all’Inter con gol di Recoba che dimostra alla sua ex squadra, nel frattempo caduta a metà classifica, l’errore commesso nel disfarsi di un talento come lui. E’ il 16 maggio del 1999, sullo stadio Penzo piove ma nessuno se ne accorge, al fischio finale di Venezia-Inter esplode la gioia dei neroverdi, Zamparini abbraccia Novellino e poi dice che la salvezza vale molto più della promozione dell’anno prima, affermando anche che il Venezia ha dimostrato a tutta l’Italia di poter stare in serie A assieme alle altre, prendendosi una bella rivincita nei confronti di chi, al termine del girone d’andata, voleva i lagunari già pronti per il ritorno in Serie B.

Maniero chiude la stagione con 12 gol, Recoba con 11: sono loro i veri protagonisti sul campo della salvezza del Venezia, assieme al portiere Taibi, al mediano Iachini e al regista Volpi, uomini esperti che hanno plasmato lo spogliatoio nei momenti più complicati dell’anno. La squadra veneta chiude il campionato all’undicesimo posto con 42 punti e 11 vittorie, le stesse del Bologna di Mazzone che si qualifica per la Coppa Uefa.

A fine stagione Novellino saluta per scendere in Serie B e riportare in A il Napoli (impresa poi puntualmente riuscita), mentre Recoba torna all’Inter. Il Venezia non riesce a rinforzarsi e retrocede nella primavera del 2000 al termine di un campionato molto deludente. Ma il 98-99 resta un capitolo indelebile nella storia del calcio a Venezia, una rimonta pazzesca ed insperata, sognata ad inizio stagione e vista come un miraggio sotto Natale; ma l’incredibile, a volte, si verifica, la salvezza del Venezia resta ancora oggi una pietra miliare del calcio italiano, del pallone pane e salame che le storie di provincia sanno regalare.

(di Marco Milan) 

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