Salvate tutti! La straordinaria storia di 73 bambini ebrei salvati dai “giusti” di Nonatola

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Il documentario “salvate tutti!” a firma di Aldo Zapplà è in edicola dal 27 gennaio ed è stato presentato in anteprima in Senato. Grasso: “La solidarietà e l’umanità possono fermare l’orrore”

Nonatola (Modena) luglio 1942. Arriva in stazione un gruppo di quaranta giovanissimi esuli ebrei: sono bambini e ragazzi provenienti dalla Germania e dall’Austria, in fuga dall’orrore e dalla crudele follia delle persecuzioni naziste. Sono i bambini della Shoah che grazie alla solidarietà della comunità di Nonatola riusciranno a salvarsi. Salvi da una morte certa. Alla loro straordinaria storia di salvezza dedichiamo la pagina sulla memoria del 27 gennaio 2016, affinché sia vivo il ricordo del massacro e allo stesso tempo di tanti “giusti”, uomini e donne che decisero di non restare indifferenti e di dire sì alla vita.

La vicenda è raccontata attraverso ricostruzioni e le testimonianze dei protagonisti nel documentario “Salvate tutti” del regista Aldo Zappalà, prodotto in collaborazione con Fondazione Villa Emma, Fondazione Fossoli, Fondazione Museo della Shoah di Roma, Assessorato Cultura Regione Emilia Romagna; distribuito con La Repubblica e L’Espresso. Presentato in anteprima presso il Senato, alla presenza del presidente Pietro Grasso, il documentario fa parte della serie “La Shoah dei bambini”.

Si tratta di una storia di sofferenza e paura; una storia di giovani vite sradicate dalla loro quotidianità, di sogni spezzati, che non deve essere dimenticata; ma è anche una storia bellissima e commovente, di speranza, di coraggio e di profonda solidarietà.

Perno della vicenda è Villa Emma a Nonantola, una grande residenza di campagna, all’epoca disabitata e in condizioni fatiscenti, ma che diviene la casa dei nostri bambini in fuga per quasi due anni. I ragazzi trovano in questo luogo una pausa di quiete e riescono anche a riprendere gli studi e la formazione professionale. Un anno dopo, nella primavera del 1943, vengono accolti presso la Villa altri 33 giovani, ma nel settembre, dopo l’armistizio tra il governo Badoglio e gli Alleati, la situazione diventa estremamente pericolosa, esponendo l’intero gruppo ad arresti e alla deportazione. Pertanto i giovani vengono accolti in parte presso il seminario dell’Abbazia, in parte presso le famiglie di Nonantola e del territorio circostante. Si realizza così una sorta di “rifugio diffuso” – come definito durante la conferenza stampa di presentazione dal presidente Grasso – offerto con estremo coraggio e generosità dalla popolazione locale, che si espone consapevolmente a possibili atti di ritorsione da parte dei militari nazisti. Tutti i ragazzi riusciranno, in seguito, a raggiungere la Svizzera, dove troveranno rifugio e salvezza.

Pietro Grasso alla conferenza stampa di presentazione
Pietro Grasso all’anteprima del documentario in Senato

Sul significato del Giorno della Memoria e l’importanza del lavoro documentario di Aldo Zappalà e gli studi di Anna Foa che ha contribuito considerevolmente alla ricerca delle fonti, il presidente del Senato Grasso ha sottolineato: “Per fortuna c’è ancora in vita qualcuno che quegli orrori li ha vissuti, è sopravvissuto e ha preso l’impegno con la propria coscienza di raccontarli, così come hanno fatto tanti che oggi non ci sono più. Queste persone hanno tenuto in vita la memoria, e l’hanno consegnata alle nuove generazioni affinché non sia dispersa. Dobbiamo essere consapevoli che spetta a ciascuno di noi raccogliere quella testimonianza e passarla a nostra volta alle generazioni successive. Questa giornata e tutte le iniziative ad essa collegate hanno questo scopo. Allo stesso tempo sono occasioni per riaffermare quei principi e quelle idee che ci hanno permesso di sconfiggere la barbarie, e sui quali si sono di conseguenza fondate le Costituzioni moderne. Sono i valori fondamentali ed assoluti dell’uguaglianza, della solidarietà, del dialogo e della pace, i valori che sostengono le democrazie, che non devono vacillare di fronte alle sfide della storia. Valori che sono stati alla base della vicenda che è raccontata nel documentario e che hanno consentito di salvare quelle giovani vite”.

Il regista di "Salvate tutti", Aldo Zappalà all'anteprima in Senato
Il regista di “Salvate tutti”, Aldo Zappalà all’anteprima in Senato

Il documentario è in edicola dal 27 gennaio e sulla scelta di diffondere questa straordinaria testimonianza di storia moderna attraverso La repubblica e L’Espresso è intervenuto il regista Zappalà: “Salvate Tutti rappresenta qualcosa che possa essere visto e rivisto. Ecco spiegata la scelta del DVD e non della divulgazione tramite televisione, come in miei precedenti lavori. Si tratta di un lavoro singolare che merita di avere il suo posto nella libreria delle case degli italiani. Siamo andati in Istraele a raccogliere le testimonianze dei “ragazzi di Villa Emma” e nel documentario ho voluto anche dare risalto a un parallelismo: nella stessa data (17 luglio 1942) in cui i bambini affamati, terrorizzati e stanchi, giungono a Nonantola – accolti dalla popolazione che offre loro le mele come primo atto di solidarietà- contemporaneamente una strage si consuma: più di 13mila bambini ebrei vengono rastrellati a Parigi. Ecco che la vicenda di Villa Emma diviene ancora più singolare: in un contesto storico in cui succedeva di tutto, avviene il miracolo della solidarietà”.

Non è azzardato affermare che la storia dei ragazzi di Villa Emma abbia ancora tanto da insegnarci.
Se si presentassero oggi nella nostra comunità bimbi in fuga dalle atrocità, saremmo disposti a salvarli tutti?

(di Grazia Pia Attolini)

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