Corea del Nord. Il senatore Razzi ci salverà dalla minaccia nucleare?

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Antonio RazziIl 6 gennaio scorso la Corea del Nord, la Repubblica Popolare guidata dal giovanissimo dittatore (classe 1983) Kim Jong-un, figlio di Kim Jong-il (il “Presidente eterno”) e nipote di Kim Il-sung (il “Grande Leader”) ha annunciato di aver effettuato a est del Paese, un test nucleare con una bomba all’idrogeno (o “bomba H”).

La notizia ha provocato sgomento e preoccupazione in tutta la comunità internazionale soprattutto per la natura dittatoriale del regime nordcoreano, l’imprevedibilità del suo leader Jong-un e la chiusura politica, economica e sociale del Paese verso il resto del mondo (i rapporti diplomatici di Pyongyang con la maggior parte degli Stati nazionali sono praticamente nulli). La minaccia nucleare appare concreta ma ancora da verificare (proprio perché la Corea del Nord non permette visite o ispezioni e non fornisce comunicazioni diverse da quelle filtrate dal regime). In caso di conferma, il test violerebbe le principali risoluzioni delle Nazioni Unite in materia di disarmo e proliferazione nucleare nonché le norme basilari del diritto internazionale in quanto chiara minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale.

La bomba H è una bomba nucleare considerata un’evoluzione più potente della bomba atomica (bomba A). Le due tipologie di ordigni non vanno infatti confusi. La bomba atomica si basa su un processo di “divisione” (o meglio “fissione” che nella Fisica sta a indicare quel processo di divisione della cellula “madre” in cellule “figlie”) del nucleo atomico “pesante” (uranio o plutonio) quando viene colpito da un neutrone. Diversamente, la bomba H funziona con la “fusione” di nuclei di atomi leggeri (litio, isotopi deuterio e trizio dell’idrogeno). Affinché questo processo si inneschi è necessaria l’esplosione di una bomba A, che viene unita alla bomba H la quale sprigiona un’energia distruttiva superiore perché somma la potenza della bomba A che funge da innesco.

La prima bomba H venne fatta esplodere dagli americani nel 1952 su un atollo del Pacifico. L’anno successivo fu la volta dei sovietici con l’esplosione della Bomba Zar. Nel 1964 fu la volta dei cinesi con il loro primo test atomico.

La notizia del test nordcoreano è da confermare e ciò potrebbe richiedere del tempo (giorni, forse settimane). Se dovesse essere vera, si tratterebbe del quarto test nucleare condotto dal regime di Pyongyang dal 2006 e il primo con questo tipo di ordigno. L’esplosione si sarebbe svolta nella parte orientale del Paese e avrebbe generato un terremoto “artificiale” di magnitudo 5.1 della scala Richter.

Ma molti analisti sono scettici circa il test che la Corea del Nord avrebbe condotto, ipotizzando al massimo, un’esplosione atomica più “blanda” rispetto a quella generata dalla pericolosissima bomba H.

La reazione internazionale non si è fatta attendere.

Annunciando l’esito positivo del test, la Corea del Nord ha anticipato che continuerà a perfezionare e rafforzare il suo programma nucleare al fine di tutelarsi contro le politiche ostili degli Stati Uniti e la loro “posizione di aggressione”. Tuttavia, ha promesso che non userà le sue armi se non in caso di una grave minaccia alla sua sovranità (ma le “promesse” di un regime dittatoriale lasciano il tempo che trovano). Corea del Sud e Giappone hanno denunciato la palese violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, denunciando il test come una “grave sfida” e una “minaccia grave” alla sicurezza internazionale. Reazioni di condanna si sono avute anche da parte dell’Unione europea, Russia e Cina (principale alleato della Corea del Nord). Gli Stati Uniti, dal canto loro, non hanno potuto confermare la veridicità dell’annuncio di Pyongyang ma hanno promesso “una risposta appropriata a qualsiasi provocazione”.

E se dopo il presunto test nucleare nordcoreano, nel resto del mondo è ricomparso lo spettro dell’arma atomica come durante la Guerra Fredda, in Italia si è fatto avanti il mediatore “Razzi”. E non parliamo dei motori che generano la spinta propulsiva di un missile. Il Razzi di cui parliamo è Antonio Razzi, senatore di Forza Italia e Segretario della Commissione Affari Esteri del Senato della Repubblica Italiana. Premessa: Wikipedia dedica ai rapporti di Razzi con la Corea del Nord una “voce” a sé stante. Infatti Razzi ha più volte visitato il Paese, descrivendolo con grande entusiasmo, elogiando Kim Jong-un e la sua politica interna ed estera (“Un moderato che sta cercando di portare un po’ di democrazia in quel paese”). Ha addirittura negato la natura dittatoriale del Paese, definendolo la “Svizzera d’Oriente”.

Dopo l’annuncio del presunto test nucleare di gennaio, il senatore Razzi in un’intervista ha dichiarato di aver avuto un incontro con i diplomatici dell’ambasciata nordcoreana a Roma, Il senatore ha detto che durante l’incontro gli è stato confermato l’esperimento ma che sulla natura di quest’ultimo non gli sono state fornite informazioni trattandosi di un “segreto di Stato”. “Io mi sono reso disponibile come canale diplomatico” ha aggiunto Razzi “Per andare a parlare con Kim Jong-Un e lavorare sull’embargo. Bisogna, io ne sono convinto e l’ho detto pure a lei già la volta scorsa, rimuovere quest’embargo alla Corea del Nord”.

Una conferma di quanto aveva detto Matteo Salvini parlando di Razzi e del “feeling” del senatore con Pyongyang e le sue autorità: “Lì Razzi è un’autorità assoluta, una star!”. Insomma, un “Razzi” ci salverà dalla minaccia nucleare?

(di Alessandra Esposito)

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