Roma, in tremila in Piazza del Campidoglio per il Marino-day

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700_dettaglio2_11-10-2015-Roma-manifestazione-in-piazza-del-Campidoglio-dei-sostenitori-di-Ignazio-Marino-Agf_3In quest’ultima domenica di ottobre appena trascorsa, tremila romani si sono radunati in Piazza del Campidoglio per osannare il sindaco Marino e dare il via a quello che è già stato definito come Ignazio Marino-day.

Ad accoglierli senza farsi desiderare è stato proprio il Sindaco dimissionario: «Voi mi chiedete di ripensarci. Io ci penso e non vi deluderò» ha esordito Marino rivolgendosi alla folla, per poi continuare: «Questa piazza mi dà il coraggio e la determinazione di andare avanti. State scrivendo una pagina importante della democrazia di questa città».

È dalla prima scalinata di Palazzo Senatorio che Marino ha tenuto il suo discorso, in cui ha trovato posto, tra l’entusiasmo e gli applausi dei suoi sostenitori, anche una citazione di Ernesto Che Guevara: «Noi siamo realisti e vogliamo l’impossibile», ha poi salutato gli astanti con un giro della piazza per poi risalire in Campidoglio, non prima di aver salutato con baci e segni di vittoria i romani in piazza.

La folla ha esposto la sua richiesta ben precisa, ha pregato Marino di «ripensarci, di tornare sui suoi passi e ritirare le dimissioni» e le parole usate dal Sindaco sembrano lasciare spazio a qualcosa in più di un semplice spiraglio di speranza.

I partecipanti alla manifestazione spontanea, hanno adornato la piazza con tanti palloncini rossi verdi e bianchi, sui quali sono state impresse le scritte ‘#IostoconMarino’, ‘Marino ripensaci’, ‘Avanti tutta sindaco’,’Noi con Marino voi con padrini. Marino ripensaci daje’.

Non mancano i cartelli: ‘Oggi sono in Campidoglio e il mio sindaco rivoglio’, ‘Marino Roma è stata defraudata ma non da te, with love from San John’.

I sostenitori del sindaco dimissionario hanno chiaro chi sia il colpevole principale di questa situazione, ovvero il Partito democratico, responsabile secondo la piazza e non solo di «averlo in questi mesi abbandonato e all’ultimo sfiduciato». La poca simpatia di Renzi nei confronti dell’ex chirurgo è d’altronde nota ai più, così come la macchina del fango messa in moto per demolirlo e la poca fermezza dello stesso sindaco, tutti elementi che hanno dato vita ad una miscela esplosiva arrivata a renderlo il perfetto capro espiatorio della condizione tragica in cui versa da tempo ormai immemore la Capitale.
Tra i romani radunati la linea di pensiero espressa da uno è quella condivisa da molti:

«In questo Paese quando capita una persona onesta e capace al governo si mette in moto un meccanismo per farlo cadere, e con Marino è successa la stessa cosa. I romani si chiedono perché Marino non può continuare a fare il sindaco. Non è indagato, non ha nessun avviso di garanzia. Quindi? È stato votato non solo alle primarie ma anche da 665mila romani. Il Pd su Roma sta facendo il suo errore più grande sovvertendo il voto popolare. Il segretario del partito dovrà rispondere al suo elettorato di quest’azione».

Novembre è alle porte e il primo giorno non festivo del nuovo mese, il prossimo lunedì, scadrà il termine ultimo per il ritiro delle dimissioni da parte del sindaco di Roma, a quel punto la Capitale e la sua cittadinanza scopriranno il loro destino, ad un solo mese dall’apertura del Giubileo straordinario.

(di Azzurra Petrungaro)

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