Caos Roma: giubileo straordinario, solita amministrazione

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img1024-700_dettaglio2_Roma-Giubileo-inizio-lavori-cantieriRoma si prepara al Giubileo. Se ne sono accorti i cittadini e i turisti della Capitale, già dilaniata da una tragica estate per i trasporti. Se n’è accorto un qualunque malcapitato avventore della Stazione Termini in questi giorni, ogni singolo lavoratore che è costretto a raggiungere Piazza dei Cinquecento e prendere un autobus che parta e che torni da quel piazzale devastato.

Non bastava l’assurda situazione della Metro di quest’estate, gli scioperi bianchi, i rallentamenti, le folle da stadio in banchina, gli autobus stracolmi e senza aria condizionata. La battuta martellante che serpeggiava tra i passeggeri fino agli ultimi giorni d’agosto (si, perché a Roma c’è pure chi non va in ferie e continua a lavorare mentre le corse sono tagliate a metà perché le scuole e gli uffici sono chiusi) era “..pensa mo’ che ce starà er Giubbileo”.

I romani, di nascita, per adozione o acquisizione, lo sanno, così come hanno imparato a capirlo i turisti. La città è invivibile nella sua normalità, ha i suoi cantieri aperti da decenni, le buche, le strade non illuminate, il trasporto pubblico al collasso. Per questo lo spauracchio del Giubileo ha iniziato a terrorizzare la cittadinanza dai giorni del suo annuncio. E le paure non erano ingiustificate. I lavori, gli appalti e la burocrazia che muovono i progetti per la sistemazione approssimativa della città entro dicembre, sono letteralmente nel caos.

Il primo ottobre, all’uscita dall’assemblea dei costruttori romani, Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione dichiara: «Negli uffici c’è qualcosa che non quadra. Non abbiamo capito chi sono i nostri interlocutori». E pensare che in cantiere non ci sono nemmeno opere grandiose, ma solo interventi di manutenzione, piccoli aggiustamenti per rendere la Capitale almeno presentabile. Progetto ambizioso, effettivamente.

Il progetto originale approvato dalla giunta Marino aveva previsto l’approvazione di 135 interventi, modestamente ridimensionati poi a soli 28. Via quindi il rifacimento del manto stradale di mezza Roma, la «realizzazione di rastrelliere» per «10 mila posti nelle stazioni della metropolitana, nodi del trasporto pubblico, aree basilicali, siti di interesse turistico e giubilare». Una cinquantina di milioni bastano a dare giusto una sistematina, a dire tanto. Di questi 28 progetti ne sono stati sbloccati finora 13.

Così visto che il tempo stringe, non verrà fatta nessuna gara d’appalto. Si ricorrerà perciò alla «procedura negoziata» che consiste in una sorta di trattativa privata, portata avanti tra l’ente appaltante ed un elenco limitato di operatori economici selezionati, tuttavia condotta cercando di rispettare criteri che mettano al bando la discrezionalità.

Nel caso specifico si sorteggiano trenta ditte fra quelle iscritte al Siproneg, l’elenco degli appaltatori del Comune di Roma, fra i quali per dire, compare anche la cooperativa 29 giugno di Salvatore Buzzi.

Il sistema della «procedura negoziata» è assolutamente legale, certo. Solo che per essere utilizzato in casi di urgente necessità, (come nel caso del Giubileo straordinario), è necessario che gli importi dei singoli appalti siano inferiori alla soglia del milione di euro, oltre la quale scatta la prescrizione di gara europea.

Per aggirare l’ostacolo è bastato davvero poco. Prendiamo ad esempio la pavimentazione dei tratti dissestati del Lungotevere. L’ammontare totale è di 11 milioni di euro, anzi, sarebbe. Perché è bastato suddividere i progetti di riqualificazione per 12, creando un appalto diverso ogni volta che il Lungotevere cambia nome: Lungotevere Pierleoni (930 mila), Lungotevere Aventino (900 mila), Lungotevere Testaccio (900 mila), Lungotevere Michelangelo (960 mila), Lungotevere Prati (940 mila) e si potrebbe continuare.

In tutto ciò nel più pieno disinteresse governativo: Renzi lontanissimo rilega la faccenda “Giubileo” a Roma e alla sua gestione, sforzandosi al più di affiancare Gabrielli per la gestione della sicurezza. Nel frattempo Roma e i suoi malcapitati abitanti e visitatori, cercano di sopravvivere lanciandosi in gimcane cittadine tra i cantieri in Via Marsala, polvere, sampietrini sconnessi, prime piogge e nuove voragini nel cemento, scioperi dei trasporti pubblici di venerdì, negati e poi aderiti, traffico congestionato.

Benvenuti a Roma, l’Anno Santo Straordinario sta per iniziare e chissà, se uscire di casa due ore prima per raggiungere il posto di lavoro nella stessa città in cui si abita basterà ancora, e chissà se il presidente dell’Autorità anticorruzione riuscirà a capire con chi deve parlare prima del prossimo, temutissimo, 8 dicembre.

(di Azzurra Petrungaro)

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