Expo. L’Albero della Vita a piazzale Loreto: rischio di oblio o simbolo di speranza?
Milano, Expo 2015. Alle 22.00, ogni sera, L’albero della Vita, al centro del Lake Arena, con il sottofondo musicale, sembra rinascere: luci blu soffuse lo illuminano dalla base, scintille ne percorrono il tronco dalle radici ai rami e la scultura si anima. Intorno la gente trattiene il fiato, i bambini osservano a bocca aperta, il brusio di sorpresa, eccitazione e meraviglia segue gli stessi andamenti della musica, dei giochi di luce, acqua e fuochi che si susseguono per 12 minuti.
Posizionato di fronte al Padiglione Italia, l’opera è stata realizzata da un concept del direttore artistico del padiglione, Marco Balich. Ispirato al disegno della pavimentazione di Piazza del Campidoglio a Roma, ad opera di Michelangelo, l’opera vuole essere un ponte tra il Rinascimento italiano e il presente, rifacendosi all’archetipo dell’Albero che simboleggia la vita, trasversale a molte epoche e culture. Peccato che alla chiusura dell’Expo, questa opera debba esser smantellata. O forse no.
È stata lanciata, infatti, una petizione su Change.org per trattenere l’albero a Milano e riposizionarlo in uno dei posti che hanno segnato un momento importante della storia italiana, piazzale Loreto. La proposta è partita dall’asessore al Verde di Milano, Chiara Bisconti. L’idea di “trapiantare” altrove a Milano la scultura era già nell’aria, e il vice sindaco Ada Lucia De Cesaris aveva garantito che sarebbero stati i cittadini a decidere dove. Tra le sedi paventate c’erano lo stesso sito dell’Expò, a Rho Fiera, oppure vicino a “La casa della Memoria”, nel quartiere Isola. La proposta di Bisconti, però si presenta controversa. Piazzale Loreto è stato un luogo di morte, dove nel 1944 vennero uccisi 15 partigiani e l’anno dopo si ebbe l’epilogo della fuga di Mussolini.
Nella petizione il riposizionamento dell’albero viene presentato come un modo per ridare visibilità a un luogo storico ormai diventato solo crocevia del traffico. La scultura dovrebbe essere posta al centro di una rotatoria della piazza, illuminando e modificando il paesaggio della zona. I pareri però sono discordanti: il più grande oppositore è l’ANPI, l’Associazione Nazionale dei Partigiani Italiani. A quanto dichiarano, la scultura creerebbe solo confusione. Roberto Cenati, presidente milanese dell’associazioni ha dichiarato alla stampa che un simbolo la piazza lo ha già, ed è il monumento dedicato all’eccidio dei 15 partigiani. D’altro parere, è però, il presidente dell’associazione “Le radici della Pace- i 15”, Sergio Fogagnolo, figlio di uno dei partigiani lì massacrati: “Qui si è combattuto per la pace e la libertà e non vedo come ricordarlo meglio se non con il seme della vita”.
Certamente ci potrebbero essere problemi tecnici nell’installazione dell’opera al centro della piazza: bisogna considerare la monumentalità della scultura, con i suoi 35 metri di altezza in legno e acciaio, e il fatto che al di sotto di Piazzale Loreto c’è la stazione della metro. Eppure, i fotomontaggi che corredano la petizione, confermano visivamente ciò che potrebbe essere difficile immaginare vedendolo per iscritto: l’Albero dona un aspetto del tutto nuovo alla piazza, che diventa un paesaggio urbano magico e non scontato.
Un simbolo di vita in un luogo di morte, una speranza verso un futuro migliore: l’Albero della Vita in questa piazza potrebbe servire a ricordare ogni giorno che il sacrificio dei 15 partigiani non è stato invano, che il nostro presente è dovuto anche al loro coraggio.
(di Francesca Parlati)