Champions League, riparte la corsa al titolo del Barcellona. Ecco la griglia di partenza

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Champions League- ottavi di finale

Centouno giorni dopo la vittoria del Barcellona sulla Juventus dello scorso 6 Giugno, sta per alzarsi il sipario sulla Champions League 2015/’16. Tante le compagini pronte a detronizzare i blaugrana, o almeno a provarci; proviamo a delineare una griglia di partenza del “Gran Premio d’Europa” prossimo all’avvio.

BARCELLONA – Favoriti d’obbligo, i blaugrana giocano ad occhi chiusi, con il tridente Messi – Suarez- Neymar che spesso scoraggia gli avversari già nel sottopassaggio. Luis Enrique è chiamato a riscattare un avvio di stagione non esaltante in cui spicca il tracollo di Bilbao costato la Supercoppa di Spagna, ma a Gennaio i catalani potranno cercare di dimenticare i figli della Masìa (Xavi e Pedro) con gli innesti di Arda Turan ed AleixVidal.

Con Leverkusen, Roma e BATE il passaggio del turno sembra una formalità, così come difficile sembra trovare il Barca fuori dalle prime quattro: il Re non è ancora sazio, e non ha nessuna voglia di abdicare.

BAYERN MONACO – Terza (e forse ultima) chiamata europea per il Bayern di Guardiola, che dopo due euro-tracolli non ha più margine d’errore. Le due precedenti campagne europee dei bavaresi di Pep hanno visto il Bayern umiliato in semi-finale dal Real di Ancelotti prima (0-1 e 0-4) e dagli ex-amici del Barca poi (0-3 e 3-2).

Vidal e Douglas costa portano fiato, agonismo e creatività al nuovo Bayern, che al “tiki-taken” unirà la voglia di riscattare le sberle degli ultimi anni, anche perché il pubblico bavarese farebbe fatica ad accontentarsi dell’ennesimo Meisterschale conquistato a metà Marzo.

REAL MADRID – Ennesimo  rivoluzione tecnica in casa Real Madrid Madrid, dove il madrileno Benitez si accomoda sulla panchina più scomoda d’Europa.

Privo di grandi innesti tra i titolari, il Real parte un gradino dietro al duo in pole position, con Don Rafè che sembra trovare gradualmente la quadra di un team spesso privo di equilibrio; l’ottima tradizione di Benitez in Champions sarà messa a dura prova da una piazza dalle facili isterie  (chiedere a  Mou ed Ancelotti), ma Napoli potrebbe essere stata un’ottima palestra di vita e di pazienza.

MANCHESTER CITY – Stabilizzatosi ai vertici della Premier, il City cerca la definitiva consacrazione europea. La cura Pellegrini sembra aver esorcizzato in parte la fobia da Champions, ed a rafforzare i Citiziens sono arrivati due potenziali crack come De Bruyne e Sterling.

Ancora una volta però la dea bendata non sembra simpatizzare per gli sky-blues, inseriti nel “gruppo di ferro” con Juve, Siviglia e Monchengladbach; un banco di prova di fuoco, che se passato potrebbe ingigantire l’autostima degli inglesi, con la speranza di non incrociare per la terza volta di fila la strada del Barca troppo presto…

PARIS SAINT GERMAN – Dominatore in patria,  come il City anche il PSG sposta quest’anno le sue mire espansionistiche all’Europa. Meno balbettanti in Europa degli inglesi, sul buon CV di Champions dei transalpini pesa l’umiliante eliminazione subita dal Barca nei quarti della scorsa Coppa dei Campioni (1-3 in casa, 0-2 in Catalogna).

Trapp, Kurzawa e Angel Di Maria rafforzano notevolmente il roster capeggiato da Ibra, determinato a sfatare il tabù che gli rende maledetta la Champions già a partire dall’incrocio nel girone con il Real di CR7, che molto svelerà sul potenziale e sulle possibili ambizioni dei parigini.

MANCHESTER UNITED – Dopo un anno di assenza forzata lo United torna sul massimo palscoscenico europeo e sembra deciso a farlo in grande stile, come dimostrano gli oltre 130 milioni di euro spesi in estate per Darmian, Schneiderlin, Schweinsteger, Martial e Memphis Depay.

Reduci da un ottimo avvio di Premier e da un preliminare passato senza problemi, ai Red Devils il sorteggio ha regalato un girone più che abbordabile: PSV, Wolfsburg e CSKA Mosca non sembrano poter impensierire i ragazzi di Van Gaal, che potrà approfittare del group-stage per rodare il proprio cingolato prima di lanciare il guanto di sfida all’Europa che conta.

CHELSEA – Reduce da un avvio di stagione disastroso, a un Chelsea in netta difficoltà non è bastato l’arrivo last-minute di Pedro per guarire dai malanni di inizio stagione; quasi immutati nell’undici titolare, i campioni d’Inghilterra devono fare i conti con l’infortunio di Courtois, una difesa colabrodo e luna poco ispirata di Hazard.

Epurata (o quasi) la Carneiro, allo Special One il compito di guarire il Chelsea; il girone non presenta particolari inside (Porto, Dinamo Kiev e Maccabi), ed importante sarà ritrovare lo smalto in vista della fase ad eliminazione diretta, dove l’astuzia e l’esperienza della vecchia volpe Mou potrebbero non bastare.

JUVENTUS – Riabilitata agli occhi del calcio europeo dalla scorsa campagna continentale, la Juve deve fare  i conti con la rivoluzione dettata dagli addii di Pirlo, Tevez e Vidal, pesantissimi sul versante tecnico e carismatico. Il pessimo avvio di stagione ha sollevato qualche dubbio su una squadra che, agli addii sopra-citati, aggiunge alcuni pesanti infortuni e un’amalgama tra tanti volti nuovi ancora da trovare.

Il tempo è tiranno per Allegri, chiamato a fronteggiare un girone da incubo con City, Siviglia e Monchengladbach, ma i bianconeri sapranno raccapezzarsi, con l’intento di dimostrare che la finale di Berlino non è stata episodica.

ATLETICO MADRID – Terza forza del calcio spagnolo, l’Atletico Madrid è reduce da un robusto restyling estivo che, tra gli altri,  ha privato i colchoneros di un uomo cardine come Arda Turan passato al Barcellona; all’ex-Monaco Ferreira Carrasco il compito di far dimenticare il turco, mentre con il meno arduo compito di sostituire Mandzukic sono sbarcati a Madrid Jackson Martinez e Vietto.

Plasmato ad immagine e somiglianza del Cholo Simeone, l’Atletico Madrid sarà il solito osso durissimo destinato a far soffrire squadre più reclamizzate, candidandosi a scheggia impazzita della prossima Coppa dei Campioni.

Detto delle squadre favorite, il fascino della Coppa dei Campioni è dettato dall’epopea delle tante sorprese capaci di distinguersi sovvertendo i pronostici; Borussia Dortmund, Atletico Madrid e Juventus le ultime in ordine di tempo a dimostrare come organizzazione e determinazione possano avere la meglio su squadre imbottite di figurine e petrol-dollari; a vincere i Gran Premi, in fondo,  non sempre è chi parte in pole position.

di Micheal Anthony D’Costa

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