Corte Federale Usa: intercettazioni NSA non erano autorizzate

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nsaDal 2001 nessuna nazione come quella statunitense ha incarnato perfettamente il patto sociale di Rousseau: l’alienazione di parte della propria libertà per la sicurezza. Dal 26 ottobre 2001, infatti, approvato dall’amministrazione Bush e poi sostenuto da quella Obama, il Patriot Act  ha regolato le direttive per la sicurezza nazionale, per contrastare ogni possibile attività terroristica.

La sezione più controversa dell’act, però, era il comma 75, che consentiva al governo degli Stati Uniti di avere accesso alle informazioni telefoniche (registrazioni, posizione delle chiamate, identità associate al numero telefonico) di ogni cittadino.

Dopo quattordici anni, il 7 maggio, la Corte d’Appello degli Stati Uniti ha decretato questo comma incostituzionale e lesivo della privacy, rimandando il caso in discussione. Non una sentenza definitiva, ma che dimostra almeno una volontà di cambiamento. Considerando le tempistiche, sembra quasi che la corte stia temporeggiando, per emettere una sentenza dopo che il Patriot Act sarà ridiscusso nella Camera.

Per quanto non determinante, si tratta di un grande successo per l’American Civil Liberties Union, che da anni cercava di contrastare questa violazione della privacy. L’avvocato Alex Abdo, ha rilasciato una dichiarazione dopo l’emissione della sentenza: “Per anni il Governo ha spiato in segreto milioni di americani, basandosi su un’interpretazione troppo ampia della propria autorità. La Corte ha giustamente rinnegato la teoria del governo, che può conservare informazioni su di noi nel caso in cui si rivelino utili per il futuro. La sorveglianza di massa non ci mette più al sicuro”.

Adam Schiff, deputato democratico della California e  membro del Comitato sulla Sicurezza e Intelligence della Camera, ha ipotizzato una ristrutturazione del comma: “Il completo annullamento del programma non sarebbe possibile, ma verrebbe ristrutturato, in modo che si possano ottenere i dati dalle compagnie telefoniche dopo singole deliberazioni della corte. Una riautorizzazione diretta del programma  non solo sarebbe difficile da gestire politicamente, ma sarebbe basata su basi giuridiche estremamente fragili”.

Una grande soddisfazione per il presidente Obama, che nonostante il sostegno al Patriot Act in un momento di crisi, premeva per questo cambiamento da gennaio 2014. Ned Price, portavoce del National Security Council, ha dichiarato alla stampa che il sostegno del Presidente è stato vitale, per “aumentare la privacy e salvaguardare le nostre libertà civili, continuando a mantenere la nazione sicura”. Price ha poi continuato elogiando la collaborazione di entrambe le camere: “Siamo stati incoraggiati dal progresso di una legislatura bipartisan e bicamerale, il USA Freedom Act, che cerca di migliorare queste importanti riforme. Ha recentemente superato la commissione del Congresso, con un’impressionante maggioranza bipartisan. Vogliamo continuare a collaborare con i leader di entrambi i partiti del Congresso e del Senato, mentre lavorano per far passere una legge prima di giugno, quando il Patriot Act si estinguerà”.

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