Libri – Una testimonianza senza fine

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LIBRI – Come sempre è un peccato che i libri belli vengano scoperti solo all’uscita del film nei cinema. D’altronde, però, è anche grazie a questo motivo che siamo riusciti in molti a prendere in mano Suite francese e gustarne la sua storia.

Concepito come un’opera che doveva essere suddivisa in cinque volumi, Suite francese è restato incompleto poiché la sua autrice, Irène Némirovsky, nata a Kiev nel 1903, emigrata a Parigi nel 1919, è stata internata ad Auschwitz ove è morta nel 1942. La storia è scritta di prima mano dall’autrice ed è la sua storia; della sua vita, emozioni, e delle terribili circostanze in cui si è ritrovata a causa della guerra.

I personaggi sono raccontati con un occhio molto attento ai particolari, senza drammatizzare – come spesso accade nei racconti dell’Olocausto – gli eventi, ma proprio facendoci percepire l’incredulità della gente in quel periodo.

Pubblicato postumo in Francia nel 2004 (in Italia nel 2005), nel suo romanzo l’autrice utilizzava la pagina di sinistra per gli appunti e la destra per il romanzo vero e proprio. La storia, ci da un quadro storico dell’invasione dei tedeschi in Francia e la successiva occupazione e deportazione degli ebrei. La prima parte del libro, che si chiama “Tempesta in giugno”, è dedicata alla fuga in massa dei parigini alla vigilia dell’arrivo dei tedeschi. Qui ritroviamo i personaggi alle prese con decisioni veloci da compiere, poiché costretti a lasciare i propri beni, le proprie case e tutto ciò che era loro caro. Nei loro occhi si vede il panico e sembrano quasi uno sciame di api in fuga.

La seconda parte del libro, invece, dal titolo “Dolce”, è dedicata alla convivenza dei francesi con i tedeschi, giovani soldati colpevoli di tante morti e tanto dolore, che però vengono presentati anche loro come vittime della guerra. Il ritmo di questa parte del volume cambia decisamente: non c’è più infatti il ritmo incalzante della fuga, ma piuttosto una sorta di stasi in quanto il destino è già deciso.

C’è da ammirare in Irène Némirovsky il coraggio di narrare la sua storia sullo sfondo di una guerra – anche se prima di lei abbiamo avuto molti esempi come Anna Frank, Primo Levi, etc. Sembra quasi come se l’autrice, avvertisse una fine imminente e avesse avuto il desiderio di affidare ai posteri i suoi pensieri e le sue vicende.

Molto bello il fatto che questo libro è corredato da una ricca appendice comprendente le note della stessa autrice scritte contemporaneamente alla stesura del romanzo, la corrispondenza intrattenuta dalla stessa, da suo marito con amici ed editori fra il 1936 e il 1945 e la postfazione della saggista Mjriam Anassimov che ha avuto una grande parte nella stesura del libro.

Ringraziamo anche la figlia dell’autrice per averci dato la possibilità di entrare nella vita privata della madre attraverso la pubblicazione di Suite francese.

(di Arianna Catti De Gasperi)

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