Formula 1, Cina. Hamilton e la Mercedes dominano, la Ferrari insegue

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Hamilton vince in Cina
Hamilton vince in Cina

Partiamo dalla fine e dal fantozziano tentativo dei commissari di pista cinesi di far entrare la Toro Rosso di Verstappen (ko a tre giri dal termine per un guaio elettrico) nella pitlane, senza riuscirci e continuando a tamponare contro l’apertura del cancello causando l’ingresso della Safety Car che ha poi scortato i piloti al traguardo. Va bene il discorso economico, va bene la crisi della Formula 1, ma è davvero ancora il caso di continuare a correre in paesi che con le gare hanno poca dimestichezza?

Voto 0 all’organizzazione, voto 10 a Lewis Hamilton, vincitore della seconda gara stagionale su tre disputate, 35.ma della carriera, quarta sul circuito di Shangai. L’inglese campione del mondo ha dominato in lungo e in largo, dalle prove del venerdì passando per la pole position del sabato e chiudendo col trionfo della domenica che lo porta a 68 punti in classifica, 13 in più di Sebastian Vettel, 17 del compagno di squadra Nico Rosberg. La Mercedes torna dalla Cina con l’ennesima doppietta, ma a conti fatti sorride solo Hamilton, padrone del campionato ed ormai pilota consolidato anche emotivamente, mentre Rosberg mastica amaro, battuto costantemente dalla macchina gemella alla sua, remissivo in pista, bravo solamente a contenere gli attacchi delle Ferrari nella parte centrale del gran premio. Ferrari solide e veloci, terzo podio consecutivo per Vettel che si mette alle spalle delle Mercedes e per un bel pezzo della corsa cinese spera anche di andare a riacchiappare Rosberg, per poi arrendersi e tener dietro lo scatenato Raikkonen, arrivato quarto e ad un passo dal podio che gli manca dal gp della Corea del Sud del 2013 quando ancora guidava la Lotus. Ma è un Raikkonen diverso rispetto all’anno scorso, le lagne via radio hanno lasciato il posto ad una rabbia e ad una determinazione che avevano contraddistinto il finlandese nella prima parte della sua carriera e nel primo anno di Lotus. La Ferrari si conferma seconda forza del campionato, anche perchè la Williams arranca (Massa quinto e Bottas sesto con distacchi abissali) e la Red Bull combatte più contro se stessa, cioè contro il pessimo motore Renault, che contro gli avversari; Ricciardo chiude nono una gara anonima, Kvyat manda arrosto il propulsore e si arena a bordo pista quando era in ogni caso nelle retrovie, esattamente dove resta la McLaren che però in Cina mostra segnali di ripresa: Alonso chiude 12.mo davanti al compagno di scuderia Button, ma sono i tempi a confortare un po’ la squadra britannica, in grado di lottare contro le Lotus, le Sauber e le Force India. A punti vanno proprio le prime due vetture citate, in particolar modo ben si è comportata la Lotus, soprattutto con Grosjean che raggiunge un dignitoso settimo posto, mentre Maldonado prima sbaglia mira e non centra l’ingresso dei box, poi si fa speronare da Button e torna mestamente in garage con la monoposto danneggiata. Ancora applausi per i debuttanti: Verstappen prima del ritiro aveva offerto sorpassi grintosi ed irriverenti, confermando talento e personalità, Sainz ha fatto quel che ha potuto con l’altra Toro Rosso che ha palesato noie al cambio per tutto il gran premio, infine il brasiliano Nasr che ha chiuso ottavo al volante di una rinata Sauber a punti anche con Ericsson (decimo).

Niente soste ora, perchè la Formula 1 torna in pista già nel prossimo fine settimana col gran premio del Bahrein, la sfida fra le Mercedes e le Ferrari, la voglia di riscatto di una McLaren che sta iniziando a vedere la luce in fondo al tunnel ed è pronta a cominciare realmente una stagione al momento tutta in salita.

di Marco Milan

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