Tennis: Serena Williams torna ad Indian Wells in lacrime, come aveva chiuso 14 anni fa
Il grande ritorno ad Indian Wells. Serena Williams è tornata a giocare il torneo sul cemento californiano dopo 14 anni d’assenza. E che non sia stato un avvenimento normale lo si è capito dalle lacrime della campionessa americana, emozionata dalla calorosissima accoglienza di quello stesso pubblico che nel 2001 le aveva riservato un trattamento completamente opposto. Alla giovanissima età di 19 anni Serena Williams fu impegnata nella finale di Indian Wells contro una ancor più giovane Kim Clijsters, all’epoca dicasettenne, e fu fischiata per tutto il corso del match. Il pubblico le imputava di aver deciso a tavolino, insieme alla regia del padre Richard, il ritiro dal torneo della sorella Venus, poco prima dell’inizio della semifinale contro la tennista belga.
Quel giorno i fischi che arrivarono dalle tribune furono assordanti e costanti per tutta la durata dell’incontro, ma andò forse peggio a Venus e Richard che si accomodarono in tribuna e che furono oggetto non solo di fischi, ma anche di pesanti insulti razzisti. Un comportamento davvero estremo per degli spettatori di una partita di tennis, uno sport in cui la lealtà e la compostezza di chi è in campo, ma anche di chi osserva da fuori, non viene quasi mai messa in discussione. In quella circostanza invece gli spettatori sembravano tarantolati, tanto da indurre il cronista del New York Times a definirli come “il pubblico più ostile della storia del tennis”. Tutti quei fischi spinsero Serana a mettere in campo una grinta ancor maggiore per cercare di portare a casa il match. Così, dopo un primo set perso per il suo evidente stato confusionale, ebbe la forza di reagire e di ribaltare le sorti dell’incontro, portando a casa il titolo di un torneo che fino a quel momento rientrava nella rosa dei suoi preferiti. Una volta scesa negli spogliatoio però non riuscì a trattenere le lacrime e scoppiò in un pianto di liberazione e rabbia che la convinse a prendere la decisione di non disputare mai più quella competizione.
Lacrime che ebbero dunque un sapore completamente diverso da quelle versate sullo stesso campo nel corso della giornata di venerdì scorso. È vero che ha ricominciato così come aveva finito, piangendo, ma questa volta il suo è stato un pianto di gioia. Una commozione dettata dal grande affetto di tutti gli spettatori che, con una calorosa e devota accoglienza, si sono sentiti in dovere di farsi perdonare quel comportamento tanto offensivo quanto irrispettoso di quattordici anni prima. Serena ha avuto il grande merito di decidere di tornare a giocare su quella platea, un palcoscenico troppo importante per chi come lei ha vinto tutto nel corso della carriera e adesso gioca a tennis per il semplice piacere di farlo. Proprio con parole simili ha motivato, sull’articolo del TIME, la sua scelta di tornare ad Indian Wells: “Sono concentrata come sempre, ma a questo punto della carriera è tutto un pochino più semplice. Gioco per il piacere di farlo ed è con questo tipo di amore e una nuova comprensione del perdono che tornerò a giocare ad Indian Wells”. Parole che dimostrano quanto i grandi campioni, specialmente quelli di uno sport splendido come il tennis, siano quasi sempre persone sensibili ed estremamente intelligenti. Due caratteristiche indispensabili per affermarsi ai massimi livelli della racchetta. Uno dei pochi sport in cui la testa conta ancora come, o forse di più della condizione fisica. Serena Williams non fa certo eccezione, con una decisione esemplare ha confermato questa regola e adesso può pensare a concentrarsi per centrare il suo secondo trionfo ad Indian Wells, quattordici anni più tardi.
(di Giovanni Fabbri)