Atp Dubai. Federer stellare: quando è al 100% non ce n’è per nessuno

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Settima volta a Dubai per Re Federer
Settima volta a Dubai per Re Federer

Stratosferico Roger Federer, il numero due del mondo a 33 anni suonati non sembra ancora essere sazio di successi. L’ultima bellezza è arrivata due giorni fa, nella fantascientifica cornice di Dubai, un torneo in cui Roger è arrivato al settimo successo. Ma sabato di davvero fantascientifico c’è stata una sola cosa: il tennis dello svizzero, uno sport che continua ad essere una disciplina diversa da tutte quelle praticate dai suoi rivali, Djokovic in primis.

I colpi del campione elvetico brillano di luce propria, di un talento innato che da l’impressione di non avere neppure bisogno del supporto della condizione atletica. Naturalmente un’impressione sbagliata, perché l’altro grande pregio di Federer è quello di essere riuscito a vivere una seconda giovinezza, uno stato di forma che ormai dura da un paio di stagioni e che Roger si è costruito con il duro lavoro e con un cambiamento tattico che ha reso il suo tennis ancora più offensivo di prima. Il risultato di Dubai, un 6-3 7-5 al numero uno del mondo Novak Djokovic, testimonia l’efficacia del suo nuovo approccio alle partite. Una grande aggressività fin dal primo punto dell’incontro e una freddezza nei momenti importanti, caratteristica che non è da sempre l’arma migliore di Roger, hanno reso la partita di Nole un vero e proprio incubo.

Il serbo ha visto annullare tutte le sette palle break della sua partita, Federer invece ha sfruttato le uniche due avute sulla racchetta, facendo innervosire e sorridere ironicamente il suo temibile avversario. Si tratta del ventesimo successo sull’attuale numero uno del mondo, contro le 17 sconfitte, numeri che testimoniano un equilibrio generale, interrotto solo dall’imprevedibilità dei colpi svizzeri. Di solito, quando Federer è davvero in giornata per Djokovic non c’è nulla da fare. Di fronte alla consapevolezza di essere ancora così competitivo anche il record dei 9000 ace acquista un sapore diverso, ma si tratta di una statistica fuori dall’ordinario che merita di essere citata. Con la finale del Atp di Dubai, Roger è diventato il quarto giocatore della storia del tennis ad abbattere il numero dei 9000 servizi vincenti. Sabato gliene sarebbero bastati cinque, ma lui ha voluto esagerare, ne ha messi a segno 12 ed è arrivato a quota 9007. La partita si è chiusa dunque dopo un’ora e ventiquattro minuti di gioco con tutti le statistiche dalla parte del vincitore: 37 colpi vincenti a 19 e 80% di punti con la prima palla contro il 69% di Novak. Una supremazia mai in discussione che ha permesso a Roger di vincere la finale numero 126 di un Atp Tour della carriera e di firmare il suo ottantaquattresimo titolo. Numeri da pallottoliere.

(di Giovanni Fabbri)

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