ISTAT – Riepilogo annuale sul mercato del lavoro
Sono stati recentemente pubblicati dall’ISTAT i dati relativi ad occupazione e disoccupazione in Italia in riferimento all’anno appena trascorso, il trend dei dati d’occupazione è leggermente positivo con un incremento su base annua dello 0,5% per un totale di 22 milioni 422 mila occupati, tali valori attestano il tasso di occupazione totale al 55,7%, valori che risultano ancora inferiori al primo periodo pre-crisi del luglio 2008 dove venne raggiunto il picco di 23 milioni 485 mila occupati.
Il numero di disoccupati invece continua a crescere su base annua, del 2,9%, con un totale di 3 milioni 322 mila disoccupati, malgrado la diminuzione rispetto al mese precedente di 3,2 punti percentuali.
Tale diminuzione è spiegabile mediante analisi del tasso di disoccupazione, che a dicembre fa segnare una contrazione dello 0,4% portando così il tasso al 12,9%, rimane comunque negativo il dato annuo che vuole il tasso in crescita di 0,3 punti percentuali, benché il dato di riduzione prima segnalato è il primo positivo dopo un semestre di tasso in crescita.
Nella fascia 15-64 anni si registra un positivo calo del tasso di inattività, su base annuale, che si attesta al 35,8% con una diminuzione totale con riferimento all’anno di 0.6 pp.
Permangono distinzioni di genere, oramai consolidate, nell’analisi dei tassi, con la popolazione maschile leggermente in vantaggio sia per quanto riguarda il tasso di occupazione totale (64,7% contro 46,8%) sia per quanto riguarda i tassi di disoccupazione (12% contro 14,1%).
Resta grave la situazione per l’occupazione giovanile nella fascia 15-24 anni, con un tasso di occupazione al 15,4% ed un tasso di disoccupazione del 42% la popolazione inattiva in questa fascia di età è del 73,5% ma bisogna considerare tutti gli appartenenti al campione in età scolare che risultano come inattivi.
Gli outlook per il 2015 sembrano essere positivi, tuttavia è assolutamente necessario l’intervento oramai da tempo programmato per la revisione dei contratti, con particolare attenzione ai contratti per i giovani, soprattutto laureati e neo-laureati, da tempo vittime del fenomeno di overeducation, che spinge spesso persone molte qualificate a lasciare l’Italia per avere soddisfacenti proposte e prospettive lavorative, andando a gravare ancora di più sul sistema Italia che forma talenti ma non è in grado di trattenerli per motivi sia economici che politici.
(di Francesco Galati)