NBA. Tutto quello successo nella Eastern Conference: domina Atlanta Hawks
La stagione NBA entra nel vivo, dopo il primo giro di boa, andiamo a vedere la situazione che si è creata in questa settimana nella Eastern Conference:
Prima della classe – Continua il dominio degli Atlanta Hawks. I Georgiani non si sono mai trovati in una situazione del genere. Il primo posto è consolidato e tre giocatori sono stati selezionati per il prossimo All Star Game: i capitani Paul Millsap, Jeff Teague ed Hal Horford. Inoltre se come sembra Dwayne Wade dovrà essere sostituito per infortunio, tra i candidati alla convocazione in extremis ci sarebbe anche Kyle Korver leader per triple riuscite in percentuale (53.7 %). Questa settimana è stata d’oro per gli Hawks che hanno consolidato la loro posizione vincendo ogni sera che hanno messo piede sul parquet, quattro partite tra le mura amiche della Philips Arena, contro Minnesota, Brooklyn, Portland e Philadelphia. Complice qualche caduta dei Warriors nell’altra Conference in questo momento Atlanta ha il miglior record NBA.
Posizioni playoff consolidate- Le inseguitrici non possono impensierire Atlanta. Tuttavia un quintetto di squadre in questo momento della stagione sembra aver già strappato il pass per la post season. I Toronto Raptors sono la realtà più spettacolare tra queste, vengono per altro da un periodo particolarmente fortunato, questa settimana infatti sono scesi in campo cinque volte, portando a referto cinque W. Ma nella prossima settimana andrà testato il loro vero valore, i ragazzi di Dwane Casey, infatti, lo scorso sabato e la scorsa domenica hanno avuto la meglio su Nets e Wizards solo ai supplementari e prossimamente ospiteranno i sorprendenti Bucks. Se mentalmente il morale è alle stelle, le gambe potrebbero non sopportare questo carico extra di lavoro. Dietro i canadesi in questo momento ci sono i Washington Wizards, per la squadra della capitale la settimana non è stata positiva come per chi li precede. L’andamento settimanale però è in perfetta parità. Hanno iniziato con due vittorie fuori dalle mura amiche, Nuggets e Lakers ed hanno chiuso il mini tour ad Ovest con una sconfitta contro i Suns. Tornati nella città della Casa Bianca hanno avuto la peggio ai supplementari come anticipato contro i Raptors, nella sfida che avrebbe stabilito quale tra le due squadre sarebbe stata la seconda forza ad Est. Settimana in chiaro scuro per la quarta squadra di questa Conference, i Chicago Bulls. Più scura che chiara in realtà: i rosso neri sono volati ad Ovest ed hanno iniziato una serie di partite difficili. Tre sono state giocate in questi sette giorni, due sconfitte con Suns e Lakers, non il top nella Conference che affaccia sul pacifico, risultati quindi che hanno ridimensionato i Bulls che avevano iniziato questa serie di partite con una vittoria importante ed inaspettata contro i primi ad occidente i Golden State Warriors, guidati in quel caso da un super Rose da trenta punti (che comunque non sono bastati a garantirgli la chiamata per l’All Star Game). Si stanno riprendendo invece alla grande i Cleveland Cavaliers, con un super LeBron James. Il prescelto mai come questa settimana ha però capito che non c’è bisogno che si prenda sulle spalle tutta la squadra, ha un fido scudiero, Kyrie Irving, che la sera del 28 gennaio ha messo a referto il suo massimo di punti in carriera 55 a Portland, in questa settimana cinque partite e cinque vittorie per i Cavs che portano così a dieci la striscia di vittorie consecutive ed hanno ora nel mirino i Bulls, distaccati di una sola vittoria per la supremazia nella Central Division. Infine sorprendentemente tra le prime con un discreto vantaggio sulla nona ad Est (la prima squadra a non qualificarsi per i playoff) troviamo i Milwaukee Bucks, lontana parente di quella che la scorsa stagione fece segnare il record peggiore di tutta la NBA. Ciò però permise alla dirigenza di scegliere al draft Jabari Parker, ma la crescita dei Bucks non è esclusivamente merito suo, visto che il rookie, votato migliore primo anno ad Est del mese di novembre, si è infortunato ed è assente dai campi da molto tempo (subendo la maledizione delle matricole 2014, dodici infatti delle prime ventitré scelte hanno avuto problemi fisici). La crescita quindi è merito dell’allenatore Jason Kidd, cacciato troppo facilmente dai Brooklyn Nets che ora se ne stanno pentendo.
In lotta per un posto ai playoff – In settima piazza ed in lotta playoff ci sono i Miami Heat, attenzione però perché Dwayne Wade si è infortunato e senza il proprio capitano la squadra della Florida perde molto. Bella la storia di Hassan Whiteside, vinticinquenne scelto nel 2010 dai Sacramento Kings che praticamente non gli hanno mai dato fiducia (19 partite in due anni), mandandolo a farsi le ossa spesso e volentieri in D-League, la Lega di sviluppo NBA, dove di recente ha esordito anche il capitano della nazionale italiana Gigi Datome. Il centro alto 2.13 era poi uscito dai radar del basket americano andando in Cina ed in Libano. a novembre la firma del contratto con gli Heat, che per testare nuovamente le sue qualità in un campionato competitivo come quello statunitense lo spediscono in D-League ai Sioux Falls Skyforce. Bastano due giorni di Lega di sviluppo per richiamarlo nella squadra dei vice campioni NBA, con la tripla doppia contro i Bulls poi convince tutti ed è ora presenza fissa nel quintetto di coach Spoelstra. Ottava piazza (ultima utile per i playoff) è occupata dagli Charlotte Hornets, i giocatori della Nord Carolina hanno avuto una settimana non troppo impegnativa per partite giocate, “solo” due, anche se il viaggio è stato lungo per andare a giocare ad Ovest, risultati: una vittoria (Nuggets) ed una sconfitta (Spurs). Il margine di distacco non è amplissimo con i Brooklyn Nets, solo una partita e mezza, ma gli Hornets hanno approfittato bene del periodo nero dei newyorkesi, quattro sconfitte consecutive, la più recente ai supplementari contro i Raptors, con Brooke Lopez che aveva avuto allo scadere dei tempi regolamentari il tiro della vittoria e l’ha sbagliato. La classifica dei Nets ad Ovest vorrebbe dire dodicesima posizione, ad Est invece ci sono ancora speranze di post season, ovviamente a costo di arginare questa serie di sconfitte il prima possibile.
Ultime chiamate per migliorare la stagione: Detroit Pistons, Boston Celtics, Indiana Pacers ed Orlando Magic. Fossero ad Ovest le loro speranze di playoff sarebbero nulle, i Pistons che sono tra le quattro i più alti in classifica sarebbero dodicesimi ad undici vittorie dalla post season. Ma nella Eastern Conference tutto è concesso e così Detroit che ha perso tre delle quattro partite settimanali, con la vittoria di domenica notte sui Rockets, può provare a recuperare terreno importante, ma non deve più fermarsi. I Celtics dopo la cessione di Rajon Rondo stanno continuando il loro processo di ricostruzione, seppure le possibilità sono veramente poche. I Pacers purtroppo sono squadra allo sbando, dare via Granger, il leader carismatico del gruppo la scorsa stagione, ha fatto diventare una polveriera lo spogliatoio di Indiana. Se si aggiunge l’infortunio di Paul George in allenamento con la nazionale statunitense, che lo costringerà fuori dai giochi per tutta la stagione, sembra proprio che questo campionato sarà di transizione, tuttavia anche loro sono lì a tre partite dai playoffs. Infine i Magic, per loro il discorso è un pò diverso, teoricamente i playoffs sono ancora raggiungibili, ma per la squadra della Florida il vero problema è non saper più vincere, sono ormai otto le sconfitte consecutive, peggior serie aperta della Eastern Conference.
Chi gioca per arrivare ultimo- Sembra un ossimoro, giocare per arrivare ultimi, ma a tutto c’è una motivazione. L’ultima posizione NBA garantisce la possibilità di scegliere prima i giocatori più forti nel prossimo draft. Le due squadre che duellano in questa sorta di “traversone” sono i New York Knicks ed i Philadelphia 76’ers. La squadra della Pennsylvaia sembra la più accreditata ad arrivare ultima, non è infatti un segreto che grazie alle scelte alte al draft i 76’ers stiano ricostruendo il roster dopo i fasti dell’era Iverson ed Igoudala. Philadelphia infatti nel draft del 2013 ottenne in uno scambio Nerlens Noel (scelta numero sei) ed il Rookie of the year Michael Carter-Williams (scelta numero undici) e nel draft 2014 Joel Embiid centro camerunese (scelta numero tre) ed Elfrid Payton (scelta numero dieci), un quartetto di giovani che se fatti crescere con costanza potrà dare soddisfazione ai tifosi dei 76’ers. Ma neanche la loro dirigenza poteva aspettarsi la catastrofe dei Knicks, squadra totalmente allo sbando, che pur non iniziando la stagione con l’intento di ottenere il peggior record della NBA è in questo momento proprio in questa pessima posizione. Così ormai rassegnati ad inizio gennaio i manager di NY hanno organizzato uno scambio per liberale spazio salariale mandando a Cleveland J.R. Smith e Iman Shumpert. Neanche il tempo di mettere il naso fuori dalla Grande Mela che entrambi hanno migliorato le loro prestazioni, uno scenario purtroppo visto e rivisto a New York sponda Knicks.
(di Flavio Sarrocco)