Precarietà e formazione: le iniziative della Provincia di Roma

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I mutamenti nei metodi di produzione e nell’organizzazione del lavoro, sommati alle tanto discusse e incomplete riforme del mercato del lavoro, si sono riverberti negli ultimi vent’anni sulle vite dei cittadini sfociando in un precariato inarrestabile.  Ai tradizionali ostacoli nel trovare un’occupazione, si affianca ormai la quasi certezza di approdare a un’occupazione instabile e mai adeguatamente tutelata. La mancanza di continuità lavorativa e la mancanza di un reddito stabile si traducono anche in una diffusa “precarietà delle relazioni”.

Una riflessione socialogica, questa, che è solo un pretesto per affrontare un tema non trascurabile quando si parla di lavoro: un modo per combattere la crisi è investire in formazione. Creare competenze e abilità ad hoc rispetto alle esigenze del mercato. Di sicuro l’immagine consegnata da rapporto annuale dell’Ocse lo scorso 3 settembre  non è delle migliori: il 52,5% dei giovani al di sotto dei 25 anni ha un contratto di lavoro precario.

Le imprese investono sempre meno sui lavoratori non garantendo loro un contratto fisso e un Paese in cui l’economia stagna è un Paese che “deprime la produttività”. Per provare a rispondere a tale situazione incancrenita, la provincia di Roma programma e gestisce interventi di formazione “per aiutare il cittadino a sviluppare competenze specifiche, carenti sul territorio e di cui le realtà lavorative locali possano avere bisogno”.

In quest’ottica sono state attivate forme di sostegno mirate a inserire i giovani nel mondo del lavoro. Quest’obiettivo viene raggiunto sia attraverso i propri Centri Provinciali di Formazione Professionale (C.P.F.P.), sia attraverso convenzioni con gli enti accreditati (C.F.P.), aumentando così il ventaglio di competenze sviluppate (Vedi: Sito web della Provincia di Roma).

Le province romane coinvolte sono: Adriatico, Castelfusano Alberghiero, Acilia Industria, Marino, Cave, Civitavecchia. Ognuno di questi centri offre corsi completamente gratuiti e co-finanziati dal Fondo Sociale Europeo, al fine di promuovere il rendimento, l’innovazione e creare nuove opportunità lavorative. I corsi, attivi in diversi periodi dell’anno, sono rivolti a maggiorenni, minorenni ma anche a coloro i quali abbiano un grado di anzianità di disoccupazione più elevato. Inoltre, i corsi sono rivolti alla formazione di figure professionali: dall’operatore amministrativo segretariale al grafico multimediale, dall’operatore della ristorazione all’installatore di impianti energetici alimentati da fonti rinnovabili e tante altre.

Nello specifico, è la Regione Lazio a gestire i fondi FSE con una costante attività di studio tesa a migliorare le opportunità di istruzione, lavoro e formazione come dimostra  il Programma Operativo Regionale del Fondo sociale Europeo 2014-2020 (www.lazioidee.it)

Tutto questo probabilmente potrà servire solo in parte a fare da contraccolpo alla precarietà, ma di sicuro essere adeguatamente informati sulle possibilità di formazione esistenti sul territorio è il primo diritto di ogni cittadino e il primo passo da intraprendere per dare una svolta al proprio destino lavorativo.

(Anna Piscopo)

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