L’arte attraverso il tatto, a Roma arriva la “Gioconda in via Margutta”

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gioconda-marguttaA Roma una mostra tattile d’arte rinascimentale, “La Gioconda in via Margutta”, aperta dal 24 settembre all’11 ottobre.

Promossa dall’Istituto per ciechi Sant’Alessio, è ospitata a via Margutta 51 in un complesso di sua proprietà divenuto celebre dopo con il film Vacanze romane, con Audrey Hepburn e Gregory Peck.

La manifestazione è gratuita ed è aperta a tutti, minorenni, maggiorenni, ciechi, normodotati, dal lunedì al sabato dalle 15.00 alle 19.00. I visitatori attesi con maggiore trepidazione sono i vedenti curiosi di accostarsi all’arte tattile disposti ad immergersi in un ambiente in penombra e a farsi condurre da Lucilla e Salvatore, entrambi non vedenti e guide per l’occasione.

Qualche giorno fa ho avuto il piacere di conoscere Lucilla e mi sono tolta alcune curiosità sulla mostra:

“Dopo una settimana dall’apertura, quali sono le tue impressioni?”

” Per una come me che si è occupata dell’insegnamento della storia dell’arte per tutta la vita è emozionante, è la prima volta che si svolge un’importante mostra di opere d’arte figurativa a Roma. Si tratta della riproduzione in bassorilievo tridimensionale di cinque capolavori della pittura rinascimentale: La Gioconda di Leonardo da Vinci, Lionello d’Este di Pisanello, Federico da Montefeltro di Piero della Francesca, l’Allegoria della prudenza di Tiziano e La nascita di Venere di Botticelli”.

“Per per anni hai insegnato storia dell’arte ed hai perso la vista da adulta, quindi comprendi meglio di chiunque altro il cambiamento di percezione di un quadro con e senza questo senso.”

” Sì, sono diventata cieca in seguito ad una congiuntivite virale. Toccando le opere ho scoperto tanti particolari nuovi, che prima non avevo notato. L’occhio di solito è colpito dal soggetto principale di un quadro e, spesso, non coglie i dettagli. Al contrario, attraverso la conoscenza tattile si parte proprio da quelli. Ora sono in pensione, ma ho lavorato presso l’Istituto Statale d’Arte di  Roma, quindi ho studiato storia dell’arte e conosco le opere dei grandi maestri, nonostante ciò quando mi sono trovata di fronte all’opera di Tiziano  “l’allegoria della prudenza”, mai conosciuta prima, esplorandola con le mani, ho scoperto che me ne rimaneva un preciso ricordo mentale come se l’avessi osservata tramite l’uso della vista.”

“Avendo avuto sempre a che fare con opere visive, non hai trovato difficoltà a far approcciare i vedenti a questa forma diversa di arte?”

“Naturalmente prima di essere scelti come guide io e Salvatore abbiamo fatto un corso presso il museo Anteros di Bologna che per altro ha fornito i dipinti. Il metodo per far conoscere un’opera è rigoroso,  si parte dal perimetro del bassorilievo per poi passare progressivamente ai dettagli, in modo che la persona possa farsi un’idea generale e poi più particolareggiata di che cosa ha di fronte. Mi auguro che finora la gente abbia apprezzato.”

” Ad esclusione del museo Omero ad Ancona e dell’Anteros a Bologna, in Italia non si pensa a sfruttare il tatto come senso per far scoprire l’arte a chi è privo della vista, con la conseguenza di renderla inaccessibile.”

” Infatti dovrebbero esserci più iniziative di questo genere. Nei musei di solito non è possibile toccare nulla, ma da alcuni anni qualche associazione sta promuovendo visite tattili  dedicate ai non vedenti. A mio parere infatti l’aspetto più rilevante di questa mostra è l’aver dato l’opportunità ad ipovedenti e non vedenti di fruire opere d’arte, avendo così accesso anche ad una produzione creativa.”

(di Federica Carbonin)

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