Brasile 2014. L’Italia supera l’esame Inghilterra, nonostante Paletta (e il caldo)

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Marchisiodi Cristiano Checchi 

Manaus, Arena Amazonia. Dopo tante chiacchiere è stato finalmente il nostro turno, un girone non facile, con ben 3 campioni del Mondo a giocarsi due posti. Sì perché poi c’è la Costa Rica e nessuno sulla carta considera la Costa Rica, neanche l’Uruguay prima di cedere di schianto 3 -1 per quella che è la prima grande sorpresa di Brasile 2014. Ma è stato il nostro giorno dicevamo, il nostro debutto. Una prima vittoriosa, come nel 2006, una prima che lascia, come quella volta, tante sensazioni positive nel post gara. La squadra di Prandelli doveva dimostrare di esserci, di farsi trovare sul pezzo con tutti pronti a dimostrare la bontà delle convocazioni del mister, che a qualcuno hanno fatto storcere la bocca.

L’Italia vince e convince, quindi. Lo fa sulle spalle delle scelte del Ct, su quel Balotelli unica punta, fulcro del gioco offensivo, sulla spinta di Darmian, con la voglia di Candreva che quasi mai per il tecnico era stato titolare della nazionale. Effetto voluto, effetto sperato e trovato. Il tutto nonostante Gabriel Paletta. Forse, anzi senza il forse, l’unica nota negativa della serata e con lui la scelta di preferirlo a Bonucci. Impacciato, costantemente in difficoltà, alcune volte saltato come un birillo e altre volte impegnato a non marcare l’unico uomo presente in area di rigore. Ma alla fine tutto è bene quel che finisce bene. 

In campo la formazione azzurra è quella della vigilia: Sirigu, Chiellini a sinistra, Darmian a destra con Paletta e Barzagli centrali. Il folto centrocampo, vero punto di forza azzurro, vede il trio De Rossi, Pirlo, Verratti con alti a destra Candreva, a sinistra Marchisio con Balotelli unica punta. Gli inglesi invece rispondono con Hart tra i pali, Johnson Jagielka, Cahill e Baines in difesa. Henderson, Welbeck Sterling, Rooney a sostegno di Sturridge.

E dire che pronti via e la gara sembrava essersi già messa male, il destro da lontanissimo di Sterling illude tre quarti di stadio: Sirigu è battuto e sembra già 1-0. Passata la paura, e benedetto l’esterno della rete, lo stesso Sirigu risponde presente a un altro destro da fuori area e anche l’Italia,  finalmente, si scioglie. Sirigu è tra l’altro una delle belle conferme della serata, lontano il 2010 quando Buffon fu sostituito da un inesperto ed emozionato Marchetti, il quale ancora non aveva avuto modo di misurarsi con dei palcoscenici importanti. Comunque anche l’Italia ci prova, sopratutto con il tiro dalla distanza. La grande paura, prima del gol del vantaggio, arriva da una palla dentro di Welbeck che Barzagli mette miracolosamente in calcio d’angolo, ma a preoccupare è Paletta, che nell’occasione viene saltato di netto. L’esplosione azzurra arriva al 35esimo. Come nel 2006 è un centrocampista dalla distanza ad aprire le marcature. L’Italia batte un angolo corto, Pirlo, in qualità di genio, fa il velo e la palla arriva a Claudio Marchisio. Uno di quelli che fu in forte difficoltà nella lontana Sudafrica, il centrocampista non deve far altro che prendere la mira e far partire un destro perfetto: gol 1-0, adesso sano calcio all’italiana. Ma non c’è tempo per mettere in piedi il solito catenaccio, tempo due minuti e Rooney pennella in mezzo dalla sinistra, Paletta marca il vuoto e Sturridge ringrazia: 1-1, tutto da rifare. La staticità dopo i due gol regna sovrana, anche il gioco duro è quasi del tutto assente. La scossa arriva nei 2 minuti di recupero. Prima Balotelli con una magia salvata sulla linea e poi Candreva, con un destro che si stampa sul palo, danno comunque l’impressione che il gol è nell’aria. E pazienza che a bloccare il buon momento azzurro sia arrivato l’intervallo, neanche 5 minuti del secondo tempo e i 3 punti si materializzano. Candreva scenda sulla destra che è una bellezza, stavolta, dopo un paio di cross regalati al portiere nel primo tempo, rientra sul sinistro, pennella e l’uomo più atteso, l’ex inglese Mario Balotelli, batte l’ex compagno di squadra: 2-1 e a questo punto anche meritato. Dal quinto minuto in poi l’Italia comincia a giocare nel modo in cui è famosa nel mondo: palla dietro e pedalare. L’Inghilterra, sempre più stremata, ci prova, ma un paio di volte è Sirigu a essere attento, in un’occasione è invece Rooney che ci grazia con un destro a portiere battuto. Nel finale oltre agli ingressi di Motta, Immobile e Parolo, c’è tempo per la punizione di Pirlo che si stampa sulla traversa.

Finisce così una partita nel complesso equilibrata, ma nella quale l’Italia si è dimostrata più squadra, anche se con meno individualità. Pirlo e Verratti hanno ancora bisogno di minutaggio insieme e questo si è visto. Bene Marchisio, al suo primo gol mondiale, soprattutto dopoo essersi sbloccato. Menzione speciale va per la fascia di destra. Ottimo il giovane Darmian e, la sicurezza, Candreva. L’Italia porta a casa così 3 punti, con una rosa ora consapevole della propria forza e un Balotelli, anche in questo caso, arrabbiato, visto il 2 a 1 mimato con le dita e il segno di stare zitti fatto alle telecamere. Non si sa con chi ce l’abbia il numero 9 azzurro, ma se la carica di rivalsa lo porta a giocare gare così, ben vengano altri messaggi da parte di Mario. Italia batte Inghilterra 2-1, avanti il prossimo.

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