Master 1000 di Madrid: la cassa magica di Ion Tiriac

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di Lorenzo Centioni

A vederlo sembrerebbe uno dei cattivi di James Bond, personaggio dall’espressione indecifrabile, volto severo, occhiali da sole e grandi baffi che nascondono il viso. Ion Tiriac è un personaggio dalla storia affascinante, nel 1964 è alle olimpiadi invernali di Innsbruck e gioca nella nazionale rumena di hockey su ghiaccio. Qualche anno dopo si trova fianco a fianco al più grande tennista rumeno di sempre, Ilie Nastase, per giocarsi la Coppa Davis contro gli Usa, ed è li sul campo da tennis, impugna la racchetta come fosse un martello. Che Tiriac fosse un genio lo si capiva solo guardandolo giocare, sopperiva a ovvie mancanze tecniche con incredibile intelligenza tattica. Tiriac non era certo elegante come Federer, anzi era piuttosto brutto da vedere, brutto come un giocatore di Hockey che impugna una racchetta di tennis sulla nobile e setosa erba di Wimbledon.

Tiriac è però un vincente, faceva ribollire il proprio rivale nel suo brodo, passeggiate lente dopo ogni punto, il tempismo è sempre stata l’arma del conte Dracula, così soprannominato per le sue origini transilvane e la severità del suo volto. Con Nastase formò una delle coppie più forti degli anni 70′ e vinsero insieme sul campo del Roland Garros. Ma per Tiriac il tennis è sempre stato un business prima come giocatore, poi come manager e oggi come patron del torneo di Madrid. La leggenda vuole che si presentò in una casa di Leimen in Rolls Royce, per impressionare la famiglia di un ragazzo e per convincerla a lasciare che fosse lui ad allenarlo: la famiglia del giovane Boris Becker accettò. I due si allenarono insieme fino al 1984 quando Tiriac e Becker terminarono il loro rapporto in occasione del torneo juniores del Roland Garros. Ion sapeva che un ragazzo di 17 anni aveva bisogno di tempo prima di diventare il numero 1 del tennis mondiale, la Germania non lo capiva o non lo voleva capire. Boris Becker divenne il più grande tennista del ventennio 80′ e 90′, ancora una volta il conte aveva vinto.

Ogni anno il conte Tiriac dimostra di essere un vincente, nel 2002 tirò fuori dal cilindro la Caja Majica (la cassa magica), Tiriac costruì a Madrid il parco giochi del tennis mondiale. E in poco più di 10 anni questo parco giochi diventò uno degli impianti più importanti del circuito. Nella cassa magica il tennis ha vissuto grandi momenti: all’interno di essa si sono affrontate due generazioni tennistiche e quella degli anni 90 ha passato la racchetta in segno di rispetto alla generazione del nuovo millennio. Nella finale del 2005 un giovanissimo Nadal vinse per la prima volta il torneo di Madrid battendo Ljubicic. I due si affrontarono in un match epico, 5 set che lasciarono tutti a bocca aperta, due stili tennistici antitetici con Ljubicic che dipingeva traiettorie velenose con il suo rovescio a una mano per poi scendere a rete. Nadal copriva il fondo del campo, già corridore instancabile e tennista dalla difesa granitica. Nadal vinse il quinto set al tie break, il tennis stava cambiando. Il tennis nel primo decennio del 2000 viveva il braccio di ferro tra Nadal e Federer  e il conte Tiriac ammirava lo scorrere del tempo e l’evoluzione di uno sport seduto all’interno della sua cassa magica; oggi il patron si diverte e fa divertire con le sue stravaganze, modelle raccattapalle, terra blu, trofei milionari. Un uomo lungimirante che nasconde sotto i suoi grandi baffi un impercettibile sorriso di soddisfazione.

 

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