Storia dell’arte via dalle scuole. Verità o “bufala”?

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di Sabrina Ferri

L’arte non si può guardare e basta. Perchè ogni produzione artistica va studiata, analizzata, compresa. Dietro ogni quadro o statua si cela sempre una storia, un piccolo grande universo che vuole essere raccontato. Così, entrare in un museo essendo a digiuno di storia dell’arte è come osservare un film di spalle e con le orecchie tappate, una pellicola che smette semplicemente di avere senso. E allora viene da chiedersi: se la disciplina Storia dell’Arte venisse abolita dagli insegnamenti scolastici, come farebbero le generazioni future a comprendere pienamente il valore inestimabile di quelle opere che per secoli hanno incantato milioni di persone?

La questione emersa da qualche giorno a questa parte ha scatenato in rete una vera e propria polemica. La notizia di una possibile scomparsa della materia sarebbe rimbalzata da un giornale all’altro, tenendo tutti con il fiato sospeso. Insegnanti e studenti avrebbero così iniziato a riversare la loro rabbia sul web, in particolare sui social network, tramite gruppi e commenti infelici, decisamente contrari all’idea di una scuola senza arte.

A far parlare di sé è soprattutto Paolo Campana, creatore del blog Bloggokin, che senza mezze misure prova a dare una forma alla sua protesta realizzando alcune immagini provocatorie con lo scopo di far riflettere su quale potrebbe essere il destino della conoscenza del nostro patrimonio artistico senza lo studio della Storia dell’Arte a scuola. Così ad esempio, La ragazza con l’orecchino di perla, uno dei più famosi dipinti di Jan Vermeer, potrebbe trasformarsi ne La ragazza con la fascia azzurra in testa firmato Artista Sconosciuto.

Ma da quali fonti trae origine la notizia di un’ipotetica abolizione della materia? Secondo alcuni si sarebbe trattato soltanto di una “bufala”, una notizia falsa fatta circolare solo per suscitare un po’ di polemiche. Per altri invece il rischio sarebbe reale, un rischio derivante anche dalla  riduzione delle ore attuata con la riforma Gelmini circa sei anni fa. Eppure perché il polverone si sarebbe alzato soltanto adesso?

Come spiegato da Paolo Campana a Skuola.net la protesta non sarebbe contro la riforma Gelmini quanto piuttosto contro la recente bocciatura dell’emendamento all’articolo 5 del Disegno di legge presentato lo scorso Settembre dall’On. Costantino. L’emendamento in questione, nello specifico, chiedeva di riportare l’insegnamento di Storia dell’Arte alla situazione ante Gelmini, e quindi di aumentare nuovamente le ore. Ma a causa di problemi finanziari l’emendamento, dopo aver incontrato difficoltà in commissione di bilancio, sarebbe stato bocciato.

Certo, per ora la Storia dell’Arte sembrerebbe ancora salva, anche se purtroppo questa disciplina non avrebbe lo stesso peso di altre materie ritenute decisamente più importanti. Ed è buffo pensare che in un paese come il nostro, dove è la stessa Costituzione a parlarci di promozione dello sviluppo della cultura e tutela del patrimonio storico e artistico, si debba arrivare anche solo a pensare ad un futuro senza arte nelle scuole.

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