Nuova occupazione a Garbatella, dall’ex mobilificio alla biblioteca che verrà

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di Irene Salvi

C’è un nuovo spazio culturale a Garbatella. Lo scorso venerdì mattina un gruppo composto da attivisti di associazioni e collettivi del quartiere – tra cui il laboratorio territoriale Play, il collettivo della Casetta Rossa e l’associazione Nessun Dorma – ha occupato uno stabile in via Edgardo Ferrati n. 3, di fronte al teatro Palladium. Si tratta degli antichi bagni pubblici costruiti da Innocenzo Sabatini all’inizio dello scorso secolo: un edificio storico attualmente di proprietà dell’ATER, azienda territoriale per l’edilizia residenziale del Comune di Roma, per diversi anni affittato al Mobilificio Proietti e poi abbandonato. Uno spazio che una mozione del consiglio del Municipio VIII, votata all’unanimità lo scorso novembre, chiedeva di destinare alla creazione di una biblioteca di quartiere, sottraendolo al rischio di speculazione e recuperandone l’originaria vocazione di bene pubblico; ma l’inerzia dell’amministrazione cittadina ha impedito che alle parole seguissero i fatti. Con l’occupazione si è voluto richiamare l’attenzione delle istituzioni su un’esigenza condivisa dall’intera comunità del territorio.

«Oggi abbiamo aperto una porta perché rimanesse aperta per tutti. Non vogliamo promesse, ma atti concreti» hanno dichiarato gli attivisti, che specificano di considerarsi custodi di un bene comune e di sperare che venga raggiunta al più presto una soluzione condivisa. «Noi non pretendiamo di gestire questo posto: al contrario vogliamo diventarne utenti, come cittadine e cittadini di una città che vede diminuire in modo sempre più preoccupante l’offerta culturale».

Nonostante la buona accoglienza ricevuta dagli abitanti del quartiere, che da subito hanno contribuito partecipando agli incontri e portando centinaia di libri per il progetto di book-crossing, l’occupazione ha creato una spaccatura nelle istituzioni locali: venerdì sera gli assessori municipali del PD si sono dimessi in blocco, per manifestare la loro contrarietà alla modalità di azione scelta dai movimenti.

Intanto, martedì mattina è già stato fissato un incontro con l’assessore capitolino alla Cultura Flavia Barca per discutere del futuro dello stabile. Andrea Catarci, Presidente del Municipio VIII, ha chiarito che «si sta cercando di mantenere la rotta su quest’obiettivo strategico e invitando alla calma per perseguirlo le realtà territoriali. Ci rendiamo disponibili ad essere il punto di riferimento per sottoscrivere impegni formali».

Per Claudio Marotta, assessore municipale alla cultura, l’iniziativa «ha il merito di accelerare il doveroso iter sulla destinazione della struttura», che si inserisce nel più ampio dibattito su politiche culturali e beni comuni che a Roma ha generato esperienze come quelle del Teatro Valle e del Nuovo Cinema Palazzo. «Lavoriamo per portare sui tavoli istituzionali le istanze dei cittadini, che rivendicano il diritto di essere parte attiva nei percorsi di rigenerazione urbana e di gestione partecipata dei beni comuni e della città».

In attesa della risposta delle istituzioni, il progetto va avanti: ribattezzato Moby Dick, “la biblioteca che verrà”,      lo spazio ha già ospitato un fitto calendario di iniziative tra letture collettive e presentazioni di libri, proiezioni di cartoni animati e laboratori didattici per bambini. Fra le proposte emerse nella prima assemblea pubblica c’è anche l’idea di coinvolgere gli abitanti nella costruzione di un archivio audio-video che raccolga la memoria storica e recente di questo quartiere, da sempre animato da una vivace partecipazione popolare.

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