GUARIN – VUCINIC L’ULTIMO CASO DI UN MERCATO FATTO DI RIPENSAMENTI

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GUARINI VUCINICStrano mondo il calciomercato. Un mondo ufficialmente aperto soltanto per quattro mesi l’anno ma che in realtà è in continua evoluzione durante tutti gli altri otto mesi. Non c’è mai pausa per trattative, incontri e ammiccamenti; a Sky, ad esempio, hanno centrato in pieno il titolo da dare a una rubrica: È sempre calciomercato. Lo è a maggior ragione nei giorni di piena bagarre di trattative come è il mese di gennaio. L’attenzione in questi giorni è stata tutta per quanto di tragicomico è successo tra Juventus e Inter.

Storia di uno scambio, quello tra Vucinic e Guarin, mal digerito dai tifosi dell’Inter; di un accordo fatto via sms tra Agnelli e Thohir; di una conferenza stampa fiume di Marotta a spiegare quanto poco elegante sia stato il comportamento del neo presidente interista. “La trattativa era già definita con un accordo verbale tra me e il dg dell’Inter Fassone. Agnelli ha tentato di mettersi in contatto con Thohir poi ha ricevuto un sms di assenso. Poi la cosa è saltata e non abbiamo capito il perché”. Di contro la risposta di un offeso Thohir: “Non posso permettere a nessuno al di fuori della nostra Società di criticare pubblicamente le nostre dinamiche interne, difenderò l’Inter e ciò che rappresentiamo con ogni mezzo a mia disposizione”. Buffo che il primo vero grande riavvicinamento di mercato tra Juve e Inter dopo i passaggi di Ibrahimovic e Viera dalla Juventus, fresca di retrocessione in B, all’Inter, che si apprestava a iniziare la striscia di scudetti, debba concludersi in questo modo. Chi abbia ragione tra le parti non si può sapere; è difficile stabile quando il tempo per ripensarci finisca, visto che come la storia ha insegnato finché non c’è la firma sul contratto tutto tra le parti diventa lecito. Essendo sempre calciomercato Agnelli e Thohir non sono gli unici patron a litigare e discutere per affari saltati.

La lista è lunga e non mancano comportamenti discutibili o cambiamenti d’idea repentini. Uno degli ultimi che saltano alla memoria è la strana storia di Berbatov, bloccato mentre stava per prendere il volo che da Monaco l’avrebbe portato a Firenze. Gelo e rabbia scesero tra Fiorentina e Juventus, anche se i bianconeri furono poi di nuovi beffati dai cambi di idea del buon Dimitar che alla vecchia signora scelse alla fine il Fulham. Sempre la Fiorentina, tornando indietro fino all’estate del 2008, mandò su tutte le furie l’allora Ds della Roma, Daniele Pradè. Era fatta per Mutu, l’offerta ufficiale della Roma, il sì di Pantaleo Corvino, un fax assicurava l’ok alla trattativa; l’etere romano festeggiava per l’ingaggio del giocatore richiesto da Spalletti per rinforzare una squadra forte del secondo posto. Poi l’imbarazzo giallorosso: un comunicato viola per ribadire il no alla Roma e la definitiva decisione di togliere Adrian Mutu dal mercato. Determinante fu il volere di Prandelli, ma alla fine la morale è sempre la stessa, senza firma non basta un ok, per fax o per sms che sia.

Ci sono poi tante altre piccole storie di mercato intrecciato e di intromissioni all’ultimo istante. Nel 2003 Legrottaglie stava per vestire giallorosso ma la Juventus all’ultimo si inserì e lo portò alla corte di Lippi; Sensi piccato dallo sgarbo dei nemici si presentò dall’Ajax per prendere Chivu, di chi fu l’affare fu il campo a dirlo. Era un periodo di nervi tesi tra Roma e Juventus, così come non ricordare la polemica intorno a un possibile passaggio di Lucio dal Bayer Leverkusen alla Roma, saltato, si dice, per un’intromissione bianconera. Alla fine, come nel caso Berbatov, il giocatore non arrivò in Italia, ci arriverà più tardi ma all’Inter e poi in una fugace apparizione proprio alla Juventus.

Nel 2007 a bisticciare furono poi le due di Milano intente entrambe a portare a casa David Suazo dal Cagliari. Il giocatore alla fine approdò sulla sponda neroazzura del naviglio, nonostante i rossoneri avessero stipulato già il contratto con Cellino, mentre Moratti era forte del volere del giocatore. Era solo questione di tempo prima che Suazo arrivasse all’Inter (si sa che quando c’è di mezzo la forte volontà alla fine è quasi sempre il giocatore a vincere) ma l’intromissione del Milan stava per far andare la storia in maniera diversa. Nello stesso anno andò in scena il litigio tra due dei più bravi Ds italiani. Pantaleo Corvino, accusato da Zamparini, di essere uno “sciacallo” per aver soffiato un giovanissimo Zdravko Kuzmanović a Rino Foschi. La Fiorentina strappò il giocatore all’ultimo e Foschi si prese anche il ben servito da Pantaleo: “meglio essere considerato uno sciacallo che un pollo”. 

Tornando ancora indietro nel tempo si può ricordare lo smacco capitolino compiuto da Sergio Cragnotti nel 1998 in una trattativa lampo con blitz a Belgrado per soffiare Dejan Stankovic alla Roma. Il serbo diventò colonna della Lazio ma soprattutto dell’Inter, dove arrivò, guarda caso, dopo un altro tira e molla ancora con la Juventus. Storia di un pre-contratto firmato dal giocatore con la Juventus nell’estate del 2003, quando ancora sotto contratto con la Lazio. Tale contratto per la Federazione era nullo, tanto più che mancava anche il benestare della Lazio, alla fine Stankovic, che aveva anche mandato una lettera d’annullamento del contratto in questione, si accordò con l’Inter per andare a gennaio in neroazzurro permettendo alla Lazio di avere, nonostante i 6 mesi alla scadenza del contratto, un conguaglio economico. Tanti ancora i casi tornando indietro, alcuni noti a tutti come la storia di Zibi Boniek impegnato con Dino Viola ma che per problemi di liquidità finì alla Juventus ritardando soltanto di qualche il suo approdo in giallorosso; altri invece che probabilmente resteranno celati dai silenzi dei protagonisti e da firme che sembravano fatto e che invece non sono mai arrivate.

Cristiano Checchi 

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