Crowdfunding: fonte di finanziamento per le imprese del futuro?

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di Francesco Galati

Il termine crowdfunding deriva dall’inglese, la sua traduzione letterale – brutta ma efficace – è: finanziamento dalla folla.

Il concetto alla base di questa, per noi italiani, nuova forma di finanziamento ha preso piede un po’ come hanno fatto i social network: l’idea è quella di riuscire a compiere “azioni più grandi” inseguendo dei sogni (più o meno possibili) con l’aiuto delle “piccole azioni” di tutti, un po’ come l’adagio dell’albero che cade e della foresta che cresce, ovviamente farà più rumore il primo.

Divagazioni a parte il crowdfunding è una fonte di finanziamento che molte imprese, principalmente di piccole e medie dimensioni, possono sfruttare con grande successo, andando a richiamare il postulato economico della coda lunga (vendere poche copie di molte cose). Nel caso del finanziamento questo può leggersi come la possibilità di avere un’enorme quantità di piccoli investitori.

Il crowdfunding è una realtà ben rodata all’estero, dove in settori in cui c’è difficoltà nella raccolta di capitali, come ad esempio quella delle software house indipendenti, è possibile ottenere dei risultati. Questo sistema di finanziamento si è rivelato assolutamente vincente, una delle realtà più note è kickstarter, recente il caso in cui una software house  (la Black Isle Studios, autrice del famoso videogioco Torment), ha chiesto il supporto dei fan – e di eventuali investitori – per raccogliere 250.000$ e cercare di ripetersi in quello che da molti esperti del settore è considerato un capolavoro: nell’arco di due settimane la raccolta si è attestata sui 5.000.000$, un risultato a dir poco eccezionale ma soprattutto una piacevole sorpresa che non ha riguardato e che non riguarda soltanto aziende del settore videogames indie.

Probabilmente nell’era del social non è sbagliato credere, e i dati ne danno riscontro, che forme di finanziamento basate sulla quantità piuttosto che sul “peso” della contribuzione possano essere lo schema vincente soprattutto in quelle realtà in cui trovare un finanziatore importante (per non parlare di quelli istituzionali) potrebbe essere una missione impossibile.

In Italia il primo portale di crowdfunding riconosciuto anche dalla CONSOB è Crowdfundme, chissà se questo modello di finanziamento prenderà piede in Italia dando uno stimolo ad un’economia che stagna ed è affaticata da un sistema bancario e politico che anziché favorire l’imprenditoria la copre di tasse, soprattutto sul fronte lavoro.

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