Anni Felici– La coppia negli anni settanta

0 0
Read Time2 Minute, 51 Second

di Annalisa Gambino

Ambientato nell’estate del 1974, Anni felici racconta la storia di un amore viscerale tra Guido, scultore e artista concettuale, e sua moglie Serena.

In origine il titolo del film era ‘Storia mitica della mia famiglia’. Infatti, se pur in forma romanzata, il film racconta l’infanzia del regista Daniele Lucchetti. Questo, attraverso gli occhi del figlio più grande della coppia, Dario, racconta con l’innocenza e la leggerezza di un bambino le rivoluzioni personali e sociali degli anni successivi al ’68. I conflitti interni alla coppia fanno eco alla rivoluzione culturale di quegli anni non proprio felici. Il protagonista maschile è un uomo sofferente, un’artista in cerca di consensi che sente il peso della convenzioni borghesi. Guido esprime la sua insoddisfazione attraverso performance trasgressive snobbate dall’elite culturale romana che sembra non apprezzare il suo talento.

In contrapposizione allo spirito libero di Guido, Serena è da subito connotata come la perfetta donna figlia del suo tempo, moglie fedele e madre devota. Questi due sistemi apparentemente contrapposti si bilanciano nell’equilibrio domestico fino a che entra in scena Elke, la gallerista di Guido, che invita Serena e i due figli a seguirla in una vacanza ”per sole donne” in Camargue. Durante la gita, influenzata da Elke, Serena comincia a porsi interrogativi importanti che la incoraggiano nella ricerca di una propria individualità, sperimentando tra l’altro l’amore lesbico proprio con Elke. Al ritorno della vacanza scoppia una prevedibile crisi matrimoniale che innesca nella famiglia un meccanismo di allontanamenti, dubbi e conseguenti riavvicinamenti.

Il narratore principale è come si è detto Dario, alterego di Lucchetti che con la sua super 8 riprende gli eventi come in un filmino di famiglia, diventando testimone dei giorni felici ed infelici del titolo. Le tensioni politiche e le rivendicazioni identitarie del femminismo sono raccontata dal regista con un disincanto privo di giudizi morali. Ciò che ne emerge è il rimpianto per un’epoca importante e la nostalgia per quegli anni in cui ci si interrogava veramente su come essere, sui rapporti umani, sulla relazione uomo-donna e sul ruolo della famiglia all’interno della società. Il film mescola la biografia con la storia dell’Italia e le interpretazioni con i personaggi figli di quel tempo.

Sorprende in positivo la scelta del cast. La coppia Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti risulta essere efficace e credibile nell’interpretare l’energia e la passione carnale di Guido e Serena. La fotografia e le inquadrature giocano di conseguenza sull’importanza scenica dei due protagonisti. Sono abbondanti i primi piani, capaci di cogliere ogni emozione e sfumatura, lacrima o sorriso. La vicinanza della macchina da presa denota l’affetto e il trasporto personale di Lucchetti nel raccontare la sua storia.

Anni Felici, dopo i successi dei precedenti di Mio Fratello è figlio unico e La nostra vita, presentati rispettivamente a Cannes 2007 e 2010, è stato proiettato in anteprima mondiale al Festival del cinema di Toronto. Sorge spontaneo riflettere sull’assenza del regista romano alla festa del cinema di Venezia. A rispondere è lo stesso Lucchetti «Sono contento che l’Italia abbia vinto a Venezia, ma per quanto mi riguarda non rinnego la scelta di preferire Toronto per presentare in prima mondiale Anni felici. È un film molto personale, non credo che avrei resistito anche solo a uno “storcimento” di naso o a una risata al Lido».

In questo modo si congeda Lucchetti, e a noi spettatori dopo la visione resta una piacevole sensazione di libertà e rivoluzione emanata da quegli ”anni felici”.

Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleppy
Sleppy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *