MotoGP. Gran Premio di San Marino: dominio assoluto di Lorenzo. Solo quarto Rossi

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Anche il circuito di Misano è “Lorenzo’s land”, come recita la bandiera garrita a fine gara dal campione del mondo, è un’ulteriore tappa conquistata dal numero 99 della Yamaha che con un dominio assoluto stravince il Gran Premio di San Marino davanti alle Honda di Marquez e Pedrosa.

Per Lorenzo è la seconda vittoria di fila dopo quella di Silverstone, ma le differenze tra i due successi sono evidenti, con la corsa inglese vinta con il sudore di una gara sofferta e un sorpasso all’ultimo giro e il Gran Prix di Misano invece dominato già dopo le prime curve con un secondo di vantaggio sugli inseguitori, poi portato a tre durante la corsa, e gestito fino al traguardo. Ulteriore prova di forza del campione del mondo quindi che aggancia Pedrosa in classifica generale e si porta a 34 lunghezze dal leader Marq Marquez.

Il “fenomeno” della Honda, che aveva sorpreso tutti nelle qualifiche con mezzo secondo di vantaggio sul giro (record della pista in 1′ 32” 915) proprio su Jorge Lorenzo, parte con i freni tirati, perde posizioni al via attestandosi in terza piazza per più di metà gara, ma viene fuori nel finale quando comincia a “martellare” giri veloci in pista, annienta Pedrosa in bagarre a sette giri dalla fine, si mette in testa di raggiungere Lorenzo ma chiude secondo. Ottimo risultato se si considera che il giovane debuttante in moto GP arriva praticamente sempre sul podio, quando mancano ormai cinque gare alla fine del campionato. Ovviamente tutto ancora può succedere soprattutto con un Lorenzo così in forma, ma la sensazione è che sarà difficile togliere il mondiale dalle mani del giovane Marquez.

Lo spagnolo della Yamaha può soltanto continuare a fare grandi prestazioni come quella di Misano e sperare nell’aiuto di Pedrosa, e magari anche del compagno di squadra Valentino Rossi. Vittoria eccezionale di Lorenzo quindi che è sembrato ieri davvero inavvicinabile, ma la corsa di San Marino doveva essere il banco di prova sia per Pedrosa che per Rossi, deludenti entrambi. Lo spagnolo si arrende allo strapotere di Lorenzo, subisce, come detto, il sorpasso di Marquez a sette giri dalla fine, tenta di replicare inutilmente, ma la sensazione è che i due davanti siano fatti di un’altra pasta e siano più inclini al rischio rispetto a lui. Il dottore non parte bene, scattava dalla terza posizione e si lascia superare dalla A.R.T. di Espargarò (poi fermato dalla direzione gara per falsa partenza e costretto ad un giro in corsia box), ma a Misano, circuito a 10 Km da Tavullia e dedicato alla memoria del suo grande amico Marco Simoncelli (ricordato con un casco aerografato con la canzone dei Pink Floyd “Wish You Were Here”), sembra poter lottare con i primi, riuscendo  ad emulare i tempi di Lorenzo, Marquez e Pedrosa. Cosa è successo dopo metà gara non ci è dato sapere, il dottore rallenta vistosamente, di mezzo secondo a giro, e perde contatto con i primi chiudendo quarto al traguardo con quindici secondi di ritardo da Jorge Lorenzo. Dirà poi ai microfoni di aver perso il feeling con la gomma anteriore e di non essere più riuscito a fare i tempi iniziali (che già faticava a sostenere), ma il risultato finale è ancora una volta giù dal podio. Bellissima la battaglia per il quinto posto che vede la Honda di Stephane Bradle superare la Yamaha di Crutchlow all’ultimo giro.

Ancora male le Ducati: nono e decimo Dovizioso e Hayden che faticano non poco. Inutili gli accorgimenti tecnici dell’ultima ora per la casa di Borgo Panicale, che per Misano aveva sostituito lo scarico di propria produzione (termignoni) con quello di fabbricazione Akrapovic. Urge una vera e propria rivoluzione in casa Ducati, questa è ormai la quarta stagione senza alcun risultato e così facendo si rischia che la prossima sia l’ennesimo fallimento. Intanto anche ieri i secondi di ritardo da Lorenzo erano 42. A fine gara diversi gli umori dei protagonisti, con uno sconsolato Pedrosa che dichiarerà di aver dato il meglio di se stesso, mentre si preannuncia un finale di campionato davvero infuocato tra i due spagnoli Lorenzo e Marquez. Jorge affermerà ai microfoni che Marquez è l’avversario più difficile da battere che abbia mai incontrato: “giovane, velocissimo e soprattutto sembra non sbagliare mai un colpo”; Lorenzo, dal canto suo, è il campione del mondo in carica e ora che la Yamaha lo ha supportato tecnicamente (offrendogli il nuovo cambio Seamless, che ha apportato miglioramenti decisivi) se la può giocare alla pari con le Honda, anzi potrebbe essere diventato lui l’uomo da battere.

di Andrea Lorenzini

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