Mentre nel Pd continua l’inutile guerra, il Pdl festeggia la vittoria (di Pirro)
di Pierfrancesco Demilito
”Per noi ha avuto davvero il senso di una missione compiuta perchè è stata una grande battaglia e avere centrato questo risultato è davvero straordinario. E’ chiaro che lo consideriamo non il nostro successo, ma il successo di milioni di italiani”. Con queste parole, un radioso Angelino Alfano ha festeggiato, la scorsa settimana, la cancellazione dell’Imu sulla prima casa. Il vice-premier ha parlato di vittoria di milioni di italiani ma è evidente che a vincere davvero è stato il Pdl, che contro la tassazione sulle prime case aveva iniziato mesi e mesi fa una dura battaglia. E poco importa se l’Imu verrà sostituita da un’altra tassa: la Service Tax, su cui ancora si sa pochissimo. S’è vinto e si festeggia.
E’ fuor di dubbio che la promessa di restituire la prima rata abbia pagato, in termini di voti, alle scorse elezioni politiche, aiutando e non poco il Pdl. Ma è altrettanto fuor di dubbio che, ormai, gli italiani all’Imu si erano abituati e quasi ne avevano compreso la necessità nel difficile quadro generale. Non è un caso, infatti, che in un recente sondaggio, effettuato dalla Swg per la trasmissione Rai Agorà, il 64% degli intervistati si sia detto favorevole ad una abolizione solo parziale dell’Imu, al fine di poter disporre di più risorse per altri scopi.
Ma quella del Pdl, seppur “di Pirro”, resta una vittoria e come tale Alfano la festeggia. Quello che non si riesce a capire bene è perchè il Pd e anche Letta non vivano la cosa come una sconfitta.
Il Partito Democratico, ormai da troppo tempo, è concentrato sulle beghe interne e sempre più spesso sta dimenticando il Paese, e ancora peggio i suoi elettori. La discussione sulle regole del congresso, sulle correnti, ha stancato tutti, militanti e non.
Dallo scorso aprile, mese che ha visto la nascita delle cosiddette “larghe intese”, gli elettori del Pd hanno dovuto ingoiare numerosi rospi. Il Governo Letta, sin dalla sua nascita, è stato vistosamente squilibrato verso il Pdl. Le continue minacce mosse dal partito di Berlusconi nei confronti dell’Esecutivo hanno trasformato Letta da giovane rampante di belle promesse in un mansueto agnellino accondiscendente, o come direbbe il senatore Monti in uno “smidollato”. E se questo sbilanciamento c’è, è anche a causa del Pd che ha troppo presto alzato bandiera bianca per potersi concentrare sulle questioni interne al partito e sugli scenari futuri, dimenticandosi di avere suoi Ministri in questo Esecutivo e di avere già oggi e non domani delle responsabilità di Governo. Come visto, il Pdl a forza di aut aut ha portato a casa l’abolizione dell’Imu. Qualche aut aut forse, anzi certamente, avrebbe dovuto essere posto dal Partito Democratico, ad esempio sugli esodati. La scorsa settimana Franceschini esultava per aver “salvato dalla disperazione 6000 esodati”, su un totale di oltre centotrentamila. Gli altri 124.000 evidentemente vivono serenamente. Questo Partito così debole e così autoreferenziale non serve davvero nessuno.
Negli ultimi anni ho sentito ripetere tante volte, forse troppe: “l’elettore di sinistra è responsabile, al momento di entrare nella cabina elettorale comprende cosa è giusto fare”. Su questo assunto si sono eccessivamente cullati, nel corso dell’ultimo decennio, i dirigenti del Partito Democratico. Ma anche la responsabilità ha i suoi limiti, e quando Renzi, Epifani, Bersani, D’Alema, Civati, Fassina, Cuperlo eccetera eccetera, avranno risolto le loro vicende, il Partito potrebbe non esserci più e PD potrebbe significare semplicemente Partito Disperso.
Invettiva contro gli assassini del Partito Democratico
Vengo ad augurare i mali peggiori
a chi so io e che sappiamo in tanti:
ex popolari e dalemiani sfranti.
Ai deputati, dico, e ai senatori.
Vi prendesse lo scolo coi bruciori,
mal di denti da affogarvi in pianti,
emorroidi sempre sanguinanti
tramezzo a insostenibili dolori.
A voi auguro ernie come angurie
e mal di schiena senza soluzione.
Non manchi l’emicrania nel menù
che vi riduca preda delle Furie.
Vengavi al culo tal suppurazione
che non possiate mai sedervi più.
La grandine vi assalga, e la tempesta,
i topi vi rosicchino nel letto,
le pantegane strappino dal petto
il cuore, se per caso ve ne resta.
Le vespe e i calabroni dalla testa
giù giù fin sopra il pube e dentro al retto
vi faccian rossi più d’un gamberetto,
colore degno delle vostre gesta.
Con l’ulcera l’orchite e un forte eczema,
dolor di pancia e insieme stitichezza
a voi che per rancori personali
(Veltroni,ancora lui, e con D’Alema!)
avete soffocato di monnezza
i nostri rimasugli di ideali.