Serie A. Qui Milan: l’esordio a Verona in mezzo alla doppia sfida col Psv. La conferma di Allegri ha dato fiducia al gruppo

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Dal gol di Philippe Mexes a Siena nell’ultima giornata di campionato che ha regalato al Milan il terzo posto e il diritto a disputare i playoff di Coppa Campioni sono passati all’incirca tre mesi, nei quali di acqua sotto i ponti rossoneri ne è passata parecchia.

E’ stato innanzitutto confermato il tecnico, quel Massimiliano Allegri che nelle tre stagioni alla guida dei rossoneri ha saputo conquistare uno scudetto, una Supercoppa Italiana, un secondo posto e soprattutto un terzo nell’anno più difficile della storia recente del club milanese. Eppure la conferma è apparsa sorprendente ed è avvenuta al 90% grazie al pressing di Adriano Galliani e dello spogliatoio milanista, tutti schierati dalla parte del tecnico livornese, al contrario del Patron Berlusconi che di Allegri si sarebbe sbarazzato ben volentieri per far sedere sulla panchina rossonera una ex gloria del club come Clarence Seedorf (che allenatore poi neanche è) o come Marco Van Basten (che di faville in campo ne faceva a bizzeffe, in panchina finora ben poche). E si può dire che sia la conferma di Allegri l’acquisto più eclatante della campagna acquisti del Milan estate 2013. Si, perché il povero Galliani, già costretto lo scorso anno a congedare niente popò di meno che Ibrahimovic e Thiago Silva oltre ad una mezza tonnellata di senatori, ha trovato ben pochi spiccioli nel salvadanaio messogli a disposizione dal Cavaliere, così si è dovuto arrangiare facendo ricorso a tutte le sue astuzie e conoscenze da mestierante navigato di mercato qual’è. “Non entra nessuno se non esce nessuno” – il ritornello quasi noioso dell’A.D. rossonero; infatti per un Ambrosini che si accasa a Firenze ecco promosso il baby Cristante, per un Flamini che non rinnova il contratto ecco Poli dalla Sampdoria, per un Bojan non confermato arriva il talento empolese Saponara, per uno Yepes rimasto senza contratto via al giovanissimo colombiano Vergara. Per un Robinho che non parte, poi, ecco un Ljajic che ovviamente non arriva (o non ancora?). L’assalto al giapponese Honda, talento del Cska Mosca, è stato più volte rispedito al mittente, anche se l’affare, male che vada, si concluderà a gennaio dato che il nipponico è a scadenza di contratto col club russo.

La stagione che viene – Il Milan targato 2013-2014 che farà il suo esordio in campionato sabato alle ore 18 in casa del Verona, partita che si colloca a sandwich tra le due sfide con il Psv Eindhoven, crocevia cruciale per la stagione, è comunque una squadra incompleta: la difesa non dà garanzie assolute perché Abbiati è più vicino ai quaranta che ai trenta, Abate ha corsa ma piedi ruvidi, Mexes e Zapata soffrono di saltuarie amnesie, mentre di grande affidabilità, temperamento e classe è dotato Mattia De Sciglio, unica vera perla della retroguardia rossonera. A centrocampo poi manca qualità e personalità, anche se Montolivo possiede discretamente la prima e De Jong la seconda. Ma la coperta è corta perché Muntari dà di matto troppo spesso, di Nocerino non si è capito se la reale versione sia quella stile Matthaus di due anni fa o quella stile Andrade romanista dell’anno scorso, e Poli per caratteristiche non è nè Rijkaard e nè Desailly, nè tantomeno Pirlo, tanto per far luccicare gli occhi dei nostalgici. In attacco, invece, Allegri ha soluzioni stuzzicanti, 4-3-3 o 4-3-1-2 di berlusconiana passione che sia: Balotelli è il punto fermo del reparto avanzato: intoccabile e inattaccabile, 12 gol in 13 partite l’anno scorso fanno presagire almeno ad un bottino di 20-25 in 33-34 gare di media. El Shaarawy, apparso appannato nella seconda metà del campionato scorso, è tornato in questo precampionato, gol ad Eindhoven compreso, in gran forma, fisicamente e mentalmente e, trovando i giusti ritmi con Balotelli, può essere il compagno ideale di una coppia devastante, nel Milan come nella nazionale azzurra. Niang, raggiunta la maggiore età, deve dimostrare di essere maturo anche in campo; il talento c’è, la gestione della testa e delle gambe in partita no. Inoltre la voce zero alla casella dei gol non è un buon biglietto da visita per un attaccante. Diversi i problemi di Robinho e Boateng: il primo quando non è alle prese con acciacchi vari è assalito dalla nostalgia brasiliana e dalla maglia bianconera del Santos, in campo appare spesso distratto ed abulico; il secondo, dopo l’esordio trionfale nell’anno dello scudetto, è ormai perennemente alla ricerca di se stesso, tra una foto al mare con la Satta e un taglio di capelli prova anche a giocare a pallone, ma con la costante bocciatura di allenatore, compagni e tifosi. Ha provato più volte ad ammiccare alla Bundesliga, ma per il momento in Germania hanno fatto tutti orecchie da mercante. In rampa di lancio, infine, il giovane Petagna, vera rivelazione del precampionato del Milan. L’ex bomber della Primavera ha potenza e sfrontatezza, ricorda tantissimo per caratteristiche il miglior Vieri. Occhio al ragazzo. Il tutto in attesa del ritorno di Pazzini, fermo ai box sino ad autunno inoltrato per i guai col ginocchio, e sempre affidabile in zona gol.

Insomma la compagine rossonera non può partire in prima fila, non sembra poter competere con Napoli e Juventus, forse neanche con la Fiorentina, ma può stare lì a ridosso delle prime posizioni, pronta ad azzannarne una in caso di balbettamenti altrui. In Europa poi, un quarto di finale potrebbe essere accolto con enfasi se non si trattasse del club più titolato al mondo e più presente negli ultimi atti della Coppa Campioni da 25 anni a questa parte. Insomma, per la coppa dalle grandi orecchie a Milanello ci si deve accontentare dei filmati di Sacchi, Capello ed Ancelotti.

Voto precampionato: 6

Obiettivo: terzo posto in campionato, non sfigurare in Europa.

di Marco Milan

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