Confederations Cup. L’Italia torna a casa con un terzo posto e tanta fiducia per il futuro

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di Cristiano Checchi

Rischiava di essere una Confederations Cup disastrosa per l’Italia. Si arrivava in Brasile da qualche ultima amichevole così così, ma si torna con la consapevolezza di non essere poi così indietro rispetto alle altre e soprattuto. E’ arrivato un terzo posto che da comunque continuità alla nazionale dopo il secondo posto agli Europei.

Il terzo posto è arrivato in una sfida tra stanche. Sia l’Italia che l’Uruguay erano infatti decisamente stanche. Le reti di Astori e Diamanti non sono bastate, dopo ogni gol azzurro è arrivato infatti il pareggio del castigamatti Cavani. Per gli azzurri, come se non fossero bastati così i supplementari e rigori contro la Spagna, si sono trovati a dover finire la sfida dal dischetto. Si è riscatto Buffon, che ne ha parati 3 (Forlan, Cacares e Gargano) su 5. Unico errore azzurro di De Sciglio, mentre a segno Aquilani, El Shaarawy, Giaccherini. E’ una vittoria che conta poco ma che fa morale.

Il post Confederations serve invece per riflettere sul futuro. Il modulo, specie nella partita con la Spagna, sembra riutilizzabile anche in futuro, la nazionale ora ha un suo scheletro di gioco. Balotelli in un modulo del genere rischia però di diventare l’ago della bilancia, ed è questo quello che si dovrebbe evitare. Poi ci sono le certezze come Buffon, Chiellini, Pirlo e De Rossi. A dare fiducia è anche l’elenco delle seconde linee, che in Brasile si sono prese la luci della ribalta. Candreva e Giaccherini spiccano. Il primo già grande nella Lazio è ora utile anche alla causa azzurra, il secondo spesso criticato per la sua presenza nel gruppo azzurro è stato spesso uno dei migliori in questa manifestazione. C’è anche poi la grande speranza per il futuro: Stephan El Shaarawy. Il talento del Milan vive un momento particolare, mai chiamato in causa prima della finalina rappresenta comunque il futuro del calcio italiano, ed è un giocatore che va ad ogni costo tutelato per farlo tornare ad esprimere a pieno il suo enorme talento.

Nell’immediato futuro per la nazionale c’è da ipotecare la qualificazione al mondiale, poi ci sarà tutto anno per continuare a lavorare bene come ormai quest’Italia ci ha abituato.

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