Basket: Siena campione d’Italia, battuta la Virtus Roma

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Gioia e dolore. Questo è lo sport e questo è il basket. Il campionato 2012-2013 si è chiuso questa sera al Palatiziano. La Montepaschi Siena è Campione d’Italia, e lo è per la settima volta consecutiva. Un’impresa storica che resterà per sempre una delle pagine più gloriose della storia della pallacanestro italiana. Siena ha vinto contro i pronostici di una stagione che non la vedeva favorita, vittima della crisi e delle cessioni. Ma vincere insegna a vincere e i 6 titoli di fila sono serviti in tutto e per tutto per guidare la nuova Montepaschi all’ottavo scudetto della storia. La vittoria è arrivata sulle ali dei vari Hackett (Mvp sia per le final eight che per questi playoff), Moss e Brown, ma anche con le triple di capitan Carraretto, unico reduce del ciclo dei sei di fila, e del veterano Ress. Senza dimenticare, ovviamente, la guida sapiente di Banchi, che dopo sette scudetti da vice ha vinto il suo primo da titolare della panchina. La squadra dopo un girone di ritorno che l’aveva vista vincere solo 2 volte in trasferta è andata a imporsi una volta a Milano, due a Varese e due a Roma. E’ stato lo scudetto più duro ma per questo forse anche il più bello.

Detto delle gioie, ci sono i dolori da raccontare. Le lacrime di Datome, Calvani e Toti. La Virtus ha compiuto una cavalcata, inaspettata come o forse più di Siena. Il successo è stato arrivare anche solo a questa finale; una volta in finale però è normale che il rammarico sia tanto. Sicuramente farà male pensare a gara 3 e 4, perse al PalaEstra per il crollo sempre nei minuti finali. Fare di più era quindi forse possibile, ma la consapevolezza di aver fatto comunque tantissimo può consolare un minimo per l’obiettivo sfumato. Da Calvani e Datome adesso la Virtus deve ripartire e passare un’estate meno tribolata di quella scorsa potrà sicuramente aiutare. Non solo Datome, il quale bisognerà vedere se resisterà a tutte le sirene che lo vogliono lontano da Roma, la Virtus potrà sfruttare il potenziale di Lawal, giocatore con ampi margini di miglioramento in difesa, di Taylor e di Goss, non delle brutte basi per ripartire.

Gara 5 come gara1. Siena è andata a vincere in trasferta paradossalmente con più facilità di quanto fatto al PalaEstra. Questa sera partita c’è stata per poco però, già alla fine del primo quarto la strada era chiara, Siena più pronta e più tranquilla. La Virtus viva solo di nervi, e proprio alla fine del primo parziale ha anche perso la guida di Calvani, il quale dopo un palese errore arbitrale che ha dato da 3 il canestro di Moss, nettamente da 2, è esploso in proteste troppo veementi. Senza uno degli artefici dei successi di quest’anno la Virtus ha avuto l’impennata d’orgoglio rimontando e chiudendo 33 pari il secondo quarto. Ma la partita è praticamente finita lì, terzo e quarto parziale Siena li ha dominati, mentre in casa Roma pioveva sul bagnato con i problemi respiratori di Taylor. L’attenzione a tratti è andata di più all’ambiente che in qualche circostanza si è surriscaldato troppo. Nel finale un po’ di nervosismo si è trasferito anche sul parquet, vedi Jenning contro D’Ercole o Lawal contro Ortner. Alla fine Siena ha chiuso 73 a 63, dagli spalti è arrivato qualche pezzo di carta e qualche bottiglia, fortunatamente ha poi  prevalso la voglia di ringraziare squadra e società. Per Siena invece la festa a Roma è solo cominciata.

di Cristiano Checchi 

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