Bilderberg: l’organizzazione segreta che poi segreta non è!
di Fabio Grandinetti
L’ultima frontiera del complottismo prende il nome da un hotel di Oosterbeek in Olanda, dove nel 1954 ebbe luogo la prima conferenza Bilderberg. Si tratta di una conferenza annuale che riunisce molte tra le personalità più influenti europee e nordamericane per discutere di temi politici, economici e bancari a livello globale. Nonostante abbia da poco celebrato la sua sessantesima edizione, il gruppo Bilderberg si configura oggi come il principale obiettivo dei fedelissimi delle teorie del complotto, additato di rappresentare la più potente lobby internazionale capace di influenzare i governi di tutto il mondo e di godere dei favori dei servizi segreti americani.
Sul web circolano con la consueta efficacia e pervasività le fantasie più sfrenate sul gruppo di potere. Il caso Bilderberg è arrivato fino in Parlamento, più volte citato dai gruppi del M5S e da altri onorevoli. Giorgia Meloni in occasione del voto di fiducia al governo Letta, neo membro del gruppo, affermava con sarcasmo: «Ormai in Italia per ricoprire determinati incarichi pare si debba per forza partecipare alle riunioni di Bilderberg, al limite dateci il numero a cui possiamo chiamare per essere invitati anche noi così magari un giorno avremo qualche possibilità». Il rapporto causale in realtà non è del tutto chiaro: si diventa potenti perché si partecipa alle riunioni di Bilderberg o si è membri perché già potenti?
Bilderberg è un’organizzazione perfetta per alimentare la curiosità dei complottisti e rinvigorire l’autocompiacimento di reporter nostrani, fanatici della rete e dell’informazione libera. L’ultima riunione tenutasi nel quartiere di Watford a Londra ha attirato la curiosità di tanti osservatori, tra cui gli inviati de La Cosa grillina che denunciarono l’inaccessibilità all’incontro. Come se le riunioni a cinque stelle, al di fuori dello strumento “puro” dello streaming, non si servissero di cancelli e di forze di sicurezza.
Certo, l’utilizzo da parte di personalità influenti di canali informali che superano i sistemi istituzionali e le organizzazioni internazionali nate per favorire il dialogo a livello globale non può far piacere a nessuno. Ma il gruppo Bilderberg manca di un aspetto fondamentale per rappresentare l’organizzazione eversiva che tutti i gli amanti della teoria del complotto sognano, vale a dire il connotato della segretezza. Il gruppo rende pubbliche molte informazioni, è dotato di un sito internet, una commissione permanente, un ufficio stampa e rende noti i nomi dei partecipanti. Nomi altisonanti, leader politici, manager influenti, giornalisti affermati, un altro elemento che non corrisponde al profilo ideale di un’organizzazione eversiva, che solitamente si compone di figure oscure, che non ricoprono cariche di rilievo. La storia, anche quella più recente, dovrebbe insegnare: quanti erano a conoscenza dell’esistenza di Licio Gelli e Luigi Bisignani?
Basta ben poco per provare la stupidità/faziosità di questo pseudo-giornalista.
Basta un link: http://www.neovitruvian.it/2011/06/10/banchiere-svizzero-smaschera-i-criminali-del-bilderberg/