Media Civici, la nuova frontiera della partecipazione pubblica

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di Elena Angiargiu

Se la rivoluzione digitale esercita già da tempo un forte impatto su diversi settori della vita pubblica, coinvolgendo economia, cultura e relazioni sociali, di recente la rete sta contribuendo a modificare anche l’organizzazione della vita politica, grazie a piattaforme innovative che permettono ai cittadini di partecipare attivamente alla costruzione delle decisioni pubbliche. Protagonisti di un nuovo rapporto tra politica e cittadinanza sono i Media Civici, al centro del dossier realizzato dalla Fondazione <ahref in collaborazione con il Servizio Informatica del Senato, che indaga i possibili utilizzi in ambito parlamentare di esperienze digitali di partecipazione civica.

Media Civici – Le forme della collaborazione in rete possono influenzare le modalità di partecipazione politica dei cittadini, nell’attuale contesto che vede la televisione non più come principale strumento di comunicazione politica. Inoltre, di fronte ad una domanda crescente di “interazione digitale” con le istituzioni pubbliche da parte di cittadini e associazioni, è nell’alveo della democrazia rappresentativa delle assemblee elettive, precisano i curatori del dossier “I Media Civici in ambito parlamentare. Strumenti disponibili e possibili scenari d’uso”, che è possibile individuare nuove modalità di potenziamento dell’attività parlamentare offerte da strumenti online «esplicitamente progettati, più o meno efficacemente, per il loro uso nei processi di partecipazione alla vita politica», un ibrido tra reti civiche e media sociali in grado di «promuovere l’impegno civico, la partecipazione e la trasparenza […] per sostenere la democrazia rappresentativa attraverso il rafforzamento dei legami sociali e la partecipazione della cittadinanza alla costruzione delle politiche pubbliche».

Piattaforme per la partecipazione politica – Il dossier presenta una rassegna dei Media Civici più significativi, più popolari negli Usa, nel Parlamento europeo e in quello britannico e meno conosciuti nel nostro Paese, indagati sotto il profilo delle relazioni tra istituzioni pubbliche e cittadinanza in base a quattro dimensioni: mobilitazione del consenso (NationBuilder, MeetUp), costruzione dell’informazione (Newstrust, Factchecking Sunlight Foundation) pratiche di consultazione (Petizioni, YourVoice, We The People, E-petitions, Sensor Civico, All Your Ideas, FixMyStreet, IdeaScale) e apertura del processo deliberativo alla partecipazione attiva.

Il coinvolgimento attivo nella deliberazione è favorito dal Web 2.0 e dalle pratiche di social networking, che consentono di sperimentare percorsi di colegislazione o legislazione partecipativa, bilancio partecipativo e processo deliberativo. Buone pratiche diffuse per lo più in ambito locale, come dimostrano alcuni casi italiani: ARS e-democracy, piattaforma promossa dall’Assemblea Regionale Siciliana per avviare processi di legislazione partecipata, PiÙ cultura!, progetto sperimentale di bilancio partecipativo dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Pesaro Urbino e Airesis, social network per l’e-democracy, ispirato ai principi della democrazia diretta e partecipata.

Sviluppi in ambito parlamentare – Informarsi, confrontarsi e decidere sono pilastri di una democrazia partecipata comuni a istituzioni e cittadini. Partendo dalla necessità di integrare gli strumenti esistenti con l’ambiente tecnico del Parlamento, lo studio si sofferma sulla riutilizzabilità della tecnologia delle piattaforme, suddivise tra proprietarie e open source, nonché sui differenti usi dei Media Civici rispetto alle attività di supporto di singoli senatori o Gruppi, Commissioni parlamentari e cittadinanza, promuovendo un uso consapevole della e-partecipation e fornendo “servizi certificati di partecipazione” alle piattaforme che consentano, di fatto, a chi partecipa di compiere “un atto forte di legittimazione della politica”.

In via sperimentale, per la novità dei temi trattati, è concepita la realizzazione di una specifica piattaforma per i servizi del Parlamento italiano, rafforzando di pari passo lo strumento delle consultazioni, presentato attraverso il progetto ConsultazionePubblica.Gov.It per l’aggregazione delle pratiche di consultazione ed e-participation dei Ministeri, nell’ottica di un processo continuativo che consenta di migliorare il rapporto tra pubbliche amministrazioni centrali, stakeholders e cittadinanza.

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