Champions League. Heynckes: il trionfo dell’uomo normale già pronto per la pensione

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Il successo del Bayern Monaco in Coppa dei Campioni porta la firma di Jupp Heynckes che strappa la coppa dalle grandi orecchie ai “cugini” del Borussia Dortmund nell’ultima partita della sua carriera di allenatore.

E’ un uomo normale Heynckes, non bello come Klopp, non affascinante quanto antipatico come Mourinho, non elegante come Guardiola, normale ma terribilmente efficace come solo i veri tedeschi sanno essere. E’ normale a tal punto che quasi nessuno si ricordava che lui, il signor Jupp, la Coppa Campioni l’aveva già vinta, nel 1998 ad Amsterdam quando guidava niente meno che il Real Madrid che in finale schiaffeggio’ la Juve di Marcello Lippi grazie ad un contestato gol di Mijatovic.

Da più di quattro mesi si sa che Heynckes lascerà il Bayern Monaco per far posto sulla panchina bavarese a Pep Guardiola, il quale probabilmente ora si starà chiedendo cosa accidenti poter fare l’anno prossimo più del suo predecessore, capace di regalare al Bayern un anno eccezionale, chissà se ripetibile: scudetto (vinto con una mezza dozzina di giornate di anticipo), Coppa dei Campioni, Supercoppa di Germania e, se batterà in finale lo Stoccarda (non esattamente il prototipo di muro invalicabile), anche la Coppa di Germania. Heynckes ha avuto un merito quest’anno: ricaricare le batterie di un gruppo scarico e demoralizzato dopo la beffa della stagione precedente, passata dalla sconfitta in campionato nel quale trionfò proprio il Borussia Dortmund, per arrivare all’atroce sconfitta nella finale di Coppa Dei Campioni giocata in casa contro il Chelsea e persa dopo aver segnato a 7 minuti dalla fine ed esser stati raggiunti all’88’, dopo aver sbagliato un rigore nei supplementari e aver gettato la vittoria proprio nei tiri dal dischetto. Non era facile motivare una truppa paralizzata da un simile epilogo, eppure il tecnico nativo di Mönchengladbach ha spinto sui tasti giusti, ha reso i suoi ragazzi più cattivi e consci di una forza che nessuno in questo momento in Europa può vantare. Nasce così la storia perfetta del Bayern Monaco edizione 2012-2013: uno scudetto vinto col sigaro in bocca, mai in discussione, 20 punti dati alla seconda classificata (sempre il Dortmund), una Coppa dei Campioni in cui il Bayern ha preso a sberle un po’ tutti, la Juventus nei quarti di finale ha assistito quasi passivamente al monologo bavarese nei 180 minuti delle due sfide, il Barcellona dei record in semifinale è stato addirittura umiliato, masticato e risputato dallo schiacciasassi in maglia rossa: 4-0 a Monaco, 3-0 al Camp Nou; un passaggio di consegne, forse, tra i marziani di ieri e quelli di oggi. Perché questo Bayern Monaco è destinato ad aprire un ciclo che durerà a lungo, ma lo farà senza l’uomo normale Heynckes che si allontanerà in punta di piedi, senza far rumore, lasciando a Guardiola il compito di fare meglio, dicendogli con un sorriso: “Continua tu, Pep”. E lui, mister Jupp, si godrà il calcio dalla poltrona di casa, godendosi i nipotini e raccontando loro che lui, il nonno allenatore, nel suo penultimo giorno di lavoro si è preso come liquidazione la Coppa dei Campioni.

 

Marco Milan

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