Padova, doppio libretto per i transgender

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di Emiliana De Santis

Laboratorio di apertura sociale, Padova fa seguito a Torino e Bologna nell’adozione di un doppio libretto universitario per tutti gli studenti transgender. La città non è nuova ad iniziative di questo tipo: dopo il riconoscimento, nel 2006, delle coppie di fatto, comprese quelle omosessuali, è arrivato il “braccialetto del partner” per tutti i neonati con due mamme ed infine la campagna “Una volta per tutti” promossa dall’ex assessore e neodeputato di Sinistra Ecologia e Libertà Alessandro Zan, che ha come obiettivo quello di far approvare la proposta di legge per istituire le unioni civili.

“La soluzione adottata dal Senato accademico rappresenta un primo, importante passo in avanti. Certo, si tratta di una soluzione migliorabile. Tuttavia siamo soddisfatti che l’Università abbia ufficialmente sancito un impegno concreto per la tutela delle persone transessuali. E che siano state superate le perplessità iniziali in favore di un percorso che possa rendere l’Ateneo più accogliente ed inclusivo” commenta Luca Mistrello, portavoce di Anteros. L’Associazione LGBTI (lesbiche, gay, bisessuali, trans gender e intersessuali) di Padova è nata di fatti come punto di incontro e socializzazione ma soprattutto di partecipazione, dibattito e iniziativa sociale e politica per la promozione dei diritti civili e plaude al provvedimento approvato dall’Ateneo padovano. «E’ un importante segno di civiltà, di rispetto della dignità umana e di valorizzazione delle rispettive differenze quello votato a Padova», ha dichiarato Chiara De Notaris del Sindacato degli studenti. È stato proprio il sindacato degli studenti a incoraggiare fermamente la proposta che è stata votata dal Senato Accademico con un solo voto contrario. Soddisfatto il Rettore, Giuseppe Zaccaria, secondo il quale l’iniziativa – in stallo da marzo scorso – si è resa necessaria per evitare ulteriori disagi nel processo di rettificazione di attribuzione del sesso appesantito dalle lungaggini burocratiche e dalla diffidenza sociale.

Una volta immatricolati e registrati i dati anagrafici, gli studenti che dichiarano di essere trans gender possono chiedere un secondo libretto universitario, un alias, che raccordi la carriera universitaria attuale con i dati anagrafici senza creare confusione amministrativa. Questi ragazzi hanno quindi diritto a due badge, uno con l’identità anagrafica e uno che rispecchi la nuova identità psico-fisica, seguiti da un tutor con il compito di sostenere lo studente e appianare le eventuali difficoltà. Un addetto della segreteria amministrativa, infine, si occupa di trasferire tutte le informazioni tra la carriera alias e quella legale.

Sulla scia di quanto deliberato a Padova, altre Università, non solo italiane, stanno riflettendo sul da farsi. A Pisa, per l’interessamento di una studentessa trans gender, si sta pensando di optare per la ristampa dei diplomi di laurea per tutti coloro che hanno cambiato identità una volta usciti dall’Ateneo. Se ne discute anche a Bari, Napoli e Roma oltre che Oxford e Madrid. Il doppio libretto è infatti anche un tentativo per arginare l’abbandono universitario dei ragazzi che si dichiarano trans gender e che incontrano molto spesso insormontabili situazioni di disagio legale e sociale cui le Università, intese come luogo di mediazione, cultura e crescita, vorrebbero cercare di porre rimedio.

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