Ciclismo. Amstel Gold Race, vince Kreuziger. Gilbert e Sagan a mani vuote

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Tra Sagan e Gilbert spunta Kreuziger. In assenza di Cancellara, tutti si aspettavano un duello tra il talento emergente del ciclismo, fresco vincitore della Freccia del Brabante e il campione del mondo attuale che proprio su queste strade sei mesi fa si era aggiudicato il titolo iridato. L’Amstel Gold Race, edizione numero 48 – la più giovane e anche la meno dura tra le grandi classiche del Nord –  invece, se l’è aggiudicata  il ceco della Saxo-Tinkoff che non vinceva una cosa dalla 19° tappa del Giro d’Italia dell’anno scorso, quella con l’arrivo in salita all’Alpe di Pampeago. In una competizione che tradizionalmente si decide all’ultimo chilometro, Kreuziger ha visto premiato il suo coraggio di aver attaccato a 20 chilometri dalla fine, resistendo poi al ritorno dei favoriti nell’ultima ascesa al Cauberg.  Amaro secondo posto per Valverde, che in volata ha prevalso su  Gerrans (3°)e Gilbert (4°).  Sagan non pervenuto.

LA CRONACA– La corsa si accende al chilometro 20 con la fuga di giornata che vede protagonisti Johan Vansummeren Tim De Troyer, Arthur Vanoverbeghe, Alexandr Pliuschin e Mikel Astarloza. Due contrattaccanti, Nicolas Vogondy e Klaas Sys riescono a raggiungere  i fuggitivi al km 80.  Il sestetto accumula un vantaggio massimo di 11 minuti, approfittando di una caduta in gruppo al chilometro 92 che vede protagonisti 15 corridori, tra cui Joachim Rodriguez che deve ritirarsi. Poi le squadre iniziano a lavorare per i capitani e gli attaccanti vedono sensibilmente ridurre il loro vantaggio. Quando mancano 45 chilometri all’arrivo Astarloza decide di rompere gli indugi e lascia la compagnia scattando in solitaria. Ai meno 30 il gruppo purtroppo per il basco, inizia a fare sul serio: ad Astarloza resta solo 1: 30’’ di vantaggio, mente i suoi compagni di fuga vengono raggiunti. La corsa si infiamma ai meno 20, quando si muovono Nordhaug, Weening, Grivko Roman Kreuziger, Giampaolo Caruso, Marco Marcato e Igor Anton che dopo soli 3 chilometri riprendono il fuggitivo di giornata.  Il gruppo lascia esclusivamente alla squadra di Sagan l’incarico di ridurre il divario con i contrattaccanti.  Ciò nonostante, il più sembra fatto quando ai meno 10 il plotone recupera e si porta a soli 30 secondi dai battistrada, ma non sono stati fatti i conti col pazzesco Kreuziger di oggi che trova ancora la forza di sprintare ai meno 7, stacca i compagni di fuga e s’invola solitario verso il traguardo. Dietro i big, sottovalutando la forza del ceco, si studiano troppo e quando decidono di muoversi ai due dal termine ormai è troppo tardi. Gilbert prova una sparata disperata,  Valverde e Gerrans tengono la sua ruota, ma la loro lotta si deve limitare alla pizza d’onore. La vittoria va a Roman Kreuziger,  astuto nell’inventare l’azione risolutiva in un punto dove nessuno se lo aspettava e bravo a reggere il ritmo nella terribile erta finale. Questo successo rappresenta una grande iniezione di fiducia per il ciclista ceco in vista del prossimo giro d’Italia dove sarà capitano della sua squadra, vista la rinuncia di Alberto Contador. Male ancora, ma questo non fa più notizia gli italiani: il migliore è Gasparotto (8°), vincitore qui un anno fa, buon nono Caruso.

Giuliano Corridori

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