Derby di Roma – Hernanes e Totti firmano il pareggio tra Roma e Lazio, fuori i soliti scontri

0 0
Read Time6 Minute, 2 Second

di Cristiano Checchi

DSCN0116Il derby di Roma, numero 157 di campionato, valevole per la 31.ma giornata di serie A, è andato in cascina, ma non si può parlare subito di calcio. Prima c’è bisogno di soffermarsi sulla follia che come un ceppo impossibile da estirpare attanaglia la mente di chi prima della partita decide di far diventare l’attesa per l’evento una guerriglia urbana. Come un bollettino di guerra si è costretti a parlare di 6 accoltellati, 8 feriti, arsenali ritrovati nei pressi dello stadio e un presunto attacco a una autoambulanza (fatto smentito poi dal 118). Bisogna parlare di agguati a Ponte Milvio e scontri a Ponte Duca D’Aosta. Inutile anche soffermarsi sul chi per primo e sul per come, l’idiozia non ha colori.

Poi dopo tutto questo arriva il campo, arrivano i protagonisti, arriva il derby della capitale. È un derby strano, con più volti, che la Lazio stava per vincere e che invece alla fine ha rischiato più volte di perdere. Un derby che la Roma per almeno 60’ meritava di perdere e che invece per l’imprecisione sotto porta (costante per i giallorossi) non ha vinto, perdendo così l’occasione di dare un minimo di senso a questa stagione. Ne esce fuori un pari che non scontenta nessuno, questa volta l’importante era non perdere, ma il tutto lascia comunque pensare. La Lazio ha si mantenuto l’imbattibilità nella stracittadina (non perde dal ritorno del campionato 2010-2011), ma comunque l’obiettivo Champions, cullato per buona parte del campionato, resta lontano ben 7 punti. Discorso peggiore vale per la Roma, che anche se ha solo 3 punti in meno rispetto alla Lazio, può permettersi di guardare solo l’Europa League come obiettivo massimo da raggiungere; la stagione poi potrebbe essere salvata solo da un successo in Coppa Italia, in finale (da conquistare il 17 aprile a San Siro contro l’Inter) proprio contro la Lazio, che più o meno potrebbe fare lo stesso identico ragionamento qualora fallisse per il terzo anno di fila l’attacco alla Champions League e non riuscisse il miracolo di Europa League contro il Fenerbache.

La partita – Le due squadre non hanno dato di certo vita a uno spettacolo memorabile, ma la partita è stata comunque viva, accesa e ricca di capovolgimenti. La Roma di Andreazzoli si è presentata per la prima volta con la difesa a 4, Marqiunho e Torosidis esterni, Marcos e Castan i centrali, a centrocampo il trio con De Rossi centrale, Florenzi e Bradley al fianco del 16 romanista. Pjanic trequartista e Totti e Lamela le punte. La risposta di Petkovic è il solito 4-2-3-1, con Cana a sostituire Dias, insieme a Radu, Biava e Gonzalese in difesa. Onazi al posto di Mauri insieme a Ledesma, davanti Klose supportato dal trio Lulic, Candreva e Hernanes.

Nei primi 10’ c’è più Roma in campo, poi un paio di fiammate biancocelesti. Al 13’ Candreva spara da posizione defilata e Stekelenburg respinge in angolo, ma il portiere olandese è costretto a capitolare qualche minuto dopo. La Roma batte malissimo un calcio d’angolo, il contropiede della Lazio porta Hernanes in zona tiro che senza ostruzione degli avversari fa partire un sinistro da fuori area che si infila sotto il sette. L’eurogol dell’8 laziale taglia le gambe a una Roma che dopo l’iniziale buona partenza esce completamente dall’incontro. A tenere a galla i giallorossi è Stekelenburg che compie un grandissimo intervento su Lulic (devastante nel primo tempo insieme a Candreva). Per la Roma è notte fonda, si fa anche male De Rossi che s’immola per contrastare il tiro del solito Hernanes, il mediano resta in campo fino ai primi minuti della ripresa, per lui quindi ancora un derby sotto tono (complice anche una squadra pressoché immobile per buoni 40’). L’unica fiammata della Roma è con Totti dalla distanza sul quale è però bravo Marchetti. È una buona Lazio quella che rientra negli spogliatoi, la Roma invece, nonostante il cambio di modulo, è rimasta a Palermo.

Il secondo tempo comincia ancora peggio per i giallorossi: due minuti e il giovane Marquinhos, alla prima prestazione insufficiente dell’anno, prende goffamente la palla con la mano. È il rigore che può chiudere i conti, dare il quarto derby di fila alla Lazio e lanciare i biancocelesti in un tentativo disperato di prendersi l’Europa maggiore. Hernanes, perfetto fino a quel momento e con già tre rigori realizzati nei derby, spara fuori alla sinistra di Stekelenburg. È il rigore che da ossigeno alla Roma. Andreazzoli toglie l’acciaccato De Rossi e mette Destro, la punta che tanto manca alla Roma (Osvaldo è squalificato, ed evidentemente già fuori da Trigoria visto che ha trascorso il giorno del derby a Londra). I giallorossi sono un’altra squadra (almeno sotto il punto di vista dell’intensità), incitati anche dal pubblico che smaltita la paura crede, quanto meno spera, nella rimonta. È Hernanes però che continua ad aiutare la Roma, il brasiliano non sazio per il rigore sbagliato pensa bene di stendere Pjanic in area, è rigore netto che Totti trasforma con freddezza. È il nono gol nei derby, Totti raggiunge Da Costa e Del Vecchio, presenti entrambi allo stadio, diventando con loro il giocatore con più gol nei derby; è un riconoscimento importante che proprio il capitano ritiene il “record più bello”. Dopo il rigore è assedio romanista, che tra mischie e calci piazzati va vicina più volte al gol. Marchetti è super due volte in pochi secondi, prima sulla sventola di Totti da calcio di punizione, poi sul tap-in a botta sicura di Florenzi. Poi è Mazzoleni che non se la sente di dare il terzo rigore della partita per fallo (che pare esserci) di Radu su Lamela. Nella ripresa la Lazio continua ad essere in difficoltà, oltre che per il contraccolpo del rigore fallito, anche per colpa dell’evidente calo fisico dopo la difficile sfida in Turchia di giovedì. A complicare le cose ci pensa poi Biava che entra duro su Marquinho; il giallo è netto è per il difensore è il secondo che vale il rosso. Per la prima volta dopo 3 derby non è la Roma a finire in 10 uomini la gara. Petkovic ci prova con Kozak al posto di un impalpabile Miro Klose, la Roma ci prova con l’oggetto misterioso Dodo al posto di Florenzi. Gli altri cambi laziali sono quello di Ciani per Ledesma e quello allo scadere di Stankevicus per Radu. Ma le occasioni (senza però mai mostrare bel gioco) per la vittoria alla fine sono della Roma, ed è clamorosa quella che capita sulla testa di Lamela che a porta vuota, praticamente sulla linea sbaglia il colpo di testa. L’argentino spara alto, finendo anzi lui stesso nella rete di Marchetti, che nell’occasione (calcio d’angolo di Totti) ha compiuto praticamente il suo unico errore del match, uscendo completamente fuori tempo. Alla fine ci prova ancora Totti su punizione ma Marchetti è ancora attento. Nel finale torna a farsi vedere anche la Lazio con qualche calcio d’angolo, ma non c’è più tempo e alla fine il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto fa felici un po’ tutti e un po’ nessuno.

Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleppy
Sleppy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *