Il lato positivo, una favola contemporanea

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di Mattia Coletti 

“Il lato positivo – Silver Linings Playbook”, tratto dal bestseller “L’orlo argenteo delle nuvole” di Matthew Quick. Regia di David O. Russell, con Bradley Cooper, Robert De Niro, Jennifer Lawrence, Jacki Weaver, Chris Tucker, per una durata complessiva di 117 minuti circa.

Patrick Solatano (Bradley Cooper) è un uomo sconfitto dalla vita: un bipolarismo evidente, uno scarso autocontrollo e patologie psicologiche di varia natura sono state, per lui, causa e conseguenza del drammatico inconveniente che lo ha segnato e della sua successiva reclusione di otto mesi in un ospedale psichiatrico. Difatti, alla vista della propria moglie Nikki tra le braccia del suo amante, “Pat”, accecato dalla rabbia, aveva ripetutamente colpito il malcapitato, quasi fino all’uccisione. Tuttavia le battaglie lavorative e matrimoniali, perse da Patrick senza riserve, non hanno sancito una sua resa e per tale ragione, persuaso della funzionalità di un atteggiamento positivo, esso resta convinto della possibilità di poter impugnare nuovamente le redini della sua esistenza, del suo percorso professionale, nonché del suo amore storico e ormai passato. Ma il suo fermo proposito è osteggiato dai timori della comunità e da un’ordinanza restrittiva, che lo costringe al rispetto di determinate distanze dall’ex consorte e ad una vita fondamentalmente casalinga, in compagnia della madre e del padre (Robert De Niro), divenuto allibratore in seguito al licenziamento ed affetto, anch’egli, da disturbi ossessivi, che giustificano, in qualche modo, le complessità del figlio. Sin dalle prime vicende che caratterizzano la reintegrazione dell’individuo nella società, la guarigione di Pat, più che un traguardo raggiunto, si palesa come un obiettivo ancora tutto da conquistare, con l’equilibrio e l’autodisciplina che ancora non sembrano di certo contraddistinguere la condotta del protagonista. La vita di Pat Solatano somiglia ad un tentativo destinato all’inesorabile fallimento, pur ecco giungere l’incontro fortuito con Tiffany (Jennifer Lawrence), giovane vedova con freschi trascorsi di depressione e dipendenza da sesso e psicofarmaci. L’eccentrica amicizia che ne scaturisce condurrà Patrick verso lidi imprevedibili, per un susseguirsi di circostanze bizzarre ed inusuali, frutto di un mix di personalità al limite, contesti familiari strampalati e situazioni problematiche, che concorrono a delineare un racconto, forse proprio grazie a queste sue peculiarità, così fortemente genuino.

Con l’unione dell’ennesima impeccabile interpretazione di un Bradley Cooper sulla cresta dell’onda, di una singolare e sorprendente Jennifer Lawrence, con un insolito, ma pur sempre ineccepibile Robert De Niro, David O. Russell si misura con una commedia sentimentale fuori dal comune, già di per sé sfuggevole ad una categorizzazione di questo genere. Tematiche eterne come l’influenza del passato sull’azione presente, l’inseguimento di serenità e pace, il disagio e le avversità, moltiplicate da una modernità esclusivamente attenta a modi ed apparenze, vengono qui sviscerate con originalità e atipico spessore.

“Il lato positivo” è un lungometraggio che si propone di offrire una rivelazione spesso latente o erroneamente data per scontata: che la ricerca della felicità possa partire e culminare nello stesso punto, nella riscoperta e valorizzazione dei legami umani e materiali, già esistenti e posseduti o in via di formazione, applicando lo scatto mentale necessario ad osservare, con occhi differenti, la medesima condizione, l’identica vita. La pellicola mescola relazioni e sentimenti, realtà con altra realtà, amore, odio, pazzia e sanità (apparentemente poca, se davvero essa esiste nell’abitudinarietà di tutti i giorni), per una sceneggiatura cruda e per questo credibile, schietta e quindi veritiera, a tratti divertente e perciò piacevole. In una parola: esistenziale. Scegliendo un epilogo semplice, per certi versi “plausibile”, pur nel suo fascino cinematografico, Russell regala un finale alla portata di chiunque sia disposto ad “allungare le mani” per acciuffare poi il proprio, nel mondo di tutti i giorni. “Il lato positivo” fa amare la vita e con questa lacrime e sofferenze, come fossero componenti parimenti godibili. Un film forse non per tutti, ma che tutti certamente dovrebbero vedere.

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