Spagna: Eurovegas, salvarsi dalla crisi è un gioco d’azzardo

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di Andrea Ottolenghi

“Alcorcón no se vende!” e sbattendo pentole e padelle, agli inizi di febbraio, alcuni cittadini spagnoli avevano manifestato, a Puerta del Sol, la loro contrarietà alla nuova ricetta contro la crisi del comune di Madrid. Si tratta del progetto Eurovegas, un investimento di 26 miliardi di euro per la realizzazione del più grande complesso ludico d’Europa, da parte del magnate di Las Vegas Sheldon Adelson.

Il piano edilizio si estende su 750 ettari di terreno e comprende: un grattacielo di 72 piani a forma di “M”, 6 casinò, 12 alberghi con 36 mila camere, 9 teatri, 3 campi da golf, tutto immerso in varie ricostruzioni scenografiche, in pieno stile  World Trade Center di New York.

Il sindaco del comune di Alcorcón, David Pérez, si dice entusiasta della notizia in quanto il complesso dovrebbe dare lavoro a 250 mila persone, di cui 15 mila proprio del suo comune ed afferma: “In questo momento, la città si trova sotto gli occhi di mezzo mondo (…) e presto si convertirà in un centro turistico europeo di primo ordine!”

Questa è la “manna dal cielo” che cade su un paese disastrato dalla crisi, dove ad oggi si calcola un tasso di disoccupazione del 26%. Creare una piccola Lussemburgo in terra iberica: terreni pubblici gratis, niente IVA, misure più leggere per l’anti-reciclaggio di denaro, entrata libera per minori e persone dipendenti dal gioco, contratti di lavoro più flessibili e l’esenzione dal pagamento dei contributi per due anni. “In nessuna Repubblica delle banane potrebbe accadere quello che sta accadendo a Madrid – accusa il portavoce del Partito socialista nella capitale, José Quintana – la comunità di Madrid regala al signor Adelson 3,5 miliardi di euro!”

Dopo questa ed altre dichiarazioni silimi, vari esponenti del Partito Popolare al governo hanno chiesto all’opposizione di fare marcia indietro in nome delle tante persone senza lavoro, ma i cittadini non ci stanno, così spiega Javier Villaverde, un ragazzo appartenente al movimento Tomalafacultad e collegato con il 15M: “Non si può fare una politica di tagli che conduce alla fine dell’educazione e la sanità pubblica per poi dare grandi concessioni edilizie e finanziarie a un signore statunitense che vuole aprire molti casinò e hotel. Si dovrebbero sponsorizzare forme di lavoro che siano più utili socialmente, o che comunque servano a migliorare la società, invece di guardare solo il valore economico. In Spagna abbiamo bisogno di medici e professori, no di croupiers.”

Vedremo solo col tempo se l’operazione riuscirà a risanare le casse della regione, o se ad aumentare saranno solo la prostituzione, la droga e la criminalità nella capitale.

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